Repetita..... il valore delle case non è legato a borsa,
finanze, spread, euro o dollari o lire o altro.
Questo comparto ha caratteristiche proprie, anche legate
alla domanda e all'offerta. Non solo a valutazioni degli
organismi che devono tassare o classificare in vari modi
come l'efficienza energetica, le regole antisismiche, la
vetustà, le comodità come ascensori o rifiniture, il più
o meno utilizzo di materiali di pregio, la ubicazione se
trovansi in zone di prestigio, periferie, o quartieri infimi
o di scarsa vivibilità.
Tutto questo e molto altro determina il valore
intrinseco.
Il valore è anche, e perlopiù, determinato dalla
vendibilità; cioè dalla capacità di essere monetizzato
velocemente. Poi ci sono le capacità di disponibilità
monetaria da parte di larga fetta di persone che vedano
fiducia nel futuro, che intendano creare nucleo familiare,
che abbiano la capacità solvendi in relazione a prestiti,
mutui, finanziamenti. E che le banche riescano a darti
fiducia non più col criterio di cani e porci. Perchè ora,
dopo le vicende avvenute con le precedenti crisi( ma non si
creda che non si ripetano!) con l'immane volume di
sofferenze, che hanno contribuito ai fallimenti(ma in crisi
ci sono moltissime altre banche che i più non conoscono)
portando via risorse a centinaia di migliaia di
risparmiatori, dicevo ora, si stanno facendo case e
ristrutturazioni dovute più che altro agli incentivi
governativi (che portano via soldi ovviamente dai
contribuenti, come tutti gli sgravi fiscali o i regali) e
perchè negli ultimi sei anni non si è fatto quasi nulla di
edilizia facendo chiudere miriadi di imprese.
In questo periodo il valore delle abitazioni è
ulteriormente crollato proprio per mancanza di
compravendite.
E non perchè ci sia l'euro. Troppo facile semplificare
attribuendogli la colpa di tutti i mali che, magari, sono di
altro.
Quindi in economia si giudica valore quando ci sia la
capacità di acquistarlo. Se un negozio che vende gioielli
non ha gente che compra, chiude e non per colpa della specie
di valuta.
E poi ti torno a ripetere che, mutando l'autonomia
finanziaria e politica di una nazione come, per esempio
l'uscita da un sistema euromonetario altamente complesso
quale la UE con euro, si va verso un periodo buio in cui
tutto può accadere. La fiducia degli stati esteri verrebbe
meno. Non guardare solo al lato di bilancia relativo a
ipotetico vantaggio nella vendita di nostri prodotti o di
turismo.
Tutto ciò aumenterebbe di costi(e quindi di prezzo di
vendita perchè regali non se ne possono fare nella gestione
d'impresa) vanificando il vantaggio cambio.
Per di più l'Italia non ha risorse. Non ha più nulla di
materie prime che devono essere acquistate da fuori
sottostando a volere altrui, rischi di cambio, problemi di
affidabilità maggiore per quanto riguarda l'aver adottato
una moneta soggetta a debolezze e volatilità
internazionali. Comunque si dovrebbe anche operare in moneta
forte, quindi pagare in dollari ma anche in euro sulle
nazioni che ancora lo adottano perchè, come un tempo, la
lira non era e non sarà adottata come potere liberatorio
internazionale. Come una dracma o un dinaro o un peso.
Se voglio comprare ferro e metalli, legname, energia come
gas, luce, materiali e prodotti elettronici, costruttivi
ecc. dovrò creare fondi di riserva contro i rischi di
cambio. E il costo dei miei prodotti(quelli che in parte
puoi mandare all'estero lavorati, sempre che continuino ad
accettarli) lieviterà vanificando il profitto.
E non prendere esempio dalla Gran Bretagna. L'uscita si sta
già facendo problematica a causa dell'imbecillità di una
strettissima maggioranza di imboniti creduloni e pilotati
che ne hanno decretato la separazione. Forse la GB, essendo
una nazione forte da sempre, riuscirà ad arginare molti
problemi, ma non così per l'Italia. E i movimenti di borsa
non sono da prendere in considerazione perchè sono pilotati
da speculazione e da pochi grossi organismi internazionali.
Basta seguirne i movimenti con un po' di esperienza.
I calcoli sono complessi e si devono fare non con
supposizioni, ma con competenza.
Meglio decidere non di pancia ma di cervello.
Comunque sia, le vicende socio-economiche-politiche che ne
deriverebbero saranno ben diverse, ma non certamente
migliori di adesso. se prendesse corpo questo capriccio di
popolo.