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20 luglio 2018 21:53 - Cristina Ciccarelli
La questione è grave perché è seria
30 maggio 2018 18:34 - solidgold87
In queste fasi di debolezza l'investitore deve mantenere i nervi saldi e cogliere l'opportunità per accumulare alle quotazioni minime raggiunte. I titoli del debito pubblico italiano in mani estere sono detenuti in gran parte da chi ha spalle molto larghe, vedi fondi sovrani, cinesi e non solo. I primi ad avere interesse a che non si verifichino scelte scellerate dagli effetti disastrosi sono loro, interessati a non perdere molti quattrini. E hanno molti modi per raggiungere i loro fini. Keep calm...
30 maggio 2018 15:30 - Alessandro Pedone
@renato9969
Comprendo le sue considerazioni, ma credo che sia proprio il tipo di argomentazioni che non poterebbero a niente di buono.
Lo scontro del tipo "loro-sono-cattivi/noi-siamo-poverini" non porta da nessuna parte.
Ci sono una serie di cose che effettivamente non vanno sia nell'area Euro che in Europa.
Ritengo però che sia necessario partire dalle molte ragioni che ci tengono uniti.
Sarebbe necessario in primo luogo dire:
- noi siamo fra le nazioni che hanno fondato l'Europa. Noi sentiamo che l'Europa è anche casa nostra e mai e poi mai prenderemo in considerazione di abbandonare questo progetto.
- una moneta comune (non necessariamente unica) è necessaria, smontare l'Euro (anche se ha una serie di errori di fondo) è improponibile per come è stato fatto.

Partendo da queste premesse è necessario evidenziare anche i problemi che esistono e sono molti, a partire da una Banca Centrale che non fa, completamente, la banca centrale. A partire dall'assenza di una politica economico-fiscale comune, ecc. Qui possiamo avere, legittimamente, idee diverse fra le varie nazioni, anche perché è normale che rispecchino interessi diversi. Ma davanti a queste diversità, ciò che dovremo fare come Italia quando segue:
1) Fornire legittimità ed autorevolezza accademica alle nostre tesi. Alcuni dei miti rigoristi che hanno devastato zone d'Europa dovrebbero finalmente perdere di credibilità proprio sul piano delle idee. Questo si può fare favorendo convegni con economisti di fama indiscussa che argomentino sui problemi della zona euro e sulle possibili soluzioni. Che la zona Euro sia tecnicamente insostenibile così com'è, sul piano accademico è una verità che ormai è quasi scontata. Queste tesi andrebbero promosse in tutta Europa, a partire dalle nazioni più pro-austerity.
2) Parallelamente a questo, bisognerebbe dire in Europa che se non troviamo un accordo per cambiare alcune cose che dobbiamo cambiare è necessario, all'interno dei trattati attuali, all'interno dell'Euro attuale, ridare zone di autonomia monetaria da affiancare e non in sostituzione all'Euro.
In questo modo non c'è alcun timore di un'uscita dall'Euro, ma riconquistiamo spazi di autonomia. Questo si può fare da subito. Il "piano B" non può essere l'uscita dall'Euro, ma la trasformazione dell'Euro da moneta UNICA a moneta COMUNE.
30 maggio 2018 8:19 - renato9969
Più che uscire dall'euro si dovrebbe uscire dalla cecità di questa Europa che non è unita. La politica sui migranti ha portato gli italiani all'esasperazione. Lo sforzo lo dobbiamo fare solo noi questa è l'amara conclusione. Il Bail-in è stato fatto solo dopo, non a caso, che la Germania ha salvato le proprie banche ed i soldi dei tedeschi, a noi invece ci dobbiamo, sobbarcare le spese e perdere anche i soldi. Germania e Francia hanno potuto sforare con il debito pubblico, l'Italia NO! Germania e Francia commerciano ancora con la Russia, all'Italia è vietato. Così è nato il populismo e l'anti Europa. Comunque senza l'Italia non c'è Europa è meglio che se lo mettano in testa a Bruxelles. Se i mercati trascinassero il nostro bel paese alla rovina finanziaria, dopo una breve vittoria si accorgerebbero che in nome della finanza e dei facili guadagni si sono tagliati le palle, non male per i grandi economisti pensatori. Se l' Italia dovesse uscire dall'euro anche gli altri paese sentirebbero il dolore che sentiamo noi.
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