Sarebbe cosa buona e giusta approfondire la conoscenza dei
fatti e delle indagini prima di lasciarsi andare a tifare -
in base ai propri orientamenti ideali - ora a favore
dell'imputato ora a favore della magistratura, se l'imputato
ci è antipatico, al fine di evitare di condannare prima di
una sentenza l'accusato oppure scendere in piazza per far
dichiarare l'imputato ... ' Santo subito'.
Riporto uno stralcio dell'Ordinanza dell’arresto del
Sindaco di Riace fatta dal Giudice per le indagini
preliminari.
Ognuno, poi, faccia le sue congetture.
"15.4. IL PERICOLO DI REITERAZIONE CRIMINOSA. Appare invece
attuale e concreto il pericolo che, se non sottoposti a
regime limitativo della loro libertà personale, il Lucano e
la Xxxx yyyy reiterino reati della stessa specie di quelli
loro provvisoriamente addebitati.
15.4.1. Sebbene non integrante alcuno degli illeciti penali
contestati nei restanti capi d’imputazione provvisoria, la
gestione quantomeno opaca e discutibile dei fondi destinati
all’accoglienza di cittadini extracomunitari tratteggia il
Lucano come soggetto avvezzo a muoversi sul confine (invero
sottile in tali materie) tra lecito ed illecito,
pacificamente superato nelle vicende relative
all’affidamento diretto dei servizi di pulizia della
spiaggia di Riace ed al matrimonio fittizio tra la Xxxx yyyy
ed il fratello.
Avvalendosi e chiaramente abusando del ruolo rivestito
l’uomo creava una fitta rete di contatti personali che ne
agevolavano – chi più, chi meno consapevolmente – la
perpetrazione dei delitti sopra indicati, e sulla quale
tuttora potrebbe fare affidamento per tornare a delinquere.
Se dunque è ancora fertile il retroterra culturale e
politico sfruttato dall’indagato (ad oggi Sindaco di
Riace) per porre in essere comportamenti penalmente
stigmatizzabili, appare altrettanto evidente che
l’incarico attualmente ricoperto e la copiosa presenza di
stranieri sul territorio riacese potrebbero costituire
occasioni propizie per l’adozione di atti amministrativi
volutamente viziati o per la proposizione a soggetti
extracomunitari di facili ed illegali scappatoie per
ottenere l’ingresso in Italia.
Generano poi stupore la dimestichezza e la spregiudicatezza
dimostrate dall’uomo nella commissione di tale ultima
categoria di illeciti: il Lucano, che già sapeva di essere
indagato, non faceva mistero neanche di fronte a persone
estranee al suo entourage di trasgredire intenzionalmente
quelle norme civili ed amministrative delle quali proprio
lui era in realtà tenuto per primo a garantire il rispetto.
Per il perseguimento dei suoi scopi, poi, l’uomo non
risparmiava il ricorso a condotte non solo penalmente, ma
anche moralmente riprovevoli (per quanto, dal suo punto di
vista, finalizzate a garantire a soggetti svantaggiati la
possibilità di permanere in Italia o di raggiungere il
Paese, per qui godere di un migliore regime di vita): dei
tre matrimoni fittizi da egli organizzati due vedevano
protagonisti suoi concittadini facilmente malleabili ai suoi
fini o perché, come nel caso di Xxxx yyyy Xxxx yyyy, non
avvezzi ad intrattenere relazioni amorose («lui è
piccolino così, mai avuto donne...») o perché, come nel
caso di xxxx yyyy, affetti da deficit mentale; l’ultimo
era invece “interpretato” da fratello e sorella (il
primo dei quali, una volta sposatosi, avrebbe lasciato
temporaneamente in Etiopia la sua vera moglie e tre figli).
L’indagato vive oltre le regole, che ritiene d’altronde
di poter impunemente violare nell’ottica del “fine che
giustifica i mezzi”; dimentica, però, che quando i
“mezzi” sono persone il “fine” raggiunto tradisce,
tanto paradossalmente quanto inevitabilmente, quegli stessi
scopi umanitari che hanno sorretto le proprie azioni. Per
quanto visto sopra, al prevenuto si presenta quotidianamente
l’opportunità di commettere reati analoghi a quelli oggi
rimproveratigli (che, ovviamente, non si palesano commessi
in presenza di cause di giustificazione o comunque
esonerabili da pena per altro motivo). "..
19 ottobre 2018 8:03 - annapaola
Ho fiducia nella Magistratura e nel TAR, a cui il sindaco di
Riace si è appellato.
Spero quindi per lui, per Riace e per tutta l'Italia che la
sua posizione sia chiarita presto.
Quello che trovo assurdo è il divieto di stare a casa sua,
a Riace ed è ancora il sindaco, ancorché "sospeso".
Parlare di "confino" aiuta a capire, ma non è esatto,
perché, a quanto ne so, il "confino", cioè l'obbligo di
dimorare in un altro luogo che viene indicato dai giudici,
non esiste più nel nostro ordinamento dal 1995 (fu abolito
con un referendum popolare), e, ironia della sorte, fu
sostituito dall'"obbligo di soggiorno nel comune di
residenza o dimora abituale". La pena inflitta a Mimmo
Lucano è dunque una novità, a mio avviso,inaudita, perché
mi sembra non possa rientrare neppure nel "foglio di via".
Per queste ragioni, per sostenere le buone ragioni del
sindaco di Riace e protestare con un uso della giustizia un
po' troppo creativo, ieri pomeriggio ho partecipato a
Firenze al presidio organizzato dalla Rete antirazzista",
"Un ponte per Riace", a favore di Mimmo Lucano. Si è svolto
sul ponte santa Trinita e la partecipazione è stata
maggiore di quella prevista dagli organizzatori, tanto che i
vigili urbani hanno chiuso il ponte al traffico ed è poi
stato consentito il corteo fino a piazza santo Spirito.