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20 ottobre 2018 0:25 - ennius1
Sarebbe cosa buona e giusta approfondire la conoscenza dei fatti e delle indagini prima di lasciarsi andare a tifare - in base ai propri orientamenti ideali - ora a favore dell'imputato ora a favore della magistratura, se l'imputato ci è antipatico, al fine di evitare di condannare prima di una sentenza l'accusato oppure scendere in piazza per far dichiarare l'imputato ... ' Santo subito'.

Riporto uno stralcio dell'Ordinanza dell’arresto del Sindaco di Riace fatta dal Giudice per le indagini preliminari.

Ognuno, poi, faccia le sue congetture.


"15.4. IL PERICOLO DI REITERAZIONE CRIMINOSA. Appare invece attuale e concreto il pericolo che, se non sottoposti a regime limitativo della loro libertà personale, il Lucano e la Xxxx yyyy reiterino reati della stessa specie di quelli loro provvisoriamente addebitati.

15.4.1. Sebbene non integrante alcuno degli illeciti penali contestati nei restanti capi d’imputazione provvisoria, la gestione quantomeno opaca e discutibile dei fondi destinati all’accoglienza di cittadini extracomunitari tratteggia il Lucano come soggetto avvezzo a muoversi sul confine (invero sottile in tali materie) tra lecito ed illecito, pacificamente superato nelle vicende relative all’affidamento diretto dei servizi di pulizia della spiaggia di Riace ed al matrimonio fittizio tra la Xxxx yyyy ed il fratello.

Avvalendosi e chiaramente abusando del ruolo rivestito l’uomo creava una fitta rete di contatti personali che ne agevolavano – chi più, chi meno consapevolmente – la perpetrazione dei delitti sopra indicati, e sulla quale tuttora potrebbe fare affidamento per tornare a delinquere. Se dunque è ancora fertile il retroterra culturale e politico sfruttato dall’indagato (ad oggi Sindaco di Riace) per porre in essere comportamenti penalmente stigmatizzabili, appare altrettanto evidente che l’incarico attualmente ricoperto e la copiosa presenza di stranieri sul territorio riacese potrebbero costituire occasioni propizie per l’adozione di atti amministrativi volutamente viziati o per la proposizione a soggetti extracomunitari di facili ed illegali scappatoie per ottenere l’ingresso in Italia.

Generano poi stupore la dimestichezza e la spregiudicatezza dimostrate dall’uomo nella commissione di tale ultima categoria di illeciti: il Lucano, che già sapeva di essere indagato, non faceva mistero neanche di fronte a persone estranee al suo entourage di trasgredire intenzionalmente quelle norme civili ed amministrative delle quali proprio lui era in realtà tenuto per primo a garantire il rispetto. Per il perseguimento dei suoi scopi, poi, l’uomo non risparmiava il ricorso a condotte non solo penalmente, ma anche moralmente riprovevoli (per quanto, dal suo punto di vista, finalizzate a garantire a soggetti svantaggiati la possibilità di permanere in Italia o di raggiungere il Paese, per qui godere di un migliore regime di vita): dei tre matrimoni fittizi da egli organizzati due vedevano protagonisti suoi concittadini facilmente malleabili ai suoi fini o perché, come nel caso di Xxxx yyyy Xxxx yyyy, non avvezzi ad intrattenere relazioni amorose («lui è piccolino così, mai avuto donne...») o perché, come nel caso di xxxx yyyy, affetti da deficit mentale; l’ultimo era invece “interpretato” da fratello e sorella (il primo dei quali, una volta sposatosi, avrebbe lasciato temporaneamente in Etiopia la sua vera moglie e tre figli).

L’indagato vive oltre le regole, che ritiene d’altronde di poter impunemente violare nell’ottica del “fine che giustifica i mezzi”; dimentica, però, che quando i “mezzi” sono persone il “fine” raggiunto tradisce, tanto paradossalmente quanto inevitabilmente, quegli stessi scopi umanitari che hanno sorretto le proprie azioni. Per quanto visto sopra, al prevenuto si presenta quotidianamente l’opportunità di commettere reati analoghi a quelli oggi rimproveratigli (che, ovviamente, non si palesano commessi in presenza di cause di giustificazione o comunque esonerabili da pena per altro motivo). "..
19 ottobre 2018 8:03 - annapaola
Ho fiducia nella Magistratura e nel TAR, a cui il sindaco di Riace si è appellato.
Spero quindi per lui, per Riace e per tutta l'Italia che la sua posizione sia chiarita presto.
Quello che trovo assurdo è il divieto di stare a casa sua, a Riace ed è ancora il sindaco, ancorché "sospeso".
Parlare di "confino" aiuta a capire, ma non è esatto, perché, a quanto ne so, il "confino", cioè l'obbligo di dimorare in un altro luogo che viene indicato dai giudici, non esiste più nel nostro ordinamento dal 1995 (fu abolito con un referendum popolare), e, ironia della sorte, fu sostituito dall'"obbligo di soggiorno nel comune di residenza o dimora abituale". La pena inflitta a Mimmo Lucano è dunque una novità, a mio avviso,inaudita, perché mi sembra non possa rientrare neppure nel "foglio di via".

Per queste ragioni, per sostenere le buone ragioni del sindaco di Riace e protestare con un uso della giustizia un po' troppo creativo, ieri pomeriggio ho partecipato a Firenze al presidio organizzato dalla Rete antirazzista", "Un ponte per Riace", a favore di Mimmo Lucano. Si è svolto sul ponte santa Trinita e la partecipazione è stata maggiore di quella prevista dagli organizzatori, tanto che i vigili urbani hanno chiuso il ponte al traffico ed è poi stato consentito il corteo fino a piazza santo Spirito.

Qui due link sulla manifestazione.

https://www.firenzetoday.it/cronaca/riace-mimmo-lucano-solid arieta.html

https://www.stamptoscana.it/oltre-mille-per-riace-sul-ponte- santa-trinita-bandiere-e-solidarieta-per-mimmo-lucano/
17 ottobre 2018 19:07 - Cristina Ciccarelli
Esattamente, il coraggio e la trasparenza, sono d'accordo sull'importanza delle differenze da contestualizzare.
Chi fa cosa, perché come e quando
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