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15 febbraio 2019 16:32 - enrico8229
XDonvito
Io ci vivo negli USA e lo spettacolo grottesco di questo processo rasenta il ridicolo.

Ogni volta mi porta alla mente l'elenco infinito di porcate di cui sono stato testimone da parte degli USA nei confronti di altri paesi, specialmente l'Italia per chiare origini personali. La Baraldini, le ingerenze della Clinton per la Knox, l'incidente del Cermis e Chico Forti. Potrei andare avanti con decine di esempi.



Non posso che esprimermi concorde sulle speculazioni del suo articolo precedentemente indicatomi. Ciò non toglie che non Guzman in USA non ha mai fatto crimini, quindi niente bomba nella metropolitana. Guzman è una vittima dello show alla Netflix come ha detto lei. Vittima che non tutelerà assolutamente nel futuro la legalità e la dissuasione alla distribuzione della droga negli altri paesi.

"Ad augusta per angusta"
15 febbraio 2019 14:56 - VDonvito
x Enrico 8229
mi scusi, ma dimenticavo. Rispetto al carcere di massima sicurezza di Florence/Colorado, che lei porta come testimonianza dell'obbrobrio della giustizia Usa... anche qui ho fatto solo cronaca e fatti. Io personalmente sono contrario alla pena dell'ergastolo e anche al carcere in generale come luogo in cui scontare una pena. Ma questo non vuol dire nulla nella cronaca, per far conoscere cosa accade, del processo di Brooklyn.
15 febbraio 2019 14:46 - VDonvito
x Enrico 8229
credo che lei faccia un po' di confusione sulla mia funzione in merito. Il fatto che scrivo di un articolo sul processo, non significa che io sono partigiano della giustizia Usa. Per me è importante far conoscere cosa si sono detti in quel tribunale rispetto ad un fenomeno, il narcotraffico. E per questo le dico che sono "solo" il traduttore da altre lingue di articoli di diversi giornalisti, di diverse testate, presenti per quella occasione a New York, testate che mi danno una certa fiducia di indipendenza e professionalità. Volentieri avrei fatto dei reportage dall'aula di Brooklyn, ma non me lo posso permettere. Tutto qui, si chiama giornalismo che, per me, in questo caso più di altri, è importante.
Le sue considerazioni sul processo le leggo e fanno parte del suo bagaglio culturale. Secondo me basato su informazioni superficiali, ma ognuno è quello che è e che può e che vuole.
Sull'estradizione, per la quale lei continua a nutrire dubbi, le ho solo spiegato come aveva funzionato nella fattispecie. E non capisco i suoi dubbi, anche perché non li ha esplicitati.
In materia di opinioni, al di là della cronaca dei fatti che lei attribuisce a mie opinioni, le mie le ho esplicitate in articoli successivi, firmando con nome e cognome e, nei limiti del mio possibile, facendo tesoro di esperienze e conoscenze e battaglie politiche: non è un mistero che io sia per la legalizzazione di tutte le droghe. E lo sono in un contesto in cui le cronache e le verità (processuali come quelle da cui parte questo nostro confronto) diventano materia ulteriore per cercare di far comprendere la follia del proibizionismo, sulle droghe e non solo. Qui può trovare alcune mie riflessioni a seguito del processo di New York: https://droghe.aduc.it/articolo/droghe+illegali+el+chapo+usa +europa+italia+mondo_29176.php
14 febbraio 2019 17:50 - enrico8229
Io studio da anni, per questo mi irritano sempre di più le risposte da borioso primo della classe che esprime sempre con più veemenza in questo sito.

Dopo 35 ore di camera di consiglio e decine di testimoni indecenti, tra cui signori della droga ed assassini sotto protezione, sono caduti vari capi di accusa. Infatti il ministero della giustizia ha fatto parecchia fatica a tenere su il caso dato che costituzionalisti e proffessori hanno spesso obbiettato anche pubblicamente con queste frasi:

“And constitutionally, it’s just not clear to me what would authorize Congress to enact a law that applies to a foreign defendant and a foreign victim in a foreign location,” said Colangelo.

Chiaramente se per lei è tutto già chiarito ne sono felice, per me mica tanto, anche perché ci sono alcune tematiche che andrebbero un po' più approfondite. Tipo: ergastolo in una super maximum security prison? Vuol dire 23 ore di isolamento ed 1 ora di aria per sempre in una cella 2x3. Forse per lei è sufficientemente umano, ma dato che qui abbiamo inventato l'indulto e le svuotacarceri per molto meno io non sarei così leggero su certe idee di "universae iustitia" o su come abbiano agito in passato con situazioni come Silvia Baraldini, totalmente innocente ma tenuta preventivamente in carcere per 23 anni con una pena inflitta di 43 per reticenza e sovversione in quanto si era rifiutata di dare i nomi dei "sovversivi" che avrebbe dovuto conoscere.

Quindi io i compitini li ho fatti. Hanno dovuto mollare tutte le accuse di omiciodio e sono restati con in mano il cerino che fosse il mandante di crimini causati per altri crimini sul territorio americano. In pratica dato che lui era il capo del cartello in messico e la droga arrivava in usa lui era quello che faceva morire la gente per strada con la droga e che spingeva la gente ad ammazzarsi tra le gang per strada.

Nulla toglie che meriti il carcere o che non sia un delinquente. Ma il mio dubbio sulla competenza territoriale degli stati uniti per quanto riguarda i crimini contestati persiste.
13 febbraio 2019 19:29 - VDonvito
x enrico8229
credo che prima di scrivere bisognerebbe informarsi.
I crimini per cui El Chapo è stato giudicato sono stati commessi sul territorio Usa, e il Messico ha concesso l'estradizione solo per questi specifici reati, con l'accordo che la pena massima che poteva essere inflitta al capo del cartello di Sinaloa fosse l'ergastolo e non quella di morte (prevista in Usa), visto che in Messico non è prevista la pena capitale.
Estradizione che avviene in diverse parti del mondo.
Un esempio: provi a mettere una bomba nella metropolitana di Londra e torni tranquillamente a vivere in Italia... le nostre autorità, su richiesta dei britannici, concederebbero tranquillamente l'estradizione per essere giudicato in merito.
Il fatto di non essere cittadino del Paese in cui si commette un reato non implica necessariamente di essere esenti dalla giustizia del Paese a cui si è recata offesa.
Questa precisazione non implica, ovviamente, l'avvallo alle varie porcate dei servizi Usa nel mondo, soprattutto in America latina. Ma questa è un'altra storia.
Buono studio.
13 febbraio 2019 15:56 - enrico8229
Con che autorità una nazione che non ha nulla a che fare con il criminale ed i crimini compiuti dallo stesso possa arrogarsi il diritto di catturarlo, giudicarlo ed incarcerarlo?

Gli Stati Uniti hanno qualche dote speciale che li rende superiore agli altri stati?
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