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8 aprile 2019 12:40 - Alessandro Pedone
@AleSeb
Comprendo che ciò che lei ha evidenziato possa apparire in contraddizione.
Se riguarda il grafico può notare che anche negli ultimi 12 anni ci sono stati periodi di 5 anni con rendimenti negativi nell'azionario.
In questo articolo non suggerisco affatto un portafoglio buy&hold. Anzi, scrivo espressamente che lo sconsiglio. Un portafoglio Buy&hold non è semplice, è stupido. Ho scritto un concetto del genere in modo mi sembra abbastanza chiaro.
Quando ho scritto che a valle c'è il lavoro di gestione delle emozioni e la disciplina mi riferivo anche a stabilire ex-ante, strategie per gestire i momenti di discesa dei prezzi.
L'approccio momentum o contrarian vanno bene entrambi (ed anche con eventuali intelligenti combinazioni), la cosa importante è prevedere una strategia ed avere la disciplina per applicarla.
Mantenere la disciplina non significa stare fermi, significa seguire una precisa strategia.
Potrebbe anche significa aumentare l'azionario mentre scende. Ovviamente questo prevede che nei momenti "normali" vi sia meno azionario e più parte difensiva, per poter poi aumentare l'azionario nelle fasi difficili. Avendo più parte volatile nei momenti "normali" è più sensato avere una strategia di momentum, la quale però ha altri problemi che bisogna conoscere e gestire, anche psicologicamente.
Spero di aver chiarito i suoi dubbi.

Grazie per l'utile precisazione che magari potrà essere utile anche ai nostri quattro lettori.
8 aprile 2019 12:30 - Alessandro Pedone
@ GabrieleRu, alerosasco, gm da legnano. Grazie per gli apprezzamenti che fanno sempre piacere. Talvolta sono imbarazzanti e sicuramente immeritati in quelle proporzioni (tra John Mauldin ed il sottoscritto non abbia dubbi nello scegliere Mauldin).
Comunque sarei un falso se non ammettessi che mi fanno piacere. Quantomeno perché fanno capire che non si predica proprio completamente nel deserto, ma qualcuno che comprende e - sopratutto - applica c'è.
Quindi non è proprio vano il lavoro di divulgazione di certi concetti che da qualche anno, con le nostre modeste forze e le mie modestissime capacità, cerchiamo di portare avanti.
Ancora grazie.
5 aprile 2019 20:03 - AleSeb
Anche io desidero ringraziare l'autore per la chiara esposizione e lo studio effettuato attraverso il confronto dei dati storici su vari strumenti finanziari. Data la stima che ho maturato attraverso i suoi articoli mi permetto una critica,forse solo apparente e che spero stimolante di un ulteriore dibattito. In un precedente articolo Lei scrive:"In alcuni periodi storici (come gli ultimi 20 anni) mantenendo l’investimento azionario per 5 anni di fila, in un caso su due avremmo perso soldi!
Analizzando periodi più lunghi, non gestendo l’investimento attraverso una qualche forma di strategia, le probabilità di avere rendimenti negativi anche nel lungo termine (cioè in un periodo di 10 anni) sono comunque significative, nell’ordine di una probabilità su quattro!
Il compito principale di una strategia d’investimento, almeno per la grande maggioranza degli investitori, è quello di ridurre questo parametro, ovvero le probabilità di avere rendimenti negativi in archi temporali ragionevolmente ampi (5/10 anni)".
Nello stesso articolo poi continua: "evitare di essere investiti quando i mercati azionari subiscono grandi oscillazioni negative"
"incrementare il capitale investito durante le fasi di oscillazioni negative"
(...)"La prima strategia – in genere – si attua attraverso l’uso di indicatori di momentum, nella maggioranza dei casi medie mobili"
Questo ultimo assunto sembra in contraddizione con quanto indicato nell'articolo del 2 aprile 2019 dove viene indicata come vincente una strategia consistente nell'individuare a monte le necessità finanziarie dell'investitore,poi il rischio a cui può sottoporre i propri capitali, poi un portafoglio adeguato e infine: "a valle il lavoro per gestire le emozioni e mantenere la disciplina"
Potrebbe sembrare una contraddizione indicare come utili degli indicatori di momentum allo scopo di movimentare il portafoglio e al tempo stesso indicare come importante mantenere la disciplina anche in periodi di perdita prolungati. Insomma è meglio un portafoglio "permanente" o da movimentare ?
5 aprile 2019 15:35 - gm da legnano
Prezioso Dr. Alessandro Pedone,
Mi unisco a GabrieleRU e Alerosasco per i complimenti e ringraziamento, certo non siamo i soli a tenere in considerazione i Suoi scritti.
Ho seguito quasi lo stesso percorso di Gabriele tranne che nel riempire gli scaffali di libri, semplicemente ho tentato di selezionare, in 15 anni di internet, le voci più serie del settore; il fumo è tanto, accecante, di arrosto quasi non ce n’è, mi sono al momento rimasti due nomi, e relativi siti, Pedone e Frugnoli, sotto riserva John Mauldin . Ma nel mio archivio di cose importanti, serie, oneste lo spazio preponderante è occupato da Pedone cui rivolgo ancora un grazie sentito mentre vado a rileggermi qualche passaggio dei suoi articoli: “ semplici ma difficili” .
4 aprile 2019 21:03 - alerosasco
Non posso fare altro che complimentarmi per l'eccellente articolo che ha scritto. La ringrazio anche per i libri di finanza che segnala. Tra i molti che ho letto seguendo i suoi consigli ritengo che il migliore sino ad ora sia Unconventional Success di David Swensen dove ho trovato le indicazioni che cercavo per impostare al meglio il portafoglio di investimenti del patrimonio famigliare e la sua gestione anche in relazione al rischo che sono disposto a tollerare. Ciò che mi rammarica è che molta gente, anche di livello culturale alto a cui ho consigliato di leggere il libro mi dice che non lo fa perché ritengono che leggere circa 300 pagine in inglese sia troppo gravoso mentre altri a cui ho tentato di spiegare i concetti indicati nel libro ascoltano ma poi non sono interessati a fare approfondimenti personali sulla bontà dei concetti e delle indicazioni date. Ritornando al suo articolo e del perché buona parte delle persone non applicheranno mai i concetti espressi ho l'esempio di un amico dipendente di un Private di una delle più importati banche italiane il quale, nonostante ho cercato di fargli capire parte dei concetti da lei espressi in questo articolo, gli ho ampliamente spiegato le indicazioni di Unconventional Success (su cui tra l'altro concorda), continua ostinatamente ad investire cercando l'azione "giusta"(ovviamente senza prefissarsi stop loss in caso di perdita), facendo previsioni di mercato seguendo i consigli degli analisti della banca medesima e investendo in fondi bilanciati della banca medesima.... E' inutile dire che negli anni migliori il rendimento del suo capitale si avvicina allo zero, sorvoliamo sui peggiori.....
4 aprile 2019 10:27 - GabrieleRu
Se il 10% è arrivato in fondo a un grande Pedone, a leggere me ci arriverà il 3%: per arrivare alla "inaccettabile" semplicità suggerita c'ho messo una vita di studi e di esperienze, da investitore privato, talvolta esaltanti ma periodicamente frustranti.
Alla fine, dei 3 scaffali di libri che ho profondamente studiato, tutti rigorosamente in lingua originale, l'unico che oggi seguo nella pratica è "The intelligent asset allocator" di William Bernstein. Lo stesso Bernstein di cui il prezioso dott. Pedone ha consigliato altro libro. Quel libro unito a uno sguardo al fondo più utile di sempre, l'americano Vanguard, mi regalano oggi non solo serenità ma anche prospettive relativamente fruttuose.
A chi è arrivato in fondo (lo 1% ?) consiglio di tenersi stretto i 3-4 articoli d'oro che il dott. Pedone ci ha regalato, che io conservo per farli leggere ai miei figli il giorno che verranno da me a farsi consigliare sulla gestione dei risparmi.
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