Apprezzo e resto sempre ammirato dalla fertilità del dottor
Pedone quando scrive i suoi editoriali e dalla originalità
e dalla padronanza con cui tratta certi argomenti.
Tuttavia, la complessità di certi temi, in una rubrica
rivolta al consumatore medio e non a esperti della materia,
implica due conseguenze: o il dottor Pedone spiega al popolo
quello che sostiene oppure si astiene dallo scrivere
articoli complessi a uso e consumo solo di laureati in
economia.
Tale atteggiamento del dottor Pedone potrebbe dare adito al
sospetto che l'estensore degli articoli non voglia scrivere
più chiaramente perché vuole mantenere un aura da
sacerdote che si osanna senza commenti. Però tale
atteggiamento può portare ad una sottomissione completa da
parte dei lettori, se questo è l’obiettivo, o ad un
rifiuto parimenti netto.
Conoscendo il dottor Pedone, propendo per la seconda ipotesi
e non volendo, quindi, perdere gli aggiornamenti del dottor
Pedone, propongo a lui delle spiegazioni relative allo
scritto che ha dato origine alla presente serie di
commenti.
-Valore assoluto= quantità nominale? Se si, perché usare
due termini diversi?
-“Il PIL è composto anche…dal saldo della bilancia
commerciale (netto fra importazioni e le esportazioni)”.
Non si dovrebbe precisare: con il segno risultante dal netto
fra importazioni e le esportazioni ?
-“La Banca d’Italia acquista titoli con soldi creati dal
nulla”. Che significa? Lo Stato paga interessi alla Banca
d’Italia che li gira al Tesoro. Non potrebbe lo Stato
girare gli interessi al Tesoro direttamente evitando uno
step? Dottor Pedone, potrebbe spiegare meglio tale
meccanismo farraginoso?
-“La Banca centrale non pretenderà la restituzione del
debito”. Ma finora non si è parlato di 3 enti italianI:
Stato, Banca d’Italia, Tesoro ? Si è detto che la Banca
centrale ha dato disposizioni ma chi pretende la
restituzione di un debito non lo pretende per se?
-“…l’Italia ha già ridotto il suo debito
pubblico…”. Ma si dice continuamente che il debito
pubblico continua ad aumentare.
-“ i rendimenti distribuiti del Fondo Italia dovrebbero
avere una regolamentazione speciale più simile ai rami I e
V delle assicurazioni”. Perché presupporre che il lettore
sappia cosa sono i rami I e V delle assicurazioni?
-“Ogni volta che lo spread sale….il fondo
acquista…”. Ma il Fondo non raccoglie i soldi degli
investitori? Cosa acquista?
-“..mano a mano che ha nuove sottoscrizioni, il fondo
colloca i titoli già acquistati…guadagnando sulla
differenza….redistribuendo il guadagno…” . Non è per
nulla quale per un consumatore di media cultura.
-“Per i risparmiatori ……. Sarebbe una sorta di
manna….”. Il dottor Pedone non dimentica che l’unica
cosa che interessa il risparmiatore (non investitore,
direi, in quanto titoli garantiti dallo Stato italiano), è
l’interesse che tali prodotti genereranno ? Ma non si
parla mai di interesse.
-Note (1) “quello che realmente conta ….è il Servizio
per il Debito/PIL” Che significa “quanto pesa in termini
di reddito nazionale mantenere il debito”?
E’ palese che ad ognuna di queste domande c’è una
risposta ben precisa e consequenziale ed è solo
l’ignoranza del lettore a far proporre le domanda di cui
sopra. Tuttavia, non sarebbe male che l’estensore di tali
articoli ne renda più fruttuoso il loro contenuto ai
lettori e sostenitori dell’ADUC introducendo particolari
che allo stato attuale si considerano, erratamente, noti.
25 giugno 2019 17:27 - savpg8801
Come spesso accade nel sentire commenti c'è spesso tanta
confusione nelle terminologie, ma anche nei concetti.
Premesso che la Ragioneria è materia complessa e che spesso
non si distingue fra quella Privata e quella Pubblica,
diviene arduo accettare le opinioni e i commenti "spesso
illuminati" da parte degli "infarinati" che assumono notizie
e concetti qua e là come l'andar per ristoranti.
Il fondamento è che, attraverso concetti, leggi, regole,
problemi umani e contabili, concorrenza, monetarietà,
politiche, eventi modificanti, mode e norme, imposizioni
centrali, risposte del consumatore, fregole di crescita,
statisticanti di ogni genere, associazionismi sindacali e di
consumo, balle assunte via web, ecc.ecc. si deve arrivare,
per quanto riguarda il privato o l'ente pubblico, ad un
risultato. Il risultato di bilancio, nelle sue varianti
periodali o finali.
Il bilancio delle Imprese pubbliche deve chiudere in
pareggio. Quello delle private ha scopo statutario,
ovviamente, di raggiungere un utile proprio perchè si
denominano anche "di lucro"; la perdita di bilancio è
un'anomalia che apre nell'azienda un mondo nuovo (pur
previsto) con conseguenze contrarie allo scopo
statutario.
Perciò i ragionieri e gli economisti posticci, quando
adottano terminologie o metodi di stima e giudizio non
esatte, non possono educativamente essere ascoltati in
quanto, talvolta, promulgatori di inesattezze.
Si parla tanto di educazione finanziaria (cosa impossibile)
ma si dovrebbe anche pensare di istituire un'educazione
contabile-ragioneristica per far meglio comprendere i
sistemi che regolano contabilmente l'economia mondiale,
meglio dello sciorinamento delle antiche e nuove teorie
economistiche che qualcuno, forse, ha studiato a scuola ma
che propongono, nel loro complesso, un minestrone indigesto
di scuole di pensiero spesso opposte o variegate.
8 giugno 2019 0:45 - Toio68
Ho qualche dubbio. Se non erro, l'ABC della ragioneria dice
che agli attivi devono corrispondere i passivi. In questo
caso, quei 393 miliardi di titoli di Stato nel bilancio di
Bankitalia sono gli attivi che garantiscono 393 miliardi di
base monetaria. Quest'ultima liquidità però non è in mano
al Tesoro, ma è diventata l'attivo di banche e
indirettamente di aziende e famiglie. Per riprendere
l'esempio, il marito si è fatto prestare soldi da sua
moglie, ma li ha usati per comprare l'auto in cui lavora.
Siccome i soldi prestati dalla moglie ora sono l'attivo di
un concessionario, quella col marito non è propriamente una
partita di giro. Allo stesso modo, a meno di non consegnare
393 miliardi cash alla Banca d'Italia, quei 393 miliardi in
titoli devono restare sul suo bilancio. - Riguardo alla
monetizzazione del debito, non è altro che una forma di
tassazione. C'erano poche cose su cui Hayek, Friedman,
Keynes e Berlinguer, erano d'accordo: una è che monetizzare
il debito è un furto ai danni dei cittadini. Come idea
invece è sempre molto ai politici. Per capire il perché
consiglio di leggere su Econopoly del Sole24Ore l'articolo
"Quel che la politica non ha mai capito di Keynes. E cosa ci
resta da fare". Un'analisi empirica sul fatto che
monetizzare il debito funzioni davvero segnalo "Riduzione
del debito: l'esperienza dei Paesi avanzati negli ultimi 70
anni" sul sito dell'Osservatorio dei conti pubblici italiani
della Cattolica di Milano. Per un diorama tridimensionale
dell'impatto della monetizzazione del debito sulla qualità
della vita, consiglio un viaggio nel Venezuela di Maduro. -
Riguardo alle azioni da intraprendere per fare ripartire
l'economia, da decenni il coro degli economisti è unanime
che dobbiamo fare alcune riforme strutturali. Riforma del
mercato del lavoro, liberalizzazioni, sburocratizzazione,
ecc. Nè più e nè meno quello che fece la Germania negli
anni 2002-2003 e che creò 2,5 milioni di posti di lavoro in
meno di 10 anni. Da loro ha funzionato, perché non provarci
pure da noi? Magari funziona. Hai visto mai?
7 giugno 2019 20:02 - Toio68
Questo articolo mi genera parecchie perplessità. Per
cominciare, il fatto che il debito pubblico detenuto dalla
Banca d'Italia sia una semplice "partita di giro". Ammetto
che in fatto di ragioneria ho più dubbi che certezze, ma
una delle poche certezze che ho è che agli attivi devono
corrispondere i passivi. Ad esempio, quei 393 miliardi di
titoli di Stato sono gli attivi che garantiscono 393
miliardi di base monetaria, liquidità che non è in mano al
Tesoro. Magari il marito si è fatto prestare soldi da sua
moglie, ma con quei soldi ci ha comprato la macchina. Ora, a
meno di non vendere la macchina, è difficile che quel
debito si possa considerare una "partita di giro". E a meno
di non consegnare alla banca centrale 393 miliardi alla
Banca d'Italia, quei 393 miliardi devono restare lì.
Sarebbe una patrimonialina micca da poco.
Riguardo alla monetizzazione del debito, non è altro che
una forma di tassazione. Potrei citare Hayek, Friedman,
Keynes...persino Berlinguer: tutti a dire che monetizzare il
debito è un furto ai danni dei cittadini. Ma mi limito a
segnalare che la monetizzazione del debito è quello che sta
facendo il governo Maduro, e non sta facendo un gran bene
all'economia venezuelana. Segnalo qualche articolo che
spiega perché non si può fare senza danneggiare
l'economia.
https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-archivio-studi-e-anal
isi-tre-strategie-per-ridurre-il-debito-pubblico-la-strada-g
ialloverde
https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-Papar_GiampaoloGalli_
Torino_OCPI.pdf
https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2015/05/12/quel-che-la
-politica-non-ha-mai-capito-di-keynes-e-cosa-ci-resta-da-far
e/
7 giugno 2019 11:33 - Filanto_051
L'articolo è accativante... ma dell'entità del ns.debito
pubblico erano consapevoli anche i ns.governanti, quando
abbiamo aderito all'euro; forse bisognava - prima -
stabilizzarlo, ma come?
dal trend s'indovina che l'esplosione è avvenuta durante
gli anni '70-8o, ovvero dopo l'istituzione delle Regioni; ma
ciò non doveva aumentarlo il PIL?
6 giugno 2019 11:41 - Alessandro Pedone
@jj2006
I 393 miliardi li ha in pancia la Banca d'Italia per conto
dell'EuroSistema, cioè la Banca Centrale Europea.
Dal punto di vista contabile, il Tesoro e la Banca Centrale
sono due soggetti distinti.
Contabilmente, quindi, è giusto dire che il debito del
Tesoro è quello "lordo".
E' come se in una famiglia il Marito (il Tesoro) fosse
indebitato con la Moglie (la Banca d'Italia).
La "famiglia" lo Stato nel suo complesso, non ha il debito,
ma contabilmente il Marito il debito ce l'ha.
6 giugno 2019 11:34 - Alessandro Pedone
@claudio8633
La sua è una posizione ideologica che rispetto ma non
condivido.
Lei dice che lo stato non funziona quindi le cose le devono
fare i privati risparmiando soldi.
E' una posizione ideologica che esula dai discorsi tecnici
che ho cercato di fare nell'articolo.
6 giugno 2019 11:32 - Alessandro Pedone
@ AleSeb
La creazione del "Fondo Italia" renderebbe più stabile il
prezzo di mercato dei titoli di stato.
E' lo stato che decide quanti titoli emettere.
Se vogliamo dire che il "giudizio" del mercato rende i
politici più accorti nel non eccedere, questa è una
visione che ci può stare.
Qui entriamo nel campo delle opinioni. C'è chi pensa che le
scelte politiche siano ad un livello superiore alle regole
del mercato e chi crede che la regola del mercato debba
prevalere su tutto.
Oggi prevale, nei fatti, la seconda tesi.
Di per sé, comunque, stabilizzare i prezzi dei titoli di
stato non implica logicamente un aumento del debito.
Quest'ultimo rimane frutto delle scelte politiche.
5 giugno 2019 14:30 - jj2006
"393 miliardi sono di fatto debito con noi stessi perché
sono detenuti dal più importante ente pubblico italiano" -
chi è quest'ente, e perché questa somma viene attribuita
al debito pubblico? Solo in Italia, suppongo?
5 giugno 2019 10:38 - claudio8633
come farsi male blaterando.
"la nostra capacità di produrre beni e servizi è
fortemente frenata dall’enorme inefficienza dei servizi
pubblici"
Ovvero lo stato mangia soldi e non produce servizi.
Conseguenza ovvia:
o si mette a produrre per quello che e' pagato o bisogna
pagarlo molto meno.
Aumentare il prelievo, stampando moneta (aka svalutando),
non e' una scelta competitiva come l'italietta che fu
insegna.
" sperare di ridurre il debito pubblico riducendo la spesa
pubblica è come sperare di spegnere un fuoco gettandovi
benzina."
non proprio, diciamo che serve a poco perche il problema e'
che se lo stato funziona di medda e non fa il proprio lavoro
non istruisce e nn prepara l'habitat per le aziende. Gente
malistruita a colpi di romani e latino non progetta certo
auto o chip se non dopo immense fatiche. Ammiamo avvocati a
nastro, commercialisti a tonnellate, latinisti a iosa e,
come si vede in questo articolo e altri di ADUC, nessun
chimico, pochi biologi, economisti seri pari a zero.
Sorry ma la matematica non e' un'opinione.
Il nostro stato non funziona, possiamo risparmiare soldi per
ottenere il servizio privatamente, possiamo far funzionare
lo stato,ma non possiamo avere i soldi per pagare uno stato
zavorra e pagarci i servizi ancora per molto.
4 giugno 2019 17:44 - AleSeb
Grazie per l'articolo interessante e stimolante di ulteriori
riflessioni. Mi chiedevo se non crede che la creazione del
"fondo Italia" non porterebbe a un aumento dell'ammontare
complessivo del debito pubblico.