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5 agosto 2019 18:43 - savpg8801
Il problema delle città è la sovra-popolazione. Non che le città costiere a rischio affondamento lo siano per il peso di gente e strutture per contenerle, ma lo è per la enormità di sviluppo in enorme densità e quindi di crescità forzata.
Ci sono milioni di zone in tutto il mondonegli entroterra senza rischi di bagnarsi i piedi ma adatte a contenere i flussi della, ormai, mania di concentrazione dei flussi di spostamento delle genti nei grandi centri. La storia lo insegna; la gente va verso i grandi o medi centri, ma mai o quasi a formare centri in campagna o comunque in zone diverse, anche perchè nei centri trovi meglio di che campare.
Questo fenomeno deve essere arginato e ridotto. Necessita mandare popolazione non alle periferie( che divengono città sempre più estese aumentando il problema ) ma creare altri centri autonomi più lontani senza, peraltro, creare nuovi problemi facendo venire le persone a lavorare sempre nei grandi e vecchi agglomerati aggiungendo così mobilità pendolare in più con i problemi indotti.
Il progetto delle città acquatiche potrebbe essere anche buono, ma non bisogna farle a guisa di residenzialità o dormitori per poi aumentare il problema alle "vecchie" città spostando masse in continuazione per lavoro, turismo, divertimenti, ecc.ecc. Così si aumenterà solo l'inquinamento che questi progetti tendono ad eliminare con l'autosufficienza. Infatti, che ci fanno tutto il giorno centomila residenti in un'isola galleggiante, magari davanti a N.Y.?
Inoltre, quelli che ci sono già a N.Y anche se si trasferissero nell'isola, sarebbero subito sostituiti da altri aspiranti nuovi e pronti ad addentare la G.M.. Oppure trasferisci e chiudi residenze, strutture, attività, vita cosicchè rendi meno appetitoso viverci?
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