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18 agosto 2019 11:44 - savpg8801
Uno dei soliti studi e progetti da tesina universitaria.
Tutto ciò che si sostiene, pur essendo animato da buona volontà, è una teorica sequela di ingenuità programmatiche pressochè irrealizzabili. Ed anche se qualcuna di queste ricette fosse in minima parte adottata da un numeretto di convertiti, convinti che la goccia possa far traboccare il mare, si realizzerebbero benefici irrilevanti e non tali, comunque, da cambiare gli andamenti che, in campo climatico e di inquinamento, stanno allargandosi in maniera più che proporzionale.
Ad esempio, il cosiddetto spreco alimentare mantiene in vita e dà lavoro a centinaia di milioni di lavoratori, nonchè di produttori, di importatori, di servizi, di commercianti ecc.
Ancora ad esempio, se ci fosse addirittura d'imperio la non più possibile produzione di plastiche (ed altro) da imballaggio, da confezionamento, da preservazione igienica, da conservazione, da agevole vendita e trasporto, e da facilità di acquisto e consumo, imponendo la veloce e quasi impossibile riconversione ad alternative (non si sa come, con cosa, e quando) da parte di fabbriche ed in modo da garantire tutto ciò che necessita fino ai consumi, si lascia al raziocinio realistico di ipotizzare quanto possa accadere in seguito smuovendo altri ed ulteriori problemi anche ambientali; non da ultimo l'irrealizzabilità di questi progetti se non a tempi biblici e comunque non risolutivi, magari aumentando, da altre parti, i guai.
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