Giusta la condanna dell'Ungheria da parte della Corte di
giustizia europea per ribadire l'indipendenza dei giudici
dal potere politico.
Poi, pubblicate le dichiarazioni del
prof. Cassese , ex giudice della Corte Costituzionale :
"Secondo punto, la Costituzione prevedeva uno scudo ....
per assicurare l'indipendenza dei magistrati. Uno scudo a
difesa dell'ordine giudiziario, della sua indipendenza. Ora
in una lenta azione interpretativa e anche - ahimé -
normativa, indipendenza è diventata autogoverno. Si
è venuto a costituire una sorta di stato nello stato. Vi
sono moltissimi esempi per spiegare questa
conclusione.....Noi abbiamo davvero un piccolo stato nello
stato che si è venuto a costruire in tutti questi anni".
...infine si sta verificando un fenomeno opposto a quello
di cui si preoccuparono i costituenti, che era una eventuale
politicizzazione che venisse dall'esterno verso il corpo
giudiziario. Invece si sta creando e si è sviluppata una
politicizzazione endogena, all'interno della magistratura. E
quindi c'è una terza confusione: i poteri, invece di
essere separati, sono concentrati all'interno dell'ordine
giudiziario. ..
E infine l'ultimo aspetto sul quale voglio richiamare la
vostra attenzione e il fatto che una volta si diceva che i
giudici parlano con le sentenze, ora invece i magistrati
sono presenti nello spazio pubblico e nella politica.
Distruggono l'immagine della imparzialità che deve essere
viva nella società, nell'opinione pubblica."
Se tutto questo ha un fondamento, dobbiamo aspettarci una
condanna dell'Italia, ma per motivi opposti a quelli
dell'Ungheria ?