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16 agosto 2023 19:40 - Claudio Cappuccino
Rispondo ancora a Enniusfirst, visto che evidentemente gli piace rivolgersi sempre a me.
1.
Lei ha uno stranissimo modo di ragionare.
Per me non varrebbe la pena di rispondere, ma visto il suo modo perentorio di giudicare gli altri, ritengo utile farlo ancora una volta.
2.
Lei si domanda: "se un’opinione di UNA FONTE non è condivisibile, e quindi si ritiene fallibile, lo stesso giudizio di fallibilità non può essere attribuibile anche alle altre opinioni espresse dalla medesima fonte?"
Mi scusi, ma ha riletto la sua frase? Le sembra sensata?
A me sembra (mi scusi) un'enorme sciocchezza, e mi permetto di spiegarle perché:
- quella che lei chiama "la fonte" non esiste!!! Al Cato Institute fanno capo moltissimi studiosi e ricercatori, ed è con ciascuno di loro (e comunque su punti specifici, non "in generale") che si può essere o non essere d'accordo.
- Certo non ha senso dire che, siccome qualcuno del Cato ha scritto qualcosa su cui non si è d'accordo, allora tutto quello che è pubblicato dal Cato è da buttare via !!!!
Mi scusi, ma lei ragiona sempre così?
3.
Lei scrive: "Se un soggetto ci dà ragione è credibile e viene citato a supporto delle nostre opinioni."
Forse non se n'è accorto, ma è esattamente quello che lei ha fatto praticamente in tutte le sue risposte (relative ad altri articoli ADUC, p.es. quello sul sindaco di Cecina, o quello sull'ONU).
Lei - in risposta a mie note il più ampie possibile, per esempio sul problema politico-economico-sanitario posto dal "proibizionismo" - ha sempre risposto citando 2 o 3 frasi (in genere sulla Cannabis) accuratamente scelte per segnalare solo rischi e danni, le cose che evidentemente le piacciono. Le ho già detto che questo si chiama "cherry picking", scegliere le ciliegine per cercare di avere ragione.
4.
Mi spiace deluderla, ma io NON TENTO "di far riconoscere le erbe magiche... per scopi ludici". Può citare una mia singola frase in proposito?
Io tento solo di ragionare, e aiutare a ragionare, sul "problema droghe" in generale, come ce l'abbiamo oggi.
Forse non sono capace di essere abbastanza chiaro, o forse è lei che ha pregiudizi tali che le impediscono di capire quello che gli altri dicono (è un aspetto di quella che chiamano "dissonanza cognitiva").
5.
Cerco quindi ancora una volta di spiegare quello che secondo me è il PUNTO ESSENZIALE, e che è anche quello discusso da almeno 30 anni in molte "Policy Analysis" del Cato Institute:
- io penso che tutte le principali "droghe" (alcol, tabacco, caffè, oppioidi, Cannabis, stimolanti, allucinogeni, benzodiazepine, antidepressivi...) possono essere usate bene o male, in modo appropriato o inappropriato, in modo "tecnicamente" corretto o sbagliato. Se usate "bene" possono essere utili e benefiche, se usate male sono rischiose e/o dannose.
- io sostengo che l'attuale sistema, chiamato "PROIBIZIONE" ma che di fatto è una "LIBERALIZZAZIONE TOTALE AFFIDATA ALLA DELINQUENZA ORGANIZZATA", fa enormemente più danni che benefici a TUTTI, consumatori di "droghe" e no.
Danni che per di più, continuano ad aumentare anno dopo anno.
E secondo me, anche se al punto in cui siamo sarà DIFFICILISSIMO, occorre trovare un rimedio a questa FOLLIA... Perseverare diabolicum.
- pur avendo letto migliaia di libri e articoli, "scientifici" e no,
su ogni aspetto del "problema droga", non ho mai trovato NIENTE DI CONVINCENTE a sostegno di questo sistema che ha solo generato mafie, delinquenza, corruzione, inquinamewnto dell'economia legale, una stupida "cultura dello sballo" fra i ragazzini, devastazione nelle famiglie e milioni di morti.
Perché queste non sono "conseguenze" dell'uso di droghe, ma conseguenze del modo, che definisco "folle", con cui si è pensato - da circa 100 anni - di "controllarlo".
6.
Ma lei riesce o non riesce a dire perché, secondo lei, QUESTO SISTEMA è il migliore possibile e va conservato?
(senza parlare sempre e solo di di qualche singolo articolo sulla Cannabis, erbe magiche, personaggi ottocenteschi che l'hanno tanto colpita e simili e senza arrampicarsi sugli specchi con domande senza senso come quella del punto 2 più sopra).
9 agosto 2023 8:42 - enniusfirst
Cappuccino , riguardo il Cato Institute, scrive ..
“ Personalmente non condivido molte delle sue posizioni in tema di politica e economia, ma non ho mai trovato nulla da eccepire ai numerosissimi articoli "Policy analysis" che sul "problema droga" e "proibizionismo" ha pubblicato da oltre 30 anni.….”.

La domanda da porsi è: se un’opinione di una fonte non è condivisibile, e quindi si ritiene fallibile, lo stesso giudizio di fallibilità non può essere attribuibile anche alle altre opinioni espresse dalla medesima fonte ?

Siamo alle solite. Se un soggetto ci dà ragione è credibile e viene citato a supporto delle nostre opinioni. Se lo stesso invece esprime pareri contrari ai nostri, allora va tenuto lontano.

Tutto il resto esposto da Cappuccino e solo fumo alzato in abbondanza per tentare di far riconoscere le erbe magiche, che sono sempre state lecite se usate in medicina, legali anche per scopi ludici.
7 agosto 2023 20:39 - Claudio Cappuccino
Questo testo sulla storia americana della "guerra agli oppioidi", come parte della "guerra alle droghe", merita di essere letto e meditato da politici, giornalisti, medici e malati. Magari anche di essere tradotto integralmente in italiano.
Il documento presenta un quadro razionale, chiaro, preciso e ben documentato dell'attuale "problema" degli OPPIOIDI, farmaci essenziali e insostituibili sui quali purtroppo, secondo due autorità mondiali sulla terapia del dolore, "sono state scritte PIU' SCIOCCHEZZE [...] che su OGNI ALTRO argomento medico." (R.Melzack e P.D.Wall, The challenge of pain, 2nd ed 1996, p.203).
1.
La "guerra alla droga" ha cambiato radicalmente l'atteggiamento collettivo verso tutte le sostanze, ma ha avuto effetti particolarmente deleteri soprattutto su quelle più utili e più usate in medicina.
In particolare quindi sugli oppioidi, "farmaci" molto prima e molto più che "droghe". E in particolare a spese di chi ha bisogno di ricorrere alla terapia del dolore "da moderato a severo" e di chi ha la responsabilità di prescrivere i farmaci più sicuri e appropriati.
2.
Gli oppioidi sono farmaci efficaci e utilissimi, ma molto delicati da usare, Quelli di farmacia, distribuiti in forma pura e in dosi precisissime, sono assolutamente sicuri, ma quelli del mercato nero, come insegna l'ormai vecchia storia dell'eroina, assolutamente no.
Se si sbaglia dose, con gli oppioidi è veramente facile morire, e le sostanze del mercato nero sono inevitabilmente impure e vendute in dosi imprecise e imprevedibili.
3.
Ciò è ben evidenziato dai recenti sviluppi osservati in USA, paese che per motivi storico-sociali complessi ha da sempre un vastissimo mercato illegale di oppioidi.
Negli ultimi decenni, via Cina e Messico, sono arrivati sul mercato nero americano i derivati del fentanyl. Si tratta di sostanze le cui dosi si devono misurare in microgrammi (milionesimi di grammo), e il risultato è stato che, siccome una simile precisione non può esistere sul mercato nero, nel 2022 in USA ci sono stati quasi 100.000 morti dovuti a "overdose" non-intenzionale di derivati del fentanyl.
D'altra parte, queste sostanze stanno ormai largamente prevalendo sul mercato USA, per facilità di produzione e comodità di contrabbando. Immaginate il vantaggio per i trafficanti, visto che 1 kg di fentanyl fornisce un numero di dosi più o meno pari a 100 kg di eroina (e non richiede di partire con 1 tonnellata di oppio grezzo).
P.S. E i derivati del fentanyl stanno ormai arrivando anche in Europa.
4.
Per questo motivo, in USA da almeno vent'anni esiste un comprensibile "allarme rosso oppioidi" che purtroppo non ha trovato serie ed efficaci risposte politiche di "riduzione del danno".
Ma questo "allarme rosso" relativo al mercato illegale ha avuto enormi riflessi negativi sugli usi leciti, anche considerando la "zona grigia" che ha sempre circondato l'area delle prescrizioni di tutti i tipi di "psicofarmaci".
In pratica gli allarmi, le restrizioni e le paure - uniti anche a iniziali comportamenti irresponsabili da parte di alcune compagnie farmaceutiche per aumentare le vendite - hanno creato problemi etici e professionali ai medici, hanno lasciato molti malati in condizioni di abbandono se non di disperazione, hanno creato disinformazione, e infine, hanno sostanzialmente ridotto l'uso corretto di questi preziosissimi farmaci.
5. Raramente in campo medico abbiamo assistito a una tragedia comparabile, che tra l'altro coinvolge tutto il mondo, e in particolare ha creato situazioni intollerabili nei paesi più poveri, dove la morfina non è in molti casi nemmeno disponibile negli ospedali.
____
P.S. Il Cato Institute (www.cato.org) è un istituto americano nato nel 1977, che si occupa in generale di politica, economia, diritto da un punto di vista antistatalista ("limited government") e "liberista".
Ha anche pubblicato moltissimi documenti scientificamente ineccepibili sul "problema droga", sempre dal punto di vista della difesa della libertà/responsabilità individuale.
Personalmente non condivido molte delle sue posizioni in tema di politica e economia, ma non ho mai trovato nulla da eccepire ai numerosissimi articoli e "Policy analysis" che sul "problema droga" e "proibizionismo" ha pubblicato da oltre 30 anni.
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