Non ci trovo nulla di ‘squallido’ per il caso citato da
Maxia.
Ritengo che la funzione rieducativa della pena, come
prescritto dalla Costituzione, debba rimanere tale fino al
termine della condanna e solo successivamente, avendo
scontato il suo debito verso la società, possa rientrare
nella società a pieno titolo.
Poi, rimane l’aspetto politico della vicenda che conferma
la partigianeria delle parti che, a seconda delle
appartenenze politiche del condannato, se affine al mio
pensiero, va compreso ; se di parte avversa, nessuna
pietà.