Il Sindacato Balneari Italiani (Sib) domani 9 Agosto “sarà in piazza” per il suo sciopero contro l’immobilismo del governo e per ribadire il proprio diritto all’illegalità: l’occupazione delle spiagge demaniali che dal 2006 - direttiva Bokestein - avrebbero dovuto ridare allo Stato, che avrebbe dovuto assegnarle a seguito di gara, creando lavoro, concorrenza e mercato.
Il governo in questa occasione “se li è filati per niente” forse perchè “non sa più che pesci prendere” o sta studiando nei particolari come continuare a fregare l’Ue.. .tanto, male che vada (come sta già andando) le multe per non applicazione della direttiva la pagano tutti i contribuenti, mica chi governa, chi è in Parlamento o - figurati - i balneari.
Domani il “terribile” sciopero consisterà nell’apertura dei servizi di spiaggia solo a partire dalle 9,30, e se dovesse andare male, replicheranno il 19 con l’apertura nientepopodimeno che alle 10,30.
Ipocriti, paurosi, pusillanimi…
non è che fanno sciopero non pagando allo Stato quelle poche tasse che non hanno ancora evaso, o magari creando disagi all’utenza che, se per un paio d’orette di non-servizio non se ne accorge neanche, se dovesse mancare del tutto quanto hanno pagato - diritto di sciopero o meno - è probabile che prenderebbe in considerazione di migrare in quei bagni dove, in quattro gatti, non fanno sciopero.
E’ tutta una messa in scena. Sminuendo l’alto valore che ha lo sciopero nel mondo del lavoro. Trasformandolo in burletta. E mobilitandosi solo per dire che ci sono a quel potere nazionale e locale che li mantiene in vita violando la legge. Potere che dovrà - sempre dopo la cosiddetta pausa estiva, per carità - trovare la gabola per fregare cittadini italiani ed europei, nonchè le stesse istituzioni dell’Europa da cui sono capaci solo di succhiare soldi.
Bene, che facciano lo sciopero di cui nessun consumatore se ne accorgerà. Che tutti prendano tempo (stavamo per scrivere “riflettano”, ma ci è sembrato eccessivo). E incassate le spropositate somme che vengono percepite per i servizi da spiaggia (altroché inflazione…), si preparino a meglio modulare il “pianto greco” della loro povertà e di quelli che chiamano diritti; il megafono, cioè, della loro arroganza e di chi li sostiene.
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