Secondo uno studio (1) pubblicato sulla rivista Ssrn col titolo “Trading on terror?” alcuni trader che apparentemente avevano conoscenze approfondite sul massacro che Hamas ha poi fatto in Israele il 7 ottobre, hanno guadagnato 862 milioni di dollari. “Abbiamo documentato un picco significativo nelle vendite allo scoperto nei principali ETF di società israeliane giorni prima dell'attacco di Hamas del 7 ottobre” afferma lo studio.
I trader collegati ad Hamas hanno ben pensato che i fondi israeliani, dopo il loro massacro, sarebbero crollati in borsa. Operazione speculativa ad alto rischio per chi vive e prospera nell’alto rischio e non si pone tanti problemi per realizzare i propri obiettivi.
Questo ci aiuta non solo a comprendere (per chi avesse ancora dei dubbi) cosa significa il trading, ma anche come una guerra possa essere utilizzata: “pecunia non olet” (il denaro non ha odore).
Non sappiamo se i guadagni di queste speculazioni siano finiti solo nelle tasche degli amici di Hamas o, da questi amici, nelle tasche dei massacratori del Medio Oriente, e non solo. Certamente - consumatori e risparmiatori - ne ricaviamo una riflessione: la nostra cultura e la nostra pratica economica e finanziaria sono parte di un sistema in cui tutto è possibile. Informarsi prima di acquistare o investire, se forse ci fa sentire non responsabili di quanto ci è estraneo, non è detto che lo sia in assoluto.
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