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Il Divino Aborto, commedia dell'Italia a Sovranita' zero. Otto buoni consigli per il neo-ministro Sacconi
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Articolo di Giuseppe Parisi
1 giugno 2008 0:00
 
I popoli non dovrebbero aver paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei propri popoli.
(Thomas Jefferson)

Chi di noi ha figli conosce bene l'impulso di avere speranza per loro, anche quando non ne ha piu troppa per se'.
(Michele Serra, La Repubblica, 15.04.2008)
 
 
I cittadini tutti, i giovani, gli anziani che credono nella liberta' individuale, come in tutte le liberta', credono nel valore dell'autodeterminazione dell'uomo, avverso ogni prevaricazione, religiosa, razziale, politica, sappiano che le conquiste delle liberta', quando si pensa che siano raggiunte, necessitano sempre di essere vigilate, nutrite, protette, giorno dopo giorno, contro ogni rischio del loro restringimento.
Nella nostra Italia del delirio da meta' '800, la Chiesa Romana si prodiga a deliziosa cornice, "abbellendo" il quadro politico italico. Noi spettatori, con gli occhi scintillanti, e non di felicita'…
L'attacco e' giornaliero, come la buona azione quotidiana che fa bene, "ci sono i numeri in Parlamento per cambiare il mito dell'aborto" continuano dal settimanale cattolico "Famiglia Cristiana" (fino a pochi anni fa il settimanale piu' diffuso e venduto d'Italia spedito capillarmente in tutte le parocchie).
Il fatto ha tutta l'aria della guerra dei 30 anni, era il 22 Maggio 1978, quando un referendum popolare, massima espressione del popolo sovrano, con maggioranza schiacciante, sanci' la liberta' delle donne a poter abortire umanamente negli ospedali, e non come era stato fin a quel momento, nella illegalita', nella clandestinita', come le bestie, nelle cantine, tra le mani delle mammane.
Rantzinger, all'attacco: parodie e dintorni di un Papa. Ecco cosa asserisce, sue testuali parole….
"l'aver permesso di ricorrere all'interruzione della gravidanza, non solo non ha risolto i problemi che affliggono molte donne e non pochi nuclei familiari, ma ha aperto un'ulteriore ferita nelle nostre societa', gia' purtroppo gravate da profonde sofferenze". E continua:   "puo' non riconoscere che difendere la vita umana e' diventato oggi praticamente piu' difficile, perche' si e' creata una mentalita' di progressivo svilimento del suo valore, affidato al giudizio del singolo".
La vita e' affidata al giudizio del singolo? Ed il singolo chi e' se non la medesima donna che porta in grembo un essere che ha deciso di non avere? Unicamente e moralmente responsabile ed unica a poter aver il diritto inviolabile di poter scegliere, in base alle sue convinzioni profonde, se avere o non avere quel futuro bambino, se portare avanti o non portare avanti con l'amore di colei che desidera , o con la disperazione di colei che non desidera.
Ma Ratzinger, vescovo supremo, conosce solo la Legge di Dio, perche' la vita e' di Dio quindi non la tua, non la mia, soffocando ogni diritto dell'uomo, anche quelli piu' inalienabili.
Ratzinger continua a essere disorientato nello spazio e nel tempo, crede di trovarsi in un tempo passato remoto, quando la Chiesa Romana razzolava e razzolava, il tempo nella quale si confondevano meravigliosamente poteri temporali e poteri spirituali.
L'amato Papa, si abbandona –per interessata disperazione– in una kermesse mediatica con forti sapori delle piu' drastiche, basse, deplorevoli ingerenze vaticane della vita pubblica di questa sfortunata nazione.

Analizziamo a fondo qualche passaggio del pensiero apostolico ratzingeriano, osserviamo l'espressione "aver permesso" … chi ha permesso se non il Popolo Sovrano?
Ma Ratzinger, sicuramente non sa bene cosa sia un popolo sovrano. Noi gli sussurriamo, dolcemente e delicatamente: caro Papa, questo e' il 2008, non il 1808….
Ratzinger sempre disorientato spazio-temporalmente, nella patetica "divina" difesa della vita umana  (anche una cellula ), fa trapelare un qualcosa di parallelamente veritiero: la legge 194/78 va cambiata.
Noi, difatti, sull'onda lunga del verbo pontificio, asseriamo medesimamente: la legge va cambiata.
Con urgenza chiediamo al neo-ministro Sacconi, che la legge 194/78 sia modificata, garantendo la sua reale applicazione. Non e' piu' tollerabile che una legge di Stato a sovranita' popolare, sia continuamente osteggiata e impedita nel suo esercizio.
 
Come stanno le cose?
In quasi tutta l'Italia, per abortire secondo la legge 194/78, devi inserirti in lista di attesa. La lista e' infinita, stramaledettamente infinita, peggio di fare una TAC, o la mammografia. Ad esempio nel capoluogo campano, i tempi di attesa per una regolare interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), sono di oltre 30 giorni. Sempre nel capoluogo campano, su oltre 1300 donne che si presentano in un anno per una Ivg, oltre 500 non la effettueranno mai (scoraggiate dai "filtri" e dalla mole delle liste di attesa) e, di quasi tutte queste 500 anime, si perderanno le tracce; la qualcosa significa che non si sa dove vanno a finire, vuoi vedere nelle cliniche ovattate a pagamento sommerse o, peggio, nelle nuove clandestinita', fresche mammane?
 
Cosa dice la legge 194/78?
Nella timida quanto ombreggiata relazione dell'ex-ministro della Salute Livia Turco al Ministero della Salute lo scorso marzo al Parlamento, la legge citata rimane una tra le piu' brillanti, ponderate, simboliche espressioni del grado di civilta' giuridica del Bel Paese. La legge 194, intitolata "Norme per la tutela sociale della maternita' e sull'interruzione volontaria della gravidanza", garantisce, riconosce e tutela il diritto della donna ad interrompere, gratuitamente e nelle strutture pubbliche, la gravidanza nei primi 90 giorni di gestazione, quando circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternita' comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica e/o psichica, in relazione od al suo stato di salute, e/o alle sue condizioni economiche, e/o sociali e/o familiari, e/o alle circostanze nelle quali e' avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito (art. 4) .
La procedura dell'Ivg puo' essere effettuata presso le strutture pubbliche. Sono previste azioni educativo-informative per prevenire l'aborto, e ai medici che dissentono e' consentita l'obiezione di coscienza. Pertanto, non un mezzo per il controllo delle nascite (specificato gia' nell'art. 1), ma una norma che tutela, protegge, garantisce il Diritto e la Liberta' di scelta delle donne di fronte alla gravidanza, alla procreazione cosciente e responsabile.
"Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternita' e tutela la vita umana dal suo inizio.
Marco Pannella e' il padre storico della liberta' delle donne a non morire nelle cantine, tra le gelide mani delle mammane. Pannella asserisce, senza mezzi termini, che le parole di Ratzinger risuonano come una autentica bestemmia contro la verita' storica di questa legge, una reiterata bestemmia contro la laicita' dello Stato Repubblicano e della sovranita' popolare.
Pannella dice il vero.
 
Gli aspetti medico-legali.
E' chiaro che quello che da un punto di vista scientifico e medico-legale valeva 30 anni fa, oggi potrebbe essere superato. I progressi scientifici nel campo medico-chirurgico
( 1) dovrebbero permettere anche di applicare la procedura dell'Ivg ambulatorialmente, come ambulatorialmente oggi si applicano con facilita' e senza alcun rischio, tante tecniche chirurgiche, e non solo quelle dentistiche.
La procedura effettuata ambulatorialmente, in presidi predisposti e ai quali le autorita' sanitarie avranno dato il permesso di svolgere la procedura Ivg, permetterebbero di evitare il disagio che la stragrande maggioranza di donne ha di fronte alle liste di attesa ospedaliere. Oltremodo,
(2) la pratica ambulatoriale dovrebbe essere estesa a strutture private, e non ai soli presidi ospedalieri pubblici. Si potrebbero
(3) usare i gia' presenti sul territorio consultori famigliari –seppur in scarno numero- che si potrebbero attrezzare alla bisogna.
Tuttavia, seppur siano bassissimi i rischi di complicanze post-operatorie dell'Ivg, le acquisizioni scientifiche
(4) hanno dato luogo a nuovi protocolli che in Italia per amore del Papa sono disattesi, contrariamente a quanto accade nella quasi totalita' dei Paesi della Ue. Ci riferiamo alla possibilita' di abbassare ancora di piu' il trauma chirurgico con la prescrizione della pillola RU486, in una pratica esterna a quella ospedaliera per due ordini di motivi:
(5) evitare di ingolfare ancor di piu' le abbondanti liste di attesa, e una riduzione dei costi sanitari che nel caso della ospedalizzazione coatta della procedura RU486, sarebbero pesantemente onerose per il Ssn .
L'iter della Ivg, garantito dalla legge 194/78, e' una procedura sanitaria ben precisa, che risponde a delle esigenze motivate e mirate di una donna, seppur la certificazione medica
(6) rientri nella logica di tutte le procedure di accertamento medico-legale prima di un intervento sanitario, si dovrebbe creare un percorso alternativo, abolendone l'obbligo della automaticita' di una prescrizione che in questo singolo caso risulta essere fin troppo una banale formalita', che nella totalita' dei casi rimane vissuta con un senso di frustrazione per la donna.
La prevenzione dell'aborto, come di quanto di salute interessi la sfera sessuale, non deve venire per caso. Sono necessarie mirate, mature, coscienti politiche sociali,
(7) di conoscenza e coscienza della sessualita' individuale, della contraccezione urgente e programmata, dando vita ad un processo di maturazione personale e sanitario che non puo' piu' restare retaggio di scoperte casuali, ma deve essere integrato in un piano sociale e programmatico nelle scuole, partendo dagli istituti elementari.
Il neo-ministro Sacconi si prodighi come il neo-ministro Brunetta:
(8) il licenziamento coatto dei bigotti, quelli che intendono fare il medico ginecologo, tralasciando quanto e' predisposto   alla loro operabilita', mascherandosi e nascondendosi dietro il dito della "obiezione di coscienza" che a noi pare piu' una "obiezione" per lavorare di meno.
Fare il medico ginecologo significa garantire, senza ritrosie alcune, ogni tipologia di pratica come anche quella dell'Ivg, le A.S.L.O. dovrebbero accertarsi che il medico espleti tutte le funzioni sanitarie e chirurgiche specifiche per la sua specializzazione, oltremodo non assumendo ginecologi obbiettori.
Anche nelle scuole di specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia, devono essere ammessi   medici che in futuro non possano avere "illuminazioni divine" stile Giuliano Ferrara, perche' in tal caso potra' essere ammesso il cambio di specialita', e quando non operabile, il licenziamento del medico ginecologo obbiettore.
In Italia si raggiunge, per i medici obbiettori di coscienza, l'80% del totale dei medici ginecologi, sono tutti devoti cristiani?
Ebbene, se un medico e' cattolico, deve tranquillamente evitare di lavorare in ginecologia, qualora non intendesse operare nella interruzione volontaria della gravidanza, dovra' scegliersi altra specializzazione, o dovra' cambiare lavoro.
Il sistema sanitario e' profumatamente pagato da tutti noi, e non possiamo permetterci di avere medici bigotti che, di fronte al loro dovere si nascondono dietro il dito del Vaticano, creando non pochi disagi alla collettivita' ed alla dignita' della donna, come accade anche per quei medici bigotti che si rifiutano di prescrivere la "pillola del giorno dopo". Noi potevamo comprendere un medico ginecologo obbiettore di coscienza  nel 1978, quando entrava in vigore la legge, il medico per un attimo era disorientato, si trovava ad un bivio e  in quel caso poteva scegliere, in quanto fino quel momento l'Ivg non era legge di Stato.
  Ma cosa c'entra l'obiezione di coscienza oggi, dopo 30 anni dalla legge?
E' una posizione garantita da uno Stato che nei fatti e' quello del fondamentalismo vaticano.
Dobbiamo abbattere l'ideologia prevaricatrice vaticana, aprendo la strada al senso pratico delle faccende che devono facilitare la vita dei cittadini invece di complicarla.
Si licenzino senza mezzi termini i medici bigotti che non applicano la legge e che creano disagi alla collettivita'.
Il cittadino esige un sistema sanitario funzionante in ogni sua parte, e' inaccettabile quello che avviene in Italia, salvo poi scoprire che   un certo numero di obbiettori, nelle cantine, diventano mammane.
E' anche inaudito che un ospedale come il Galliera di Genova, prelevando fondi del Ssn, dallo Stato  da Noi tutti, vieti l'Ivg: e' legge di Stato e deve essere garantita, altrimenti si blocchino i fondi economici all'ospedale, e si proceda coi sigilli.
Sapete chi e' il direttore dell'Ospedale Galliera? L'arcivescono di Genova Angelo Bagnasco…. , il Presidente della CEI… dove vogliamo finire?
La nostra vita, non vuole essere come intendono insegnarci Bertone, Bagnasco e Ratzinger.
Chi vuole seguirli, lo faccia nella propria intimita' personale, che non intacchi il laicismo di uno Stato repubblicano, altrimenti il risultato e' non credere nelle Istituzioni laiche e liberali, ma in un sistema uguale alla Teocrazia Iraniana. Non ci attendiamo molto sul piano dell'onesta' laica del ministro Sacconi, che' essere ostaggio del Vaticano in Italia e' un fatto comune, sia tra i parlamentari di destra come in quelli di sinistra. Ci attendiamo viceversa, uno scatto che nasca da esigenze del cittadino, che non possono restare appese al fondamentalismo dei vescovi.
  In Italia il grottesco e' superato, ormai siamo oltre.
Siamo oltre, siamo al delirio, quando osserviamo certi politici riempirsi di parole come presenziare i family-day, e poi, nei fatt,i avere due, tre o piu' … famiglie….
La societa' civile ha bisogno di crescita, civilta', progresso, non il medioevo dei vescovi. Se lo tengano per loro, e lascino stare il Parlamento, luogo di laica sacralita' del popolo sovrano. Pontificano sulla famiglia e sulla educazione dei figli nostri, su cosa devono fare le donne, proprio loro che di famiglia hanno una grande esperienza pratica, quale essa sia non lo comprendiamo e non intendiamo comprenderlo. Pontificano di giovani impediti nell'unione sacra del matrimonio sacro, perche' precari e senza dimora ove vivere, mentre i denari vaticanensi sono gonfi di migliaia e migliaia di residence, condomini, appartamenti sparsi ovunque su tutto il territorio italiano, perche' non metterli a disposizione dei giovani da unire nella sacralita' del matrimonio sacro? Si occupano della "vita" della cellula impregnata dallo spermatozoo e non della fame nel mondo, dei bambini negli orfanotrofi con la legislazione quellaItaliana tra le peggiori in tema di adozioni, mai della salute, dell'ambiente, della terra, delle acque, del mondo intero.
Che si blocchino urgentemente le onde di Radio Vaticana, indecorosa e irrispettosa degli ordinamenti dello Stato Repubblicano, diabolica verso la salute dei cittadini tutti in special modo dei bambini (clicca qui).
Che si blocchi urgentemente il "furto legale" votato dai Parlamentari "servili" dell'8 per mille, fondi indispensabili allo sviluppo e alla ricerca scientifica, al progresso contro le malattie nel mondo, 4 miliardi di euro all'anno, sottratti indebitamente al popolo italiano, che gonfiano le nutrite casse della Cei, una intera finanziaria tra fondi dell'8 per mille, defiscalizzazioni, tasse che   il Vaticano non rende all'erario dello Stato Italiano, quindi a tutti Noi, molti di essi, hotels, agenzie viaggi e tanto altro business nascosto e segregato nel simbolo vaticanense.
Risorse economiche ingentissime sottratte al futuro dell'Italia, ai giovani, alla ricerca scientifica.
Cosi i giovani cervelli fuggono all'estero, Rubia in Spagna.
Nessun Paese Estero si muove come il "granchio" italico.
Noi ritorneremo al nucleare vecchio, perche' non ci sono stati, e ancora non ci saranno, fondi per studiare il nucleare di 4a generazione, certamente molto piu' sicuro di quello attuale.
Con fondi economici insufficienti e sovente assenti, abbiamo tralasciato, altresi', le ricerche sulle fonti energetiche alternative, come da anni ricercano e perfezionano all'Estero, loro non hanno la palla al piede vaticana.
Questo potra' significare ancora sofferenze, ancora malattie e ancora morti premature.
Ma al Vaticano la sofferenza piace, perche' purifica ed avvicina al Creatore.
Vogliamo augurarci, per il bene dell'Italia, che nel programma del neo-ministro per le Riforme Umberto Bossi, ci sia nella sua vistosa agenda politica anche una laica urgente riforma di uno intollerabile concordato Stato-Chiesa.
Noi lo auspichiamo con urgenza, per il bene di tutti gli Italiani e del nostro prossimo.

Ps

- Senza attendere i lavori di un Parlamento che stentera' a non essere servile verso il Vaticano, il cittadino da subito puo' indebolire la prevaricazione ed il fanatismo religioso evitando di ingrassare le casse della CEI, non lasciando lo spazio per la devozione dell'8 per mille in bianco, ma scegliendo enti morali e laici, e quando non lo si hanno devolvendo alla Chiesa Valdese.

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