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Le Energie Sottili. L'uomo parlante sente con gli occhi vede con le orecchie
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Articolo di Giuseppe Parisi
15 gennaio 2008 0:00
 
"Ascoltare è una cosa magnetica e speciale, una forza creativa. Gli amici che ci ascoltano sono quelli cui ci avviciniamo. Essere ascoltati ci crea, ci fa aprire ed espandere."
(Karl Menninge)

L'uomo e' l'essere eletto e superiore, l'unico a poter comunicare attraverso il linguaggio. Successivamente fu l'uomo superiore alla donna, ed e' stato il pensiero preponderante, sull'onda lunga dell'influenza clericale pervasa di retorica umanistica. Fu un grande imbroglio, tanto dannoso per l'umanita' che la stessa ne risentira' ancora per tempo.
L'uomo moderno, imbottito di tecnologia avanzata, soffre nell'acquisizione di una consapevolezza che gli possa permettere di interiorizzare il suo ambiente circostante, in una fluida dinamicita' inclinata al rispetto del suo equilibrio. Uno degli esempi piu' evidenti , al di la' delle rivoluzioni tecnologiche e scientifiche, e' il mezzo della "comunicazione" umana, che non e' semplicisticamente il linguaggio ne' i media, ma la comprensione ed il rispetto delle esigenze altrui.

Il Linguaggio quale mezzo di comunicazione?

Il linguaggio, che l'uomo possiede a differenza degli altri primati, primordialmente si sviluppo' grazie ad una predisposizione anatomica delle strutture annesse, ma ando' proprio cosi'?
L'essere umano primitivo non aveva il linguaggio, se non in una serie di rudimentali rumori fonetici, codificati da madre natura, che offrivano la possibilita' di una rudimentale trasmissione di pensiero, sufficiente alla cosa piu' importante, la sopravvivenza della specie.
Un brillante esempio di comunicazione rudimentale dell'uomo si ha con i nostri neonati. Il loro pianto, gli ulteriori rumori fonetici, sono espressione della comunicazione rudimentale, che il neonato riserva al suo nuovo mondo. La Biotipologia Umana, una disciplina medica Olistica nata con Ippocrate, valuta il "temperamento" del nuovo arrivato, da particolari sfumature dei rumori fonetici e da caratteristiche del pianto. Quindi il medico esperto, attraverso l'osservazione della gestualita' del neonato, lo studio del pianto e dei rumori fonetici, puo' delineare con grande precisione l'aspetto del "temperamento" del neonato, la traccia genetica caratteriale che non abbandonera' l'individuo per tutto il resto della esistenza.
Sono ancora gli animali a conservare quella forma di comunicazione primordiale composta da "energie sottili", una comunicazione profonda nella quale esprimono anche il loro temperamento, figlio del corredo genetico caratteriale, codificabile dai comportamenti che assumono soprattutto quando neonati. Alcuni studiosi hanno tentato di ridurre la comunicazione animale in un possibile "linguaggio" dei gatti, arrivando a ipotizzare una struttura lessicale costruita sulle varianti rumorose degli striduli felini. Anche i cani (e chi non piu' di loro) hanno il loro linguaggio di energie sottili, oltre ai timbri fonetici che variano di tonalita', intensita' e ampiezza . Gli animali, attraverso le energie sottili, comunicano avvertendosi, comprendendosi, trasmettendosi, anche nel raggio di distanze di decine di chilometri. Ne sono anche un esempio le Api.
L'umano linguaggio attuale e' dovuto ad una lenta evoluzione e ad un perfezionamento delle aree anatomiche predisposte, nonche' ad un adattamento delle aree cerebrali che la sostengono. Ma perche' l'uomo ha avuto tale possibilita'?
Tale situazione non sarebbe stata, viceversa, l'assenza di una piu' ampia, articolata, profonda capacita' comunicativa, presente negli animali?
La necessita' per la comprensione tra due umani o la trasmissione di "elementi" comunicativi estranei al perfezionato linguaggio, ovvero la trasmissione di elementi vissuti allo stato subliminale, "energeticamente sottili", presenti nelle specie viventi, di cui gli animali ne sono largo esempio?
Parlando delle specie viventi, si intendono sia la flora che la fauna, il mondo vegetale e quello animale, considerando non per ultimo il mondo minerale, che necessita di un capitolo proprio, ma anch'esso con un "linguaggio subliminale" evidenziato attraverso le "energie" che esprimono nei propri contenuti, i quali entrano in rapporto relazionale con gli animali e con l'uomo.
Il linguaggio umano fu acquisito lentamente nei millenni, giostrato da una necessita' dovuta alla incapacita' di perfezionare altre forme di comunicazione. Per cui non deve sbalordirci che oggi gli umani continuano a non comprendersi. Questo perche' il linguaggio non fu l'elemento dello sviluppo comunicativo che sorreggeva la comunicazione profonda, ma fu un rudimentale primitivo mezzo che forniva la logistica per le necessita' primarie tra le esigenze umane, cosi' come accade ancora oggi, non illuminate dalla comprensione profonda degli altri e del mondo circostante. Elementi riduttivi, "informativi", che, non potendo evolversi si sono arginati alla rudimentalita' del mero linguaggio, privi di quei contenuti che io qui chiamo "energie sottili". Il risultato finale fu quello dell'egoismo e del non rispetto degli equilibri naturali e della natura, proprio perche' non avvertiti quali parti del proprio essere.
La comunicazione tra gli esseri, e quella con se stessi (pensiero), espressa nel linguaggio, comportava rimaneggiamenti che nel tempo potevano anche stravolgere il simbolismo che la parola suscitava sulla emozione (energia sottile). Ad esempio, la parola "liberta'" oggi, in occidente, fa assumere un certo tipo di atteggiamento mentale, differente da come avveniva uno, due o piu' secoli or sono. Il pensiero emotivo che muoveva le parole "morte", "vita", "destino", nel tempo hanno variato significato, valore, simbolismo, essenza.

Il pensiero genetico
La natura biologica dell'uomo, il suo pensiero, la sua azione, l'adattamento al mondo circostante, continuano ad essere un dinamico evolversi. Se esistono coloro i quali la storia la fanno, e gli altri che la subiscono, puo' anche essere intuibile l'esatto contrario, cioe' che e' proprio il pensiero collettivo a muovere la storia in una certa direzione, e condizionare coloro i quali credono di farla. Se e' vero che la politica condiziona la vita dei cittadini, il "pensiero collettivo" ne e' motore trainante. Il pensiero di un popolo e' il risultato di scambi subliminali, energie che sono veicolate in profondita' con chi sta intorno e che, piu' che un'influenza esterna, subiscono un'influenza genetica. In altre parole, un popolo ha il senso del significato di "liberta'" non come lo spiegano i politici di turno e/o i media, ma dalle influenze genetiche dei precedessori e dalla quantita' di scambi energetici tra i soggetti di un ambito territoriale.
Cosi' il significato di comunita' assume realta' palpabile e spiega perche' esistono ambiti sociali super-degradati come quello di Napoli, e altre ralta' migliori, a prescindere dalla politica e dai media. Ma Napoli, l'Italia puo' risorgere, se solo le comuunita' dei singoli cittadini sapessero comunicare piu' primordialmente: geneticamente ne siamo capaci, lo spiega la nostra storia.
Studiosi del comportamento umano, tuttavia asseriscono che il pensiero comune e' equiparabile ad un sistema di "sottili interrelazioni energetiche" che risultano, almeno attualmente, inquantificabili da un punto di vista scientifico. In altri termini, ed in parole piu' povere, sembra che il nostro cervello sia capace di lavorare con sistemi ancora non molto conosciuti -meccanismi di "trasmissione" di "energie sottili"- con i suoi simili, che tali rimangono allo stato subliminale e sono primitivamente nati con noi. Essi generano comportamenti generali di "massa", che diventano superficiali e avvertiti come consapevolezza in una piu' larga scala di popolazione.
Questo giustifica come l'Italia abbia avuto una suprema difficolta' nel far nascere un pensiero comune, se non quell'ultimo impresso secolarmente dal Vaticano.
Giustifica anche l'assenza di sentimento patriottico, se non nel momento dei mondiali di calcio. Quindi il nazionalismo di un popolo, non e' meramente un fatto politico (questo puo' migliorarlo o peggiorarlo), ma dipende dalle caratteristiche intrinseche di un popolo.
Cosi' il nazionalismo non e' il disegno di speculazioni, di logiche di enfatizzazioni mediatiche di tipo politico, ma la capacita' di un popolo di entrare in relazione con il proprio simile.
Studiosi sono alla ricerca di tali "energie sottili", e possiamo immaginare quale pericolosa manipolazione potrebbe capitare se qualche scienziato trovasse la chiave di lettura di tali fenomeni. Addirittura, potrebbe essere una fortuna se la scienza avvilita da una logica "riduzionista" dovra' faticare non poco tempo prima di acquisire scientificamente la comprensione di fenomeni che, invece, gli animali conservano da millenni.
L'unica cosa buona che si puo' addebitare alla scienza, e' di intuire e riconoscere che del "cervello" si sa solo il 5% e il 95% rimane sfortunatamente (fortunatamente?) sconosciuto.
Le "energie sottili" non sono cresciute con la tecnologia, sono nate con l'uomo perche' fanno parte del suo essere, pertanto non hanno mai avuto ne' territorialita' ne' tempo.
Un esempio di energia sottile e' la liquificazione del sangue di San Gennaro, impressa dalle energie di massa. Altro esempio e' l'intuizione del futuro, la capacita' di "visualizzare" quello che ancora non c'e'. Pensiamo allo scrittore francese Giulio Verne che, nei suoi racconti, scriveva con estrema e sorprendente precisione tutto quello che poi, in effetti, avvenne.
Questa disciplina, inquadrata nella riduzionistica concettualita' del "futurologo", invece, non e' altro che una percezione delle "energie sottili".
Ormai siamo abbastanza avanti per conoscere il nostro immediato futuro, cioe' quello che accadra' per l'umanita' nei prossimi 40-50 anni. Di questo ne disserteremo la prossima volta.

Conclusioni
Le energie sottili non sono estranee alla ricerca scientifica, soprattutto quella per scopi bellici . Per vincere una guerra non servirebbero piu' armi di distruzione, sarebbe mezzo piu' efficace e veloce qualcosa che trasmettesse saldamente una emozione contraria, ad esempio che il dittatore di turno vuole il male dei cittadini. E tutti, sulla medesima frequenza d'onda, riconoscerebbero il dittatore come il proprio principale nemico.
Studi scientifici effettuati sugli animali, hanno riscontrato la grande capacita' di questi ultimi a trasmettersi ogni tipo di informazione attraverso il pensiero, anche a grandi distanze.
Sono molti gli studiosi che attualmente si cimentano in tecniche di comunicazione non-verbale, ma chiaramente tali tecniche non sviluppano la sopita capacita' dell'essere umano.
Interessante e' che le energie sottili rimangono impresse geneticamente, di generazione in generazione. Probabilmente e' questa la spiegazione dei comportamenti sociali tipici di un popolo, arginate dalle limitazioni dei confini.


Bibliografia
- Abbagnano N., Storia della filosofia, vol. VI, TEA, 1995.
- Robert A. Hinde. Biological bases of human social behaviour. Edizione Mc Graw Hill, Londra, 1984.
- Corrado Bornoroni. Biotipologia- La scienza dell'individualita' Umana. Casa Editrice Ambrosiana - 1999
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