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INPDAP E DINTORNI. PER UNA VOLTA… OCCHIO ALLA PUBBLICITA'!
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Articolo di Annapaola Laldi
1 ottobre 2007 0:00
 

ATTENZIONE, NOVITA' IMPORTANTE
ovvero (sottotitolo) Evviva! Finalmente il buon senso e la giustizia hanno vinto!

Il decreto del Ministero delle Finanze 45 del 7/3/07 e' stato modificato dalla legge 222/07 che ha convertito il decreto fiscale collegato alla finanziaria 2008 (d.l.159/07). L'art. 3-bis della stessa ha di fatto annullato le disposizioni che prevedevano l'automaticita' dell'iscrizione dei dipendenti e pensionati INPDAP alla gestione unitaria delle prestazioni creditizie. In pratica dal 3/12/07 tale iscrizione diventa volontaria, da comunicarsi in forma scritta, e quindi le iscrizioni automatiche gia' avvenute -nonche' le comunicazioni di “non adesione” gia inviate- si annullano.
Si riparte dall'inizio, e ci auguriamo che tutti i soggetti interessati vengano presto informati dettagliatamente al riguardo.


(Con questo scritto si fa seguito a quello pubblicato in questa stessa rubrica il 13 luglio 2007 clicca qui, aggiornando criticamente sugli sviluppi della questione e dando alcune indicazioni pratiche per finire con un appello).

AGGIORNAMENTO CRITICO

"Se tu non mi avessi avvertito, l'avrei buttato direttamente nella carta straccia", mi comunica un amico per telefono, annunciandomi l'arrivo della comunicazione"dell'INPDAP che annuncia ai propri pensionati quella che li' viene chiamata, diciamo cosi', impropriamente, "iscrizione volontaria" alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell'INPDAP" entrata in vigore con il D.M. (del Ministero dell'Economia e Finanze) (D.M.) 7/3/2007, n. 45.
Bisogna ammettere che questa comunicazione è un vertice di ipocrisia e un ottimo esempio di come si puo' dire la verita' dando, pero', a credere a un lettore distratto che … i fiumi scorrono dalla foce alla sorgente. I motivi che mi spingono a dare questa valutazione sono essenzialmente due.
Il primo è la forma in cui la comunicazione viene data che non è quella seria e impegnativa di una lettera, ma quella frivola di un depliant pubblicitario. Si presenta, infatti, come un quadernino di formato meta' A4 (16 paginette), sulla cui copertina, sotto l'intestazione in esteso del mittente, campeggia una fotografia accattivante che mostra, ambedue sorridenti, un uomo di una certa eta' e una bambina sugli 8-9 anni. Piu' in basso, su due righe si annuncia: "I servizi INPDAP non hanno eta'/ Guida per chi è in pensione".
Ebbene, io sostengo che una tale presentazione è inadeguata per la serieta' del contenuto, vale a dire l'annuncio che dal 1 novembre sulle pensioni INPDAP superiori ai 600 euro verra' applicata la trattenuta mensile dello 0,15% per l'iscrizione alla "Gestione unitaria" sopra citata, a meno che i pensionati non esprimano la loro volonta' contraria entro termini prestabiliti. Che cosa succede con tutto cio' che ha l'aspetto di una pubblicita'? Di solito, proprio quello che voleva fare il mio amico: si cestina subito, o, al massimo, si mette "momentaneamente da parte" per guardarla con calma… -cioè buttarla via un po' piu' tardi. Che cosa succede, invece, se il postino lascia una lettera? Ci precipitiamo ad aprirla, magari bofonchiando perche' ci aspettiamo qualche seccatura; ma l'apriamo subito e la leggiamo con attenzione almeno fin quando non ci appare chiaro che la cosa non è cosi' importante. Tutti quanti, signori dell'INPDAP compresi, sappiamo benissimo che le cose stanno cosi', ragion per cui che da parte dell'INPDAP sia stata scelta la forma del depliant pubblicitario (che ha ottime probabilita' di non essere letto) anziche' quella della lettera (che ha ottime probabilita' di essere letta) getta una luce sinistra sulla reale volonta' di una corretta informazione sull'argomento. A chi, a tempi anche supplementari scaduti per uscire dalla Gestione, si lamentera' di non aver saputo niente, l'Istituto non dichiarera' certo il falso dicendo: "La comunicazione l'abbiamo mandata a tutti a settembre 2007", ma che tale dichiarazione conterra' un alto tasso di ipocrisia, neppure questo potra' essere accusato di falsita'.
Il secondo motivo che mi suggerisce questo severo giudizio è rappresentato dalle parole usate nel depliant, dalla disinvoltura con cui sono manipolate.
Anche qui, nella sostanza, non si puo' accusare nessuno di dire il falso. C'è scritto tutto, ma è il modo che, per consolarci citando la Francesca dell'Inferno di Dante Alighieri, "ancor m'offende".
Leggiamo dunque insieme i punti chiave della missiva di due paginette, a firma della direttore generale dell'INPDAP, in cui sono contenute tutte le indicazioni necessarie, con un'alternanza di caratteri comuni e grassetto.

L'incipit è accattivante: "Sono lieta di comunicarLe che, a partire dal 1° novembre prossimo, Lei potra' accedere alle prestazioni erogate dalla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell'Inpdap […]". (il grassetto è nell'originale).
Il secondo capoverso annuncia: "L'iscrizione […] è volontaria e comporta, a partire dal mese di novembre, il versamento di un contributo pari allo 0,15% dell'importo lordo della pensione. […]. Segue l'indicazione che sono esentati dal balzello i pensionati con meno di 600 euro mensili (lordi o netti?).
E qui possiamo fare gia' un breve commento. Si dice: "Lei potra' accedere alle prestazioni …" e poi "l'iscrizione è volontaria". In italiano, quando si dice "Lei potra'", in un tale contesto, significa che alla persona viene data una possibilita' che è legata alla sua volonta' di usarla o meno. E infatti, subito dopo, si fa menzione di una "iscrizione volontaria". Se chi legge capisce subito che non gliene importa niente di iscriversi a questa "Gestione", potrebbe fermarsi qui, data anche la forma pubblicitaria della comunicazione, perche' c'è scritto che l'iscrizione è volontaria". E mal gliene incoglierebbe, cioè le cose andrebbero nel senso esattamente opposto alla sua non-volonta'.
Infatti, dopo aver riassunto le "magnifiche sorti e progressive" (e questa volta cito La ginestra di Leopardi) che lo attendono se si iscrive, nella pagina seguente si annuncia "Se Lei non intende iscriversi […]", che, nella normale logica delle cose, è l'esatto contrario di quello che ci si aspetterebbe. Perche', da che mondo è mondo, l'atto che esprime la volonta' è l'iscrizione, non la "non-iscrizione"!
Siamo dunque nella logica capovolta che era gia' alla base del D.M., di cui questa lettera è figlia assolutamente legittima, che, cioè, tutti i pensionati "sono iscritti di diritto" alla famosa Gestione unitaria, e che devono comunicare la loro volontà per "recedere da tale iscrizione " (art. 2), cioè, in parole più povere per "cancellarsi". Ma la lettera fa un passo avanti anche rispetto al Decreto, e parla appunto di "iscrizione volontaria", creando una certa confusione logica. Il motivo di tutto ciò non è chiaro, tanto più che sul sito dell'INPDAP
clicca qui
si può leggere una spiegazione molto più lineare e rispettosa della realtà dei fatti: "Lavoratori e pensionati saranno iscritti automaticamente alla Gestione […] e quindi non c'è bisogno di fare alcuna richiesta. L'iscrizione tuttavia non è obbligatoria, e chi non intende aderire dovra' manifestare la propria volonta' entro e non oltre il 31 ottobre 2007 […].
La lettera ai pensionati INPDAP si conclude con l'indicazione delle date entro le quali esprimere la non-volonta' di aderire alla Gestione o la volonta' di uscirne se non hanno voluto o potuto "cancellarsi" entro il 31 ottobre (vedremo dopo le modalita').

Questo per quanto riguarda la comunicazione ai pensionati INPDAP. Non so -e mi piacerebbe saperlo- se e come siano stati informati i dipendenti e i pensionati di enti e amministrazioni pubbliche non iscritte all'INPDAP (i ferrovieri, per esempio). Anche loro hanno ricevuto una specie di depliant pubblicitario? Andando su Internet non ho trovato niente di interessante, ma so di non essere una grande navigatrice.

QUALCHE INDICAZIONE PRATICA
Messi i puntini sulle "i" riguardo alla capziosita' della comunicazione ai pensionati INPDAP, passiamo al "che fare". La prima cosa importantissima è che questo problema riguarda, come appena detto, non solo i pensionati INPDAP, ma anche tutti i dipendenti in attivita' di servizio e i pensionati di enti e amministrazioni pubbliche iscritti ai fini pensionistici presso enti o gestioni previdenziali diverse dall'INPDAP" (art. 1/b D.M. 7.3.2007). (I dipendenti statali gestiti dall'INPDAP sono iscritti da molto tempo al fondo creditizio, pagano lo 0,35% della retribuzione lorda sotto la voce "ritenuta fondo credito" e non hanno alcuna possibilita' di recedere da tale iscrizione).
Sara' utile ricordare che il prelievo per l'iscrizione alla "Gestione unitaria" ammonta a 0,35% sullo stipendio lordo dei dipendenti e allo 0,15% sulla pensione lorda dei pensionati. Quindi, se un pensionato incassa mille euro netti al mese, la ritenuta non sara' di 1,5 euro al mese, ma un po' piu' alta perche' appunto calcolata sulla pensione lorda. Poi la ritenuta mensile va moltiplicata almeno per 12 (non so se le mensilita' aggiuntive sono sottoposte a questo balzello) e cosi' ciascuna persona puo' verificare quanto le costera' l'iscrizione alla "Gestione unitaria".
La seconda cosa altrettanto importante è informarsi bene sulle offerte di questa "Gestione unitaria" che consistono in "crediti" e "attivita' sociali".
I crediti consistono in "piccoli prestiti", "prestiti pluriennali diretti", "mutui ipotecari"; questi crediti sono erogati direttamente l'INPDAP nei limiti delle sue disponibilita' (che provengono dal gettito della tassa applicata su dipendenti e pensionati); ci sono poi anche i "prestiti in convenzione" erogati da societa' finanziarie e istituti di credito convenzionate, appunto, con l'INPDAP.
Delle attivita' sociali conosco solo quelle rivolte ai pensionati: "soggiorni senior", "case albergo" (1 a Pescara e 1 vicino a Roma), "assistenza e cura Alzheimer" (in alcune regioni convenzionate e in collaborazione con fondazioni e associazioni di ricerca scientifica), "convitti", "borse di studio", "vacanze studio", "master e dottorati", queste ultime quattro voci rivolte ai figli dei pensionati. Non so che cosa sia offerto a chi è in attivita' di servizio, ma comunque per tutti è raccomandabile raccogliere informazioni di prima mano presso uffici competenti, sindacati, patronati o al numero verde dell'INPDAP 800 10 5000. Due cose si possono chiarire subito: i pensionati INPDAP che rifiutano l'iscrizione alla "Gestione unitaria" non potranno accedere ai servizi creditizi, ma continueranno a poter usufruire di quelli sociali cosi' come dell'assistenza fiscale "modello 730".
Coloro che godono di una pensione inferiore ai 600 euro (lorda?) possono accedere gratuitamente a tutti i servizi.
Il terzo momento riguarda la decisione sul da farsi. Si danno tre casi:
a) Se, dopo avere fatto tutti i calcoli, una persona stabilisce che vale la pena pagare quella tassa per lasciarsi aperta la possibilita' di accedere ai servizi offerti, se ne sta zitta e buona; dal 1° novembre le verra' addebitata la tassa prescritta e potra' accedere a tutti i servizi previsti.
b) Se, invece, decide che per lei non vale la pena pagare neanche un centesimo per tali servizi, deve consegnare entro il 31 ottobre, all'ente da cui riceve lo stipendio o la pensione un modulo in cui esprime la sua "non adesione" alla Gestione. Detto modulo (ALLEGATO 1) puo' essere anche inviato per posta (meglio una raccomandata con ricevuta di ritorno) o tramite fax (che pero' forse è meglio evitare perche' si presta di piu' a disturbi di trasmissione). C'è da notare (e cio' vale anche per il punto seguente) che nel depliant per i pensionati dell'INPDAP le formalita' risultano semplificate rispetto alle notizie che circolavano un paio di mesi fa; non si parla di allegare la fotocopia della carta d'identita', ne' di fare la raccomandata A.R. Ma, c'è da crederci? (Siamo pur sempre in Italia!).
c) Se, per dimenticanza o altro, una persona ha lasciato passare il 31 ottobre senza inviare la disdetta, ha tempo ancora fino al 31 maggio 2008 per chiedere il recesso dall'iscrizione (ALLEGATO 2). In tal caso, tuttavia, si vedra' trattenere il contributo sullo stipendio o la pensione da novembre in poi e fino a che la sua disdetta non arriva a destinazione (e non sembra che abbia diritto al rimborso).

UN APPELLO
Un appello perche' chi è informato su questa operazione si faccia carico di avvisare il maggior numero possibile di persone, specialmente i pensionati e, fra di loro, i pensionati molto anziani. Perche' non ci vuole un'intelligenza leonardesca per capire che i maggiori contributori inconsapevoli al fondo della "Gestione unitaria" potrebbero essere proprio loro, che, specialmente se hanno un'eta' ragguardevole, vivono isolati e poco interessati a cio' che accade nel mondo. E a maggior ragione trovo deplorevole che proprio ai pensionati sia stata rivolta quella comunicazione di cui ho ampiamente parlato, che, lo ripeto, sia per la frivolezza della veste similpubblicitaria sia per l'uso di determinate parole, potrebbe spingere parecchie persone soprattutto molto anziane a non fare la dovuta attenzione alla cosa o a trarre indicazioni errate. Il prelievo pero' che incidera' sulla loro pensione, forse anche in una misura non indifferente in un momento in cui soddisfare le minime necessita' si fa sempre piu' costoso, sara' puntuale e perfettamente legale, anche se moralmente iniquo.

(a cura di Annapaola Laldi)
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