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Italia. Il Paese delle irrealizzazioni e' dominato dalla casta padrona o dalla casta cialtrona?
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Articolo di Domenico Murrone
1 dicembre 2008 0:00
 
Autostrade, ferrovie, riduzione del debito pubblico, estensione a tutti i lavoratori degli ammortizzatori sociali, riduzione delle tasse, tutela degli anziani, prospettive ai giovani, universita', ambiente, giustizia, competitivita', scuola, class action, liberazione del Sud (e non solo) dalle mafie. L'Italia e' il Paese delle riforme e delle infrastrutture annunciate: il Paese delle irrealizzazioni. Di fatto i cambiamenti avvengono, ma larvatamente, in modo surrettizio, senza alcuna relazione diretta con i propositi pubblici della classe politica, dei sindacati, dei rappresentanti delle imprese e di tutte le altre decine di corporazioni: avvocati, notai, commercialisti, medici, baroni universitari, magistrati e giudici, farmacisti. La sensazione per il cittadino e' di trovarsi davanti ad un muro di gomma parato avanti da questi conservatori dei propri privilegi.
Ma l'immobilismo, spesso, non giova neppure alle corporazioni, protese a difendere il loro potere con modalita' barocche che generano inefficienza.
 
Le corporazioni di notai, commercialisti, avvocati, ecc., nonostante i tentativi di Bersani, bloccano l'evoluzione delle professioni. Cosi', quando c'e' da affidare una mega consulenza, anche le imprese italiane l'affidano e sempre piu' l'affideranno ai grandi studi stranieri.
 
I grandi imprenditori italiani. Predicano mercato e appena possono si piazzano in settori non concorrenziali sotto la protezione del pubblico (Benetton con Autostrade, per esempio), poi all'estero perdono terreno. Il caso di Telecom Italia e' emblematico: aveva le stesse potenzialita' di tutti gli ex monopolisti europei, ora e' ridotta ad una compagnia nazionale con investimenti esteri solo in Sudamerica.
 
I sindacati. La Cgil e' il sindacato piu' arroccato attorno ad una visione delle societa' un po' vecchia. Operai e fabbriche esistono ancora, ma la situazione e' cambiata dagli Anni 60/70, quando veniva approvato lo Statuto dei lavoratori, con il molok Articolo 18 (che rende difficile i licenziamenti). La difesa di un principio ha portato l'Italia ad aver il mercato del lavoro allo stesso tempo piu' rigido (formalmente) e piu' flessibile e precario (nella sostanza: lavoro nero, uso improprio di contratti come le collaborazioni o abuso di partite iva, per mascherare lavoro dipendente).
In teoria, quindi, Cgil e' il sindacato piu' conservatore (tra i confederali). Cisl e Uil, invece, sono disponibili a rivedere alcuni principi, in accordo col Governo. L'Esecutivo coccola questi sindacati 'innovatori'. Ma ... qual e' il sindacato che maggiormente 'tutela' il lavoro piu' improduttivo e meno flessibile? E' la Cisl che e' molto radicata nel Pubblico impiego, dove neppure un fannullone conclamato puo' essere licenziato. Il Governo che a parole vuole innovare, si allea col difensore di uno dei mali italiani: le regole della pubblica amministrazione che, non per responsabilita' dei lavoratori (che magari approfittano della situazione), rendono quotidianamente difficile la vita ai cittadini. Il ministro Brunetta potra' pure sbraitare contro i fannulloni, ma se l'alleato del suo Governo si chiama Cisl, annunci a parte, tutto rimarra' fermo.
 
A lungo termine a chi giova questa situazione? Sicuramente non ai lavoratori giovani. Ma a guardare bene, neppure ai sindacati: hanno sempre meno iscritti, la meta' dei quali pensionati. Non giova neppure alla classe politica e alle ambizioni riformatrici dei vari governi: hai voglia a predicare ottimismo e decisionismo, hai voglia a dire 'che bravo che sono', a fine mandato il saldo sara' l'immobilismo e lo scontento.
 
Politici e magistratura. I palazzi della politica fiorentina sono alle prese con un'inchiesta sulla lottizzazione di un'area molto grande alla periferia della citta'. Tra piani e revisioni degli stessi sull'area, che e' attaccata all'aeroporto, la questione va avanti da due decenni.
Vi dovrebbero sorgere la sede della Regione, della Provincia, il nuovo stadio, case, un parco. Palazzo Vecchio (la sede del comune) in un modo o nell'altro ha adattato i progetti agli stimoli del momento provenienti da soggetti privati (l'ultimo in ordine di tempo e' proprio lo stadio della Fiorentina). Uno degli indagati, in un'intercettazione, dice: "Mi sembrano matti tutti... ogni volta che c'è un argomento nuovo... Per non fare mai niente".
Ora l'area, di proprieta' del gruppo Ligresti, e' sotto sequestro e i lavori bloccati e tra gli indagati ci sono due assessori comunali, uno si e' dimesso, l'altro e' Graziano Cioni, il cosiddetto sceriffo di Firenze, l'assessore alla Sicurezza, che cosi' parlava con l'assistente di Salvatore Ligresti, l'avvocato Fausto Rapisarda: "Un abbraccio per ora, io sono a lavorare come sempre per voi".
Nello stesso periodo Cioni impazzava sui giornali per le ordinanze contro i lavavetri, per le multe a chi stendeva i panni fuori dalla finestre o buttava una cicca per terra. Per far conoscere le sue mirabilie Cioni chiedeva un finanziamento proprio al gruppo proprietario dei terreni su cui sara' costruita la 'nuova Firenze'.
"Duecentomila nuclei familiari devono ricevere a casa il regolamento di polizia municipale, quello contro il degrado: insomma, una cosa seria, per la tutela del decoro di Firenze, che poi sono i cavalli di battaglia che ho scelto io". Rapisarda risponde: "Trenta?" "Aggiudicato, vai: gli altri li trovo io", risponde Cioni.
Non ce ne frega nulla dei risvolti penali della questione. C'e' una questione molto piu' grave da evidenziare. Firenze e' come tutte le citta' italiane: e' ferma, economicamente e socialmente ha perso l'anima. Ed e' emblematico che mentre l'assessore sceriffo 'combatte' lavavetri e la vecchietta che stende i panni, fa le feste e chiede soldi ad una soggetto che attende dal Comune licenze e regolamenti per poter concludere una serie di opere che renderanno milioni e milioni di euro. Il tira e molla dura da anni.
Tutto questo avviene a Firenze, che ha fama di essere ben amministrata. Si ha l'impressione che quel magmatico sistema di potere, che prima veniva attribuito alle regioni meridionali, si sia esteso anche nell'efficiente Toscana.
 
A chi giova tutto questo? Agli imprenditori? Ai politici? Certamente non ai cittadini. I ritardi sono voluti? Al fine di lucrare potere e soldi: finche' durano progettazioni e lavori si possono aprire nuove opportunita' per fare i propri comodi.
 
Giustizia. Da quando e' finita la prima repubblica il meccanismo si ripete. La politica non sa piu' gestire i conflitti tra poteri, ha perso autorevolezza. Cosi' prima o poi a tentare di mettere ordine nel caos interviene la magistratura. Con i suoi metodi, e di frequente, i peccati di ingordigia politica vengono scambiati per reati penali, creando i presupposti per la reazione della casta politica che finisce per parlare di giustizia ad orologeria.
La realta' e' che la giustizia in Italia e' alla frutta. Dove il conservatorismo dei magistrati fa il paio con una serie di provvedimenti della politica che poco hanno a che fare con la volonta' di rendere il sistema efficace. Emblematici sono gli imbrogli scoperti durante i concorsi per entrare in magistratura.
 
Ai privilegiati e' convenuto rifugiarsi nella conservazione? No. Almeno se si ha una visione proiettata al futuro, non concentrata sul proprio ombelico.
E quindi: e' una casta padrona o una casta cialtrona?
 
Casta cialtrona e intoccabilita', ancora oggi. Un piccolo esempio? Massimo Tabacchiera, presidente della societa' di trasporto pubblico di Roma, l'Atac, utilizza l'auto blu aziendale per far accompagnare i figli a scuola (1). Altro esempio piccolo piccolo? Il vice presidente del Consiglio regionale Toscana, Angelo Pollina, uno che vanta di essersi laureato honoris causa in Scienze Politiche all'Universitas Internationalis Studiorum Superiorum 'Pro Deo' degli Stati Uniti (sic!) (2), in diversi interventi in tv, se la prende con chi parla di casta politica "non e' cosi' …". Uscito dagli studi televisivi e' l'autista dell'auto blu ad aprirgli lo sportello.
 
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