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Mutui: i rischi della corsa al tasso fisso
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Articolo di Domenico Murrone
1 maggio 2007 0:00
 
Oddio! Rialzano i tassi! La rata del mutuo e' schizzata in alto di 150 euro. Accidenti a me quando ho scelto il tasso variabile! Perche' ha dato retta alla banca? Ah! Se avessi scelto il tasso fisso, era al 4,5%. Ora cambio, la legge Bersani me lo permette senza spese.

Da quando i tassi di interesse hanno iniziato a risalire c'e' la corsa al tasso fisso. La rata diventa troppo pesante e urgono immediati provvedimenti. Ma a volte la soluzione e' quella sbagliata, perche' inseguendo troppo "l'attualita'" si finisce per rimanere sempre nella coda piu' lenta. Un po' come quando nell'autostrada intasata si fa zig zag tra le corsie, per tentare di guadagnare gli "indispensabili" chilometri che ci separano dall'uscita. Tante sterzate per nulla, nella stragrande parte dei casi ci si rende conto che il camion rosso che avevamo preso come punto di riferimento e' ancora li', accanto a noi.

PER FARE CHIAREZZA
Il mutuo e' un finanziamento a lungo termine
, si arriva fino a 30 anni, oltre un terzo della vita media di un italiano. Un tempo "infinito", un tempo in cui puo' accadere di tutto. Negli Anni 80 i tassi sui mutui superavano il 20%, da allora e' iniziata una lunga discesa fino ai minimi di un paio d'anni fa, sotto il 5%.

Quando si decide di fare il gran passo -acquisto casa e mi indebito- sorge il dilemma:
tasso fisso o variabile? Scelta senza soluzione certa, in un certo senso e' una scommessa.
Ipotizziamo di accendere un mutuo a 25 anni e di poter scegliere tra un tasso fisso del 6% e uno variabile del 5%.

Col tasso variabile abbiamo il vantaggio di avere una rata iniziale piu' bassa, che poi varia seguendo l'andamento del mercato. Vinciamo la scommessa se i tassi mediamente rimangono al di sotto del 6%. In caso contrario perdiamo.

Col tasso fisso abbiamo inizialmente una rata piu' alta. Il vantaggio e' di avere la certezza di pagare costantemente una cifra stabilita. Vinciamo la scommessa se i tassi salgono e mediamente si mantengono al di sopra del 6%. In caso contrario perdiamo.

Nessuna persona seria puo' dire cosa succedera' ai tassi nei prossimi due anni, figuriamoci che fondatezza possano avere le previsioni a 10, 20 o 30 anni.

COME FARE A SCEGLIERE? Rispettiamo le nostre propensioni.
Se non amiamo i patemi d'animo e non abbiamo voglia di leggere le relazioni di Mario Draghi, Jean-Claude Trichet e Ben Bernanke (chi sono? Rispettivamente i governatori della Banca d'Italia, della Banca centrale europea e della statunitense Fed), e' meglio optare per il tasso fisso, forse spenderemo di piu' per rimborsare il capitale, ma vuoi mettere la tranquillita'! Senza considerare che col passare degli anni, la rata si "svalutera'" per effetto dell'inflazione. Una rata costante di un milione di lire, per un mutuo a 25 anni contratto nel 1997, dieci anni fa ci spaventava e rappresentava la principale uscita mensile, attualmente e' una delle tante voci di spesa, nel 2017 e' presumibile che i quasi 500 euro saranno una quota ancora meno importante del budget. Ci fermiamo con le previsioni: e' vero che il fenomeno della deflazione [nota 1] l'ha conosciuto in tempi recenti il solo Giappone ma, come gia' detto, nessuna persona seria puo' fare previsioni per tempi lunghi.

Chi e' pronto a seguire il mercato ed ha un reddito tale da non essere costretto a stringere eccessivamente la cinghia all'aumentare della rata, il tasso variabile puo' essere la migliore opportunita'. Di recente le banche italiane offrono prodotti a tasso e durata variabili con rata fissa. Anziche' aumentare il pagamento mensile, in caso di rialzo dei tassi aumenta il periodo di rimborso, che si accorcia in caso di discesa. Ci sono delle limitazioni (per un mutuo di 25 anni, di solito, l'allungamento non puo' superare i dieci anni). Puo' essere una buona soluzione per chi, pur accettando il rischio del tasso variabile, vuole pagare ogni mese una cifra stabilita.

Le ultime novita' introdotte dal Governo, abbattendo i costi per i clienti in caso di estinzione anticipata o di portabilita' del mutuo [nota 2], rendono la vita piu' semplice. La possibilita' di cambiare banca e la tipologia di mutuo a costi ridotti, pero', potrebbe rendere frenetici: il tasso aumenta e io passo dal variabile al fisso; il tasso scende, passo dal fisso al variabile.

UNA FACILE PREVISIONE
Il decreto Bersani, convertito con la legge 40/2007, ha previsto l'abolizione delle penali di estinzione per in nuovi mutui (quelli accesi dopo il 2 febbraio 2007), mentre ha delegato il compito di definire i livelli massimi per i vecchi finanziamenti. Se l'Associazione delle banche (Abi) e quelle dei consumatori non troveranno un accordo entro il 2 maggio, decidera' entro il 2 giugno la Banca d'Italia.

Tra poco piu' di un mese, quindi, tutti i vecchi mutui potranno essere modificati senza eccessivi oneri. E' c'e' da scommettere che iniziera' la corsa al tasso fisso, alla ricerca della tranquillita' perduta, nella speranza di evitare guai maggiori. E' cosi'?
Non nell'immediato. E' presumibile che il tasso variabile applicato sul proprio mutuo sia comunque piu' basso del tasso fisso che si riuscira' a spuntare. Inoltre, non e' detto che i tassi continuino ad aumentare. Le previsioni parlano di un ritocco all'insu' nei prossimi mesi, ma dopo? Un cambio di tasso in questo momento, quando gli stessi crescono da un paio d'anni, potrebbe rivelarsi inutile e costoso. Vale il consiglio iniziale: rispettare le proprie propensioni. Ragionare bene sul da farsi, documentandosi, soprattutto, nel caso si voglia procedere al cambio. Non per arrivare alla certezza, ma per fare una scelta consapevole, accettandone tutti i rischi. Si evitera' di chiudere la stalla quando i buoi sono gia' fuggiti.


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