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Il Paese di guano. Quando si stimola la conservazione
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Articolo di Domenico Murrone
15 aprile 2008 0:00
 
E si' diciamocelo, l'Italia e' un Paese di guano [1]. E' una matassa di contraddizioni impossibili da sbrogliare. E poco cambia se a combattere contro i malfunzionamenti sia un'impresa o un cittadino: e' impossibile fare la cosa giusta, e' impossibile capire e orientarsi. Rimane l'arte di arrangiarsi, ma che palle affidarsi sempre all'improvvisazione! Visto che non abbiamo soluzioni, approfittiamo per evidenziare altre contraddizioni che direttamente o indirettamente incidono sulle nostre tasche, sul nostro benessere e sulla competitivita' del Paese, che continua ad arretrare nelle classifiche che misurano il grado di innovazione.
 
Prendiamo Telecom Italia. La legge [2] attribuisce all'ex monopolista il compito di fornire il servizio universale: servizi di chiamata locale, nazionale, internazionale, ma anche il servizio di trasmissione dati (fax), e di collegamento ad Internet. Telecom non sempre rispetta tale obbligo, e a giudicare dalle segnalazioni che ci sono giunte, non si tratta di casi sporadici [3], anzi.
Aspettare oltre un anno per avere una linea telefonica e' roba da quarto mondo, altro che innovazione. Altro che telefono che allunga la vita, la gente deve rinunciare ad un servizio definito essenziale da mezzo secolo.
Il gestore ex monopolista non e' il responsabile di tutti i mali del Paese, ma certamente e' stato un freno allo sviluppo tecnologico dell'Italia, che una recente classifica ha posto in 124esima posizione, su 127 Paesi analizzati. Per intenderci, anche la Tunisia e' piu' avanzata del Belpaese [4].
 
Prendiamo la banda larga. Se non si riesce ad attivare il servizio voce, sulla banda larga siamo ancora in alto mare. Lo sappiamo e lo dicono in tanti, ma e' interessante leggere l'analisi che fa un manager della Brembo, una delle aziende italiane piu' prestigiose ed innovative al mondo (e' quella che produce sistemi frenanti per auto, moto, veicoli commerciali e per il settore delle competizioni: Formula1 compresa).
Ecco il pensiero di Paolo Crovetti, direttore Ict di Brembo.
Sulla banda larga siamo indietro in modo tremendo. E i gestori non stanno percorrendo una strada che possa facilitarne l'utilizzo. In altri Paesi e' diverso: la Francia ha realizzato un piano pluriennale e ha portato a casa un infrastruttura che per l'Italia e' un miraggio; in Giappone, dove tutto e' in fibra ottica, c'e' stata una progettazione a medio e lungo termine. Quello italiano e' un caso di mancata integrazione tra centro e periferia: perche' i cavidotti per portare la fibra, ci sono. Basta considerare che i comuni hanno l'Enel e hanno il gas. Inserire nei tubi gia' esistenti una fibra ottica non e' difficile. Noi in Brembo siamo stati costretti a farlo tra Curno e Stezzano (per collegare due sedi della societa', in provincia di Bergamo). Ma in Italia manca un disegno globale su cosa voglia dire fare la banda larga nel territorio.
 
Prendiamo le pmi. La grande azienda puo' rimediare alle inefficienze del sistema Italia, le pmi no. Ci riempiamo la bocca della bonta' e dei benefici apportati all'Italia dal suo sistema di piccole e medie imprese. "Sono loro che tengono in piedi la nostra economia". E' un vero miracolo italiano, perche' non c'e' nulla di razionale in questo sistema. I piccoli imprenditori, che tutti a parole vorrebbero spingere verso l'innovazione, nella sostanza ricevono 'stimoli' che vanno nel senso opposto.
Ritorniamo all'analisi di Paolo Crovetti.
In Italia abbiamo una legislazione che si basa ancora troppo sugli strumenti cartacei. Quando un'azienda decide di sostituire la classica carta, la normativa impone tutta una serie di adempimenti che alla lunga scoraggiano, rendendo piu' conveniente alle aziende, in particolari alle piccole, archiviare fatture e ricevute in forma cartacea, invece di effettuare investimenti di lungo periodo per informatizzarsi. Le leggi vigenti sul mondo It (Information technology) non sono fatte in una logica coerente con la filosofia della stessa It, e coerente con la flessibilita' e con la velocita' che richiede l'It.
 
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