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Tossicodipendenza. San Patrignano strumentalizza tragedie e dolore pur di attaccare Sert e riduzione del danno
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Articolo di Donatella Poretti
13 luglio 2009 0:00
 
Il patron di San Patrignano, Andrea Muccioli, non si lascia mai sfuggire l'occasione per demonizzare il metadone e la riduzione del danno. Dopo aver elogiato il brutale regime totalitario del Myanmar per la lotta alla droga (con impiccagioni, distruzione di interi villaggi, etc.) (1), oggi strumentalizza la morte di un bambino di due anni che ha ingerito il metadone del genitore pur di gettare fango su Sert e le politiche di riduzione del danno (2).
Muccioli ce l'ha con il programma di affidamento del metadone, quello che permette al tossicodipendente di affrancarsi dai viaggi quotidiani al Sert che spesso impediscono il reinserimento in una vita normale. Parla con disprezzo di 'genitori strafatti' che si addormentano sul divano lasciando il flacone in bella vista per il figlioletto. Un episodio questo, secondo il nostro, che dimostra il fallimento della politica di riduzione del danno.
Ma lo stesso Muccioli offre le cifre di questo 'fallimento': a suo dire, tre bambini muoiono ogni anno per overdose di metadone, a fronte di 85mila tossicodipendenti in cura metadonica. Perche' demonizzare tutto e tutti, invece dell'incoscienza di quei determinati genitori? Perche', per la stupidita' criminale di pochissimi dovremmo impedire a decine di migliaia di persone responsabili di non lavorare perche' devono ogni giorno impiegare ore per raggiungere il proprio Sert? O addirittura togliere a tutti il metadone, condannandoli al mercato nero dell'eroina?
La morte anche di un solo bambino e' inaccettabile e dobbiamo fare di piu' per evitarla. Ma non e' vietando il trattamento metadonico che la si combatte. Anzi, il figlio del tossicodipendente rischia molto di piu' se il genitore e' schiavo di spacciatori. Cio' che e' accaduto non ha a che fare con la riduzione del danno o con i programmi di affidamento del metadone, ma con l'incoscienza e la disattenzione di quei genitori. Infatti, cosi' come si muore di metadone, si muore -molto di piu'- per l'overdose di farmaci ordinari acquistati in farmacia o di detersivi acquistati al supermercato, oppure per una caldaia non revisionata.
Se i genitori sono incoscienti e criminali, la colpa non e' del metadone o della riduzione del danno. E non e' colpa neanche del vino -bevanda alcolica che San Patrignano produce, pubblicizza e commercia- se di questo si 'strafanno' i genitori. Il modo per combattere il fenomeno e' educare ed obbligare i genitori, tossicodipendenti e non, a tenere tutte le sostanze potenzialmente letali (farmaci, detersivi, solventi etc.) in appositi contenitori chiusi a chiave, cosi' come per le armi da fuoco. E se non lo fanno, paghino duramente.

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* senatrice Radicali - Pd, segretaria commissione Igiene e Sanita'
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