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Undici anni di fallimenti: eliminare le leggi inutili e' impossibile. La giustizia si intasa e gli avvocati gongolano
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Articolo di Domenico Murrone
15 marzo 2008 0:00
 
Dopo la cremazione, e' possibile disperdere le ceneri della propria madre in mare? In teoria si'. Il diritto e' previsto dalla legge nazionale n. 130 del 2001. E' un diritto effettivo? No. La materia e' s-regolata da norme locali che in parte contraddicono la legge 130. Cosi', in un momento drammatico dovuto alla perdita di un caro, per evitare di commettere un reato, ci si deve rivolgere ad un legale perche' interpreti la jungla di leggi e leggine. Parcella per la sola consulenza 500 euro. [1]
Quanti soldi buttati al vento! Se solo ci fossero meno leggi, piu' ordinate e chiare, l'Italia sarebbe un Paese migliore. Invece sono scritte in burocratese, con mille rimandi ad altre leggi.
 
Vista la situazione, nel 1997 l'Italia si e' avviata verso la semplificazione normativa. Obiettivo dichiarato: ridurre il numero delle leggi, accorpando in testi unici 'tematici' le norme. Obiettivo nobile e condivisibile. Obiettivo fallito. A distanza di 11 anni, nella relazione del Governo al Parlamento del gennaio scorso, si evidenzia “il grado di incertezza esistente attorno al numero di leggi vigenti” e che anche per questo gli strumenti di riassetto normativo hanno “fin qui prodotto frutti insoddisfacenti”. In pratica, il percorso di sfoltimento trova un ostacolo che appare insormontabile: sapere quante sono le leggi italiane. Si e' tentato di 'contare' solo le fonti primarie, tramite due canali (ministeri e banche dati), arrivando alla stima di 21.000 solo considerando leggi, decreti legislativi, decreti legge, regi decreti, ecc. (sono quindi escluse le fonti secondarie, come regolamenti e decreti ministeriali). La ricognizione ha appurato l'esistenza, ma i cittadini lo sanno bene, di norme che si contraddicono l'un l'altra, aumentando a dismisura la confusione e dando un definitivo calcio alla certezza del diritto.
Di certo c'e' che dal 1998 alla fine dello scorso anno, sono stati approvati ulteriori 1.414 provvedimenti tra leggi costituzionali, leggi di bilancio, conversioni di decreti-legge, ratifica di trattati, deleghe al governo e le altre leggi ordinarie.
Di certo c'e' che cosi' i tribunali si intasano e i processi lunghi hanno un costo sempre crescente. Dal 2002 al 2007 sono stati oltre 56 milioni di euro gli indennizzi che lo Stato (tutti noi) ha riconosciuto, perche' le cause non si sono concluse in un tempo ragionevole. E siccome il ministero della Giustizia non riesce a pagare tutto, i creditori hanno pignorato beni per oltre 15 milioni di euro.
 
Ma esiste la reale volonta' politica di mettere a posto le cose?
Sapete qual e' stata l'attivita' prevalente della Commissione bicamerale per la semplificazione della legislazione nelle 16 sedute della legislatura appena conclusa? Condurre L'indagine conoscitiva sulla semplificazione della legislazione, con particolare riferimento allo stato di attuazione del procedimento per l’abrogazione generalizzata di norme.
Le leggi di riferimento, la 59/1997 e la 246/2005, hanno conferito alla Commissione anche il compito di monitorare i passi in avanti compiuti. E come e' stato esplicitato questo compito? Audendo una decina di associazioni di imprese legate ai trasporti (Assologistica, Assiterminal, Fise, Cnsd, Assoporti, Unione interporti riuniti, Confapi, Fedespedi, Confcommercio e Assaeroporti) e due associazione agricole (Copagri e Cia).
Audizioni inutili che fanno parte di una vecchia cultura politica, che ha come risultato il tirare a campare. Una cultura che e' pienamente incarnata dal presidente della Commissione. Sapete chi era? Pietro Fuda, il senatore che a fine 2006 fu primo firmatario di un emendamento alla Finanziaria (poi accantonato) che avrebbe ridotto i termini di prescrizione dei reati contabili, anche quelli commessi dai funzionari della pubblica amministrazione.
E' questa la semplificazione che interessa alla classe politica? 
 
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