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L'ABI ABOLISCE LA LEGGE BERSANI. IL GOVERNO LASCIA PASSARE IN SILENZIO LE TENDENZIOSE INTERPRETAZIONI DELLE BANCHE
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Comunicato 
23 agosto 2006 0:00
 

Firenze, 23 agosto 2006. Le peggiori malefatte della "prima repubblica" venivano compiute in piena estate dai potentati politici ed economici. Purtroppo l'abitudine persiste nella seconda o terza fase della nostro poco trasparente Paese. Sicuramente le banche non hanno perso l'abitudine di lavorare per "fottere" i propri clienti sfruttando la flemma estiva a cui si abbandona la classe politica e le autorita' di controllo.
Cosi', dopo aver detto che le spese di chiusura di un conto corrente non sono abolite del tutto e che i tassi attivi possono variare in modo differente da quelli passivi
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l'Abi (l'associazione che raggruppa anche quelle banche che hanno venduto ai clienti azioni Parmalat, bond argentini e castronerie finanziarie come i "mitici" MyWay/For You) dice che neppure la penale per l'estinzione anticipata dei mutui e' "estinta", perche' tale costo non e' una penale!?! Cio' nonostante nella formulazione definitiva della legge Bersani e' stato aggiunto un comma che recita, testualmente: "In ogni caso, nei contratti di durata, il cliente ha sempre la facolta' di recedere dal contratto senza penalita' e senza spese di chiusura".
Con quel "in ogni caso" e "sempre", la norma stabilisce chiaramente che, a prescindere dalle variazioni intervenute o meno nel contratto, la banca non puo' mai applicare penalita' e spese di chiusura nel caso in cui il cliente receda da un contratto di durata (conti correnti bancari, finanziamenti, gestioni, depositi, ecc.).
La norma, almeno su questo punto, sembra di una chiarezza lapalissiana. E invece no. Perche' l'Abi, per l'ennesima volta, ha provveduto a diramare una circolare alle sue associate con la quale puntualizza che, secondo la loro interpretazione, con i termini "penale" e "spese di chiusura", non si devono intendere una serie di costi che sono -invece- chiaramente penali e spese di chiusura.
Il caso piu' classico di questa fattispecie e' proprio la penale di estinzione anticipata nel contratto di mutuo, che secondo l'Associazione bancaria, sarebbe un "compenso omnicomprensivo da corrispondere in caso di estinzione anticipata del rapporto stesso" e che quindi non si tratterebbe di somme aventi natura di penale o di spese di chiusura.
Il tentativo di arrampicarsi sugli specchi giocando con le parole, appare abbastanza evidente. Cosa faranno le banche? Applicheranno semplicemente la lettera e lo spirito della legge o si appelleranno all'interpretazione speciosa dell'Abi, continuando bellamente ad applicare penali e spese di chiusura anche quando vietate dalla legge? Temiamo che prevarra' la seconda ipotesi poiche' le banche sanno molto bene che saranno pochissimi i clienti che si prenderanno la briga di far valere le loro ragioni con azioni legali, magari per poche centinaia di euro.
Ma ci chiediamo, cosa aspetta il Governo -presidente del Consiglio, ministro dell'Economia e dello Sviluppo economico in testa- a diramare una loro circolare interpretativa sulla materia? O dobbiamo pensare che le tante parole sull'essenzialita' delle liberalizzazioni per il progresso dell'Italia siano sub judice della corporazione/potentato di turno?

Domenico Murrone, consigliere Aduc
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