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AGRICOLTURA BIOLOGICA: ATTENTI ALLE FREGATURE
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Comunicato 
14 settembre 2001 0:00
 



Roma, 14 settembre 2001. "bio", "naturale", "ecologico", "genuino". Sono alcune parole riportate sulle etichette di prodotti alimentari, che inducono il consumatore a ritenere che il prodotto proviene dalla agricoltura biologica. Ma non e' vero -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- perche' sono dizioni di fantasia che nulla hanno a che vedere con un prodotto "biologico". Il mercato e' interessante (in questi giorni si svolge a Bologna il Salone della alimentazione naturale) visto che in Italia ci sono 60mila aziende nel settore, con un milione di ettari e un fatturato annuo di 2.800 miliardi, ma fa gola anche a molti imprenditori (il biologico rappresenta solo lo 0.6% del mercato alimentare, ma aumenta al ritmo del 30% l'anno), i quali giocano sul filo del rasoio, ricorrendo a immagini del passato e offrendo prodotti "naturali". La dizione da riportare sulle etichette e' "prodotto da agricoltura biologica" o "da agricoltura biologica" (1) ma quello che occorre controllare sulle etichette e' il nome dell'organismo di controllo e il suo codice. In Italia la certificazione che un prodotto e' "da agricoltura biologica" e' affidata ad organizzazioni private dal Ministero delle Politiche Agricole, tra le quali Aiab, Bioagricert, Bios, CCPB, Codex, Ecocert, IMC, QC&I, Suolo e salute. Solo in questo modo il consumatore potra' evitare la confusione tra etichette pubblicitarie e quelle informative.
(1)Reg. CEE 2092/1991
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