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ALITALIA: MA CHI SE LA PRENDE? SECONDA PUNTATA
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Comunicato 
18 luglio 2007 0:00
 

Roma, 18 Luglio 2007. Sulla vicenda Alitalia riportiamo i comunicati stampa del 30 ottobre e del 7 dicembre 2006, che, sostanzialmente, ci sembrano attuali.

"Lo Stato Italiano mette in vendita l'Alitalia, la "nostra compagnia di bandiera", che ha 1004 miliardi di indebitamento, una perdita lorda di 275 miliardi nei primi 9 mesi del 2006 e che, stando alle dichiarazione del suo amministratore delegato, Giancarlo Cimoli, perde quando vola, per un valore di 1 milione di euro al giorno. Lo Stato cedera' il 30,1% delle azioni, per un valore di 425 milioni, il che comportera' una OPA del 100% del capitale. Chi comprera' una azienda in perdita che dovra' mantenere l'identita' nazionale di societa', il logo e il marchio, oltre agli attuali livelli occupazionali? Sara' un'Opera Pia? No, ovviamente, ma allora quali altre "garanzie" chiederanno gli acquirenti? Qualche "favore" in altri settori? Sara' Air One, il cui proprietario, Carlo Toto, si e' distinto per i contributi a forze ed esponenti politici, come dice il Corriere della Sera di ieri (125mila euro a Forza Italia, 20mila ad Allenza Nazionale, 65mila ai Ds, dei quali 20mila a Pier Luigi Bersani, attuale ministro allo Sviluppo Economico e 25 mila a Massimo D'Alema, attuale ministro degli Esteri)? O le banche che hanno determinato l'attuale sistema nel quale i risparmiatori sono considerati l'ultima ruota del carro?".

"E' noto che Jean-Cyril Spinetta, Presidente di Air France, e' nel consiglio di amministrazione di Alitalia, il che lascia presagire un piu' stretto accordo futuro se non proprio l'inglobamento della nostra "compagnia di bandiera" in quella francese, ovviamente dopo una drastica cura dimagrante".

Siamo stati buoni profeti!
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
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