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AUMENTO PREZZI E TASSE. PRODI COME PONZIO PILATO O LE TRE SCIMMIETTE?
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Comunicato 
2 dicembre 2007 0:00
 

Firenze, 2 Dicembre 2007. E' incredibile la dichiarazione che oggi il presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi, ha rilasciato ai giornalisti a Bologna che gli chiedevano un commento sull'aumento di prezzi e tariffe: "E' inutile tentare di diminuire le tasse e di aumentare quei salari se poi i prezzi si mangiano tutto... Si deve cominciare un'azione per garantire il potere di acquisto dei lavoratori e dei consumatori".
Il paragone ai detti popolari e' facile e semplice: il presidente Prodi fa come Ponzio Pilato o come le tre scimmiette? Cioe' se ne lava le mani o per non vedere si mette le mani davanti agli occhi? Non bisogna esser un luminare di politica economica per capire che un cambiamento energico di una tendenza economica non puo' accontentare tutti e che, soprattutto, da qualche parte occorre cominciare. Nel voler accontentare sempre tutti, l'alternativa e' che le cose restino come sono, coi soliti privilegiati che guadagnano, con le corporazioni e i monopoli (anche se travestiti da aziende ma con capitale sotto stretto controllo pubblico) sempre piu' potenti, gli stipendi sempre piu' da fame e il potere d'acquisto dei singoli sempre piu' scarno: cioe' un contesto in cui il sommerso diventa sempre piu' grande e l'evasione da vezzo per un maggiore arricchimento diventa esigenza vitale.
In un contesto del genere, se non e' il potere pubblico a fare un passo indietro, visto che siamo con l'euro agganciati a tutto tondo con l'Ue, potrebbero prospettarsi queste situazioni: a) aspettare per adeguarsi il piu' tardi possibile alle imposizioni comunitarie (che e' quello che viene fatto ora, vedi, per esempio, il disastro della liberalizzazione del mercato energetico per le famiglie); b) far finta che l'Ue non esista finche' non arrivano bastonate terribili da Bruxelles; c) incamminarsi verso l'uscita dall'euro come per esempio la Danimarca che terra' un referendum in materia.
Soluzioni/situazioni che non ci sembrano il massimo per un Paese convinto europeista e, grazie ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, tra i padri animatori del pensiero che ha animato la nascita dell'Ue. Se non sono queste le soluzioni del presidente Prodi per "cominciare un'azione per garantire il potere di acquisto dei lavoratori e dei consumatori", scartando come fa lui la semplice diminuzione delle tasse, non sappiamo di cosa parli il capo del Governo.
La dichiarazione di Prodi, inoltre, e' tipica di quando non si vuole fare niente, cercando di portare la questione su un piano generico dove, alla fine, tutto rimane identico. Un metodo che il nostro Parlamento usa in tutti quei contesti in cui non vuole decidere. Abbassare le tasse significherebbe non fare entrare meno soldi allo Stato, ma far si' che quest'ultimo si organizzi in modo che a fronte di un minore introito abbia meno spese, ma queste spese sono carrozzoni e soldi a pioggia agli amici e agli organici al potere, quindi bisognerebbe mettere mano a tutto il sistema di potere basato sull'elargizione di denaro pubblico. Probabilmente Prodi non vuole fare questo...

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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