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BANCA D'ITALIA E RIFORME
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Comunicato 
2 settembre 2005 0:00
 

Roma, 2 settembre 2005. La riforma della Banca d'Italia puo' essere l'occasione buona per diventare un Paese moderno, dove non si sollevano cortine fumogene per nascondere i problemi reali e dove la spazzatura non viene confinata sotto il tappeto per far sembrar pulita la casa. Ci sono alcuni punti irrinunciabili della riforma che qui di seguito elenchiamo.
* Composizione del capitale: ora e' in mano alle banche private, cioe' a quelle che dovrebbero essere vigilate, sicche' la Banca d'Italia non e' dello Stato ma dei privati. E' un gigantesco conflitto di interessi che deve cessare. Le quote devono essere ricollocate presso il ministero competente.
* Concorrenza: chi vigila ha a cuore la stabilita' che pero' e' nemica della concorrenza, e' giocoforza quindi che il settore passi all'Antitrust.
* Mandato a termine: solo i re e i papi durano a vita. Fissare un termine, 7-8 anni, ci sembra il minimo.
* Limite di eta': e' assorbito dal mandato a termine. E' un falso problema. Si puo' essere stupidi a trentenni e avere i neuroni attivi a 80. Cuccia docet.
* Collegialita': preferiamo le assunzioni di responsabilita' individuali. Nel nostro Bel Paese "decisione collegiale" significa che tutti sono responsabili, cioe' nessuno e' responsabile.

I primi due punti ci sembrano fondamentali. Se non si realizzano significa che si e' persa l'ennesima occasione d'oro. Del fumo di mascheramento siamo un po' stanchi.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc.
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