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BANDA LARGA DELLE MIE BRAME
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Comunicato 
14 dicembre 2001 0:00
 


L’AUTORITA’ TLC PROMETTE INTERVENTI, NON MANTIENE LE SCADENZE E VIENE SMENTITO DA COME SI MUOVONO AI MINISTERI. SONO POI I CONSUMATORI CHE PAGANO QUESTO GAP ISTITUZIONALE CHE BLOCCA LE TECNOLOGIE Firenze, 14 Dicembre 2001. Lo scorso 22 novembre il commissario dell’Autorita’ delle Telecomunicazioni Vincenzo Monaci, aveva fatto sapere che entro il 10 dicembre avrebbe comunicato cosa sarebbe successo in Italia per le norme sulla banda larga. Oggi e’ il 14 e nulla si sa. Non solo –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- ma proprio oggi, invece, veniamo a conoscenza del primo documento della cosiddetta task force istituita dal ministero dell’Innovazione e quello delle Comunicazioni, che smentisce questi tempi. Il gruppo di lavoro interministeriale, guidato da Paolo Vigevano, definendo la banda larga come "ambiente tecnologico che consente l’utilizzo delle tecnologie digitali ai massimi livelli di interattivita’", sostiene che in Italia, visto il ritardo nell’alfabetizzazione tecnologica, "bisogna trovare una soluzione di massima convenienza tra l’utilizzo dell’ultimo miglio, la fibra ottica, il satellite, le autorizzazioni per il wireless local loop, con un intervento di indirizzo, coordinamento e stimolo" verso chi poi deve decidere. A questo documento, fra un paio di mesi, dovrebbe seguirne un altro con indicazioni operative.
Siccome conosciamo Paolo Vigevano come persona che, nella sua professionalita’, non si sbilancerebbe, specialmente rispetto ai tempi, non sappiamo che dire rispetto ai tempi che sono stati invece indicati dal commissario Monaci dell’Autorita’ Tlc. Oppure dobbiamo pensare che all’Autorita’ lavorino in modo sganciato dai ministeri del settore, al punto tale che si esprimono e danno indicazioni operative non conoscendo lo stato dei fatti?
Non solo, ma sono di ieri le dichiarazioni del presidente della Telecom, Marco Tronchetti Provera, sulla presunta mancanza di spazio in Italia per tre operatori della telefonia fissa, e altrettanto per quattro operatori in quella mobile. A parte tranquillizzare il presidente della Telecom sui tre operatori che stanno diventando due (lui stesso ed Enel –Wind,Infostrada), in una nuova edizione del monopolio italiano che, chiamandosi duopolio, vede sempre lo Stato alla guida e al controllo delle aziende, ci sembra significativa questa sortita proprio nel contesto del "problema banda larga". Sia chiaro –dice Telecom a ministeri e Autorita’- che anche su questo non bisogna creare le condizioni per la presenza di operatori: la Telecom e’ sempre la Telecom col suo patrimonio monopolista in eredita’, per i piccoli gia’ esistenti, se ne occupi l’ufficio acquisti dell’Enel (che con Wind ha preso Infostrada, e per i piccoli fara’ come ha fatto con Iol, Itnet, e altre).
E’ evidente che qualunque cosa faccia sapere l’Autorita’ delle Tlc, pur se si cospargera’ il capo di cenere per il ritardo, dovra’ essere preso in considerazione in questo contesto. Banda larga delle mie brame? Non vediamo alternative al desiderio, per il momento, tranne, ovviamente, farlo –ma guarda un po’ ..- con l’unico operatore che, come e’ successo per molti, non potra’ lasciare i suoi clienti senza servizio o fornirglielo a singhiozzo, cioe’ Telecom. I danni? Ovviamente sono solo per il consumatore che, in assenza di mercato e concorrenza, paga tutto piu’ caro e continua a subire il gap tecnologico della non-copertura dell’intero territorio nazionale.
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