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BSE: CARNE INSICURA, MAFIA E FUMO, STATISTICHE E PREVISIONI
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Comunicato 
6 febbraio 2002 0:00
 



Roma, 6 febbraio 2002. Puntuale come un treno svizzero arriva la notizia che anche in Italia c'e' una ammalata della variante umana della mucca pazza. Ci saranno altre vittime e non poche -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- se prestiamo fede alle previsioni dell'Imperial College di Londra che pronostica per il decennio, in Gran Bretagna, ben 136.000 casi o della Scuola di Igiene e Medicina tropicale di Londra che ne prevede "solo" 40.000. La carne italiana e' sicura, scrivono alcuni giornali, modificando le dichiarazioni del ministro alla Salute che ha parlato di "carne piu' sicura". Noi riteniamo la carne italiana ancora insicura, perche' continuano a circolare farine animali e perche' esiste un mercato nero delle carni, mafioso e non. Sulla "carne della mafia" e' iniziato il polverone perche' la si accusa di commercio illegale di carne infetta. Certamente la mafia partecipa a tale commercio, ma tale pratica e' diffusa anche a nord, con importazione di bovini dai Paesi balcanici. Ricordiamo che parte consistente dei 53 casi di mucche pazze sono state trovate a nord, dove insistono la stragrande maggioranza degli allevamenti. Si e' detto che 53 positivi su 540.000 test non sono molti ma si dimentica di ricordare che circa 100.000 bovini sono stati "rottamati", cioe' non sono stati sottoposti ai test di controllo perche' non immessi sul mercato. E' presumibile che un numero maggiore di casi positivi sia presente nei bovini rottamati che non in quelli portati al mattatoio; viene cosi' alterata la statistica sanitaria sulla reale dimensione del fenomeno. I "pompieri" non sono certo mancati, ad iniziare dall'allora Presidente del Consiglio, Giuliano Amato che, dalla lontana Cina dichiarava (14 gennaio 2001) che la carne italiana era sicura, proseguendo con vari ministri che spergiuravano sulla bonta' del patrio prodotto, per finire con l'industriale del settore, Cremonini, che pubblicava (15 novembre 200)"....tale patologia non ha mai interessato il patrimonio bovino italiano autoctono..", "dimenticando" di aggiungere che un bovino, importato dall'estero e allevato per tre mesi in Italia, acquisisce la cittadinanza italiana.
Noi continuiamo ad informare, non ad allarmare, i consumatori con il nostro portale, dove abbiamo aperto una sezione
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