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CANNABIS. PER CHI VUOLE PROIBIRNE L'USO, L'ADUC HA PRONTA UNA PROPOSTA DI LEGGE PER PROIBIRE IL TABACCO... CHE FA MOLTO PIU' MALE
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Comunicato 
29 novembre 2006 0:00
 

Firenze, 29 Novembre 2006. Oggi la commissione Igiene e Sanita' del Senato ha approvato un ordine del giorno bipartisan contro il provvedimento del ministro della Salute, Livia Turco, che innalzava la  quantita' massima di cannabis per uso personale ad un grammo.
Avevamo apprezzato l'iniziativa del ministro, anche se la ritenevamo troppo timida. Siamo convinti, ma possiamo sbagliarci, che ad un giovane faccia piu' male il carcere di qualche spinello.
Oggi prendiamo atto che, nonostante i buoni propositi di alcuni e le promesse elettorali, la strada della repressione del consumo e' largamente condivisa in Parlamento. Lo e' anche nella gran parte dei Paesi europei, negli Stati Uniti, e alle Nazioni Unite. Per questo offriamo ai senatori che hanno votato oggi contro il decreto del ministro Turco una chance per dimostrare coerenza, ovvero una proposta di legge che mette al bando il tabacco alla pari della cannabis.
Per comprendere di cosa stiamo parlando, e' utile ricordare che le vittime del tabacco nel mondo sono molte di piu', circa 4 milioni l'anno, di quelle causate dalla cannabis. La cannabis non ha mai provocato un decesso documentabile, mentre il tabacco ne provoca 80 mila ogni anno solo in Italia. I danni alla salute provocati dalla cannabis non sono dimostrati in maniera inequivocabile nonostante decenni di studi, mentre i danni del tabacco sono riconosciuti da chiunque. E' evidente che il tabacco fa molto, moltissimo piu' male alla salute della cannabis. Inoltre -come e piu' della cannabis- il tabacco diminuisce fortemente la produttivita' (secondo alcune stime, si parla di 52 milioni di giornate di lavoro perse ogni anno), costa moltissimo alle casse dello Stato (circa 1,2 miliardi di euro in spese sanitarie), e arricchisce le organizzazioni criminali (circa il 25% del mercato del tabacco e' gestito dalle mafie). E' bene ricordare che il consumo di cannabis, come il tabagismo, e' socialmente diffuso ed accettato. Se in Italia il 24,2% degli adulti si dichiara fumatore di tabacco, e' altrettanto vero che il 20% degli italiani ha ammesso di aver consumato cannabis. Secondo altri dati, addirittura la meta' degli studenti universitari ne ha fatto uso almeno una volta, ed un terzo ne fa uso regolarmente.
L'attuale regime di legalizzazione del tabacco e dei suoi derivati, quindi, e' una contraddizione.  Per risolverla, a nostro avviso, dovremmo legalizzare droghe come la cannabis, innocua rispetto alle sigarette, oppure vietare -per coerenza- anche il tabacco.
Proprio perche' siamo partigiani della legalizzazione della cannabis, abbiamo redatto una proposta di legge repressiva. Il testo rende illegale vendita, trasporto, cessione, lavorazione e consumo di tabacco derivati, aggiungendo la nicotina nelle tabelle del Testo Unico sugli stupefacenti (d.p.r. 9 ottobre 1990, n.309).
I cittadini potrebbero interpretare la non approvazione di questa proposta non solo come una clamorosa svista, ma anche una grave contraddizione ed ipocrisia nella strategia repressiva che contraddistingue l'Italia e la comunita' internazionale. La proposta di legge chiede che la repressione sia applicata in maniera giusta ed equa, senza discriminazioni fra consumatori di droghe buone (tabacco) e cattive (cannabis).

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc
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