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CANONE/TASSA RAI VOLUTAMENTE NON RISCOSSO. 22 ESPOSTI-DENUNCIA A PROCURE CORTE DEI CONTI PER DANNO ERARIALE
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Comunicato 
14 novembre 2007 0:00
 

Firenze, 14 novembre 2007. Abbiamo inviato a tutte le Procure Regionali (21) e alla Procura Generale della Corte dei Conti, 22 esposti-denuncia per danno erariale da parte della Rai. Ne segue un sunto.

Il canone Rai e' dovuto da ciascun nucleo familiare in possesso di "apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni" (canone ordinario) e da ciascun altro soggetto in possesso di tali apparecchi fuori dall'ambito privato familiare (canone speciale).
La Rai interpreta inequivocabilmente la locuzione "apparecchi atti o adattabili" nel senso di includervi, oltre ai televisori, il possesso di personal computer, monitor, decoder digitali e altri apparecchi multimediali, come risulta dalle richieste ufficiali dell'azienda che pervengono ai cittadini (clicca qui).
Da tempo la Rai lamenta una grave evasione del canone d'abbonamento, a cui ricollega anche la crisi finanziaria che ogni anno spinge gli amministratori a chiedere un aumento degli importi, ben oltre il tasso di inflazione, e la riscossione indiscriminata tramite bolletta dell'elettricita' al fine di sanare il deficit. Per questo, da tempo, e' nei propositi della Rai combattere l'evasione fiscale del canone d'abbonamento, effettuando richieste e accertamenti porta a porta, tramite proprio e anche a mezzo di Guardia di Finanza nei confronti di tutti i nuclei familiari risultanti negli elenchi anagrafici di tutti i Comuni d'Italia ma non ancora abbonati (oltre il 25%).
Per contro, l'ente concessionario non fa altrettanto per i canoni speciali, dovuti per il possesso di tali apparecchi fuori dall'ambito familiare. Tali notizie trovano conferma nelle statistiche sulla densita' dei canoni speciali di abbonamento sul territorio italiano. A fronte di oltre 4 milioni di imprese dotate di connessione Internet (e quindi anche di computer), i canoni speciali di abbonamento nel 2006 risultano essere solo 171.554, poco piu' del 4% dei canoni dovuti dalle sole imprese. Se a queste si aggiungono i lavoratori indipendenti che non risultano come imprese (oltre due milioni), banche e ogni loro filiale, uffici postali, enti locali, enti pubblici e loro sedi distaccate, tribunali e procure con relative sedi distaccate e sedi regionali, associazioni, stazioni ferroviarie, ecc., presumibilmente quasi tutti dotati di un computer o monitor, e' evidente che l'evasione del canone speciale e' pressoche' totale, risultando un danno erariale di svariate centinaia di milioni di euro l'anno.
Quando da noi contattati, i responsabili delle Sedi regionali Rai, nonche' l'Ufficio normative e contratti della Rai, hanno spiegato che, per quanto concerne i canoni speciali di abbonamento, la legge non viene applicata pienamente, a meno che i computer o monitor non vengano palesemente utilizzati per ricevere programmi televisivi. E' il caso ad esempio di Poste Italiane, che con i suoi 14.000 uffici dotati di computer e monitor, risulta evadere un minimo di 7 milioni di euro -basta che gli incaricati Rai, cosi' zelanti nel controllare le residenze private abbiano avuto bisogno di spedire una raccomandata per rendersi conto della presenza di tali apparecchi.
Si concreta, dunque, in capo ai responsabili regionali e nazionali dell'accertamento e riscossione del canone, una vera e propria omissione di atti del proprio ufficio con ingente danno erariale, quantificabile intorno ad un miliardo di euro.
Infine, del tutto assente risulta l'accertamento e la riscossione del canone temporaneo ("Licenza Temporanea di Importazione" di apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni) ad opera dell'Ufficio Dogane dell'Agenzia delle Entrate.

Qui il testo completo dell'esposto-denuncia: clicca qui
Qui il sito dedicato al canone Rai: clicca qui
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