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CASE DA GIOCO REGIONALI
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Comunicato 
15 dicembre 2001 0:00
 

LO PROPONE AN NELLA FINANZIARIA, MA AVREMMO SOLO UNA REGIONALIZZAZIONE DELLO STATO BISCAZZIERE E LA CONFERMA DEL DUOPOLIO STATO/MALAVITA Firenze, 15 Dicembre 2001. Quest’anno e’ arrivato un po’ in ritardo rispetto ai tempi degli altri anni. Stiamo parlando –dice il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito- dell’emendamento alla Finanziaria che vorrebbe istituire dei casino’ regionali, ovviamente come volano per lo sviluppo turistico di un Italia che, non paga dei suoi casino’ legali, esporta verso Malta e altri Paesi piu’ o meno confinanti a nord i desideri d’azzardo dell’italiano medio.
L’anno scorso l’emendamento era apparso all’inizio del mese di dicembre, per opera dell’allora responsabile economico dei Ds, il sen. Enrico Morando, che lo aveva presentato con il consenso di quella opposizione che oggi, invece, e’ Governo. La firma dell’emendamento odierno e’ del capogruppo alla Camera di An, l’on. Ignazio La Russa, e dei suoi colleghi Carmelo Briguglio e Nino Strano. Non sappiamo se seguira’ la stessa sorte delle altre volte, che, cadenzate tra l’approvazione della Finanziaria e le promesse elettorali di chi, volendosi far eleggere, promette un casino’ proprio nel suo collegio, son sempre rimaste lettera morta.
A fronte di coloro -trasversali a Governo e opposizione- che grideranno allo scandalo per l’azzardo che diventa pseudo-legale (ipocriti consapevoli: come se il gratta-e-vinci o il Bingo fossero giochi d’abilita’), merita rilevare la perenne reiterazione della sconfitta della liberta’ dell’individuo e dello Stato, perpetrata con la richiesta di deroghe all’art.721 del codice penale (che stabilendo cosa sia il gioco d’azzardo, ne consente deroghe e interpretazioni): e' lo specchio dell'Italia, nel suo ramadan cattolico delle coscienze pulite fino al tramonto e licenziose fino all'alba, con lo Stato babbo che concede e dispone.
A noi il cosiddetto gioco d'azzardo non fa ne' caldo ne' freddo, ma ci preoccupa quando e' vietato e, nello stesso tempo, solo concesso allo Stato: il metodo migliore per non stroncare la malavita che ci prospera e confermare il duopolio di un finto mercato tra quest'ultima e lo stesso Stato: alla malavita’ e’ di fatto concessa la gestione di quello clandestino (che fa anche da pompiere per le voglie sopite dell’esercito degli aspiranti giocatori), mentre lo Stato guadagna "pizzi legali" con quelli consentiti ed emergenti (il caso Bingo e’ solo l’ultimo).
Non sappiamo se siamo in presenza di una proposta con qualche prospettiva, o se "i piu’ saggi" riusciranno a far desistere i presentatori e, soprattutto, i votanti in Parlamento, ma, quand'anche avesse un risultato, saremmo di fronte a nuovi bordelli di Stato, cosi' come le "case chiuse" di un tempo, pronte ad essere prese di mira da moralizzatori diurni che, notte tempo, si trasformeranno in frequentatori.
Sarebbe stato molto piu' semplice che il Parlamento decidesse l'abrogazione dell'art.721 del c.p. … ma questa e' un'altra economia, un altro Stato, un altro civismo: estraneo all’andazzo dei biscazzieri di Stato e delle Regioni.
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