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CINA: IMPORTAZIONI ED ESPORTAZIONI. CHI CI GUADAGNA?
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Comunicato 
10 giugno 2005 0:00
 

Roma, 10 Giugno 2005. Si parla di mezzo dollaro per una dozzina di camice, di prezzi crollati del 28% per le scarpe, di prezzi stracciati non solo per i settori dell'abbigliamento, calzaturiero e della pelletteria in genere, ma anche per quello dei mobili, delle rubinetterie, delle pompe e dei sistemi idraulici. L'allarme preoccupa le nostre autorita', gli industriali e i commercianti che vedono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Di tutto questo calo dei prezzi l'unico che non se ne e' accorto e' il consumatore perche' i prezzi non sono affatto diminuiti. Acquistare un semplice paio di sandaletti estivi (una suoletta di gomma, con due strisce di cuoio) non costa meno di 50 euro: si paga il nome, ovviamente, di merce "made in China" i cui costi sono irrisori. Nel 1995 la Ue, con il nostro concorso, aboli' gli accordi commerciali che limitavano le importazioni dalla Cina. Nel frattempo l'Italia ha esportato macchinari per la produzione di quelle merci che ora ci preoccupano. Insomma, l'industria meccanica ha fatto affari d'oro per dieci anni, ora gli industriali e i commercianti acquistano a prezzi stracciati cio' che vendono a peso d'oro e gli unici che non beneficiano dei convenienti prodotti cinesi sono i consumatori. Chissa' dove si annidano i 195mila milionari in euro (miliardari in lire), e chissa' perche' dal 2002 al 2004 i paperoni di turno sono aumentati del 16,9%! Sara' forse perche' qualcuno ha fatto il furbo nel passaggio lira-euro e importa a costi cinesi per rivendere a prezzi europei?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc.
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