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E-COMMERCE E IVA
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Comunicato 
30 novembre 2001 0:00
 


SOSPENDERLA PER UN PAIO DI ANNI PER LANCIARE IL SETTORE PIU’ IN CRESCITA SIA PER I CONSUMI CHE PER IL LAVORO

Firenze, 30 Novembre 2001. Il Senato Usa ha approvato l’abolizione della Sales tax (Iva) sugli acquisti online fino al 1 novembre 2003. Dopo i tentennamenti che erano seguiti alla fine della detassazione sperimentale nello stesso ambito, il legislatore ha interpretato la necessita’ di una ripresa.
Interviene il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito.
E’ un buon esempio quello che ci arriva da oltre l’Atlantico, di come, in situazioni di difficolta’, il miglior sistema sia quello del rilancio, e proprio li’ dove l’economia sembra piu’ promettente, in quel commercio online il cui sviluppo non puo’ che essere un vantaggio per i consumi e per il lavoro. Sembra che di questo in Italia ne siano tutti coscienti, ma nello stesso tempo non si fa nulla per incrementarlo. Anzi.
Prendiamo l’esempio dei prodotti editoriali che usufruiscono dell’aliquota Iva del 4%. Ebbene, se questi prodotti sono online, l’Iva e’ al 20%. Nell’ambito lavorativo, poi, mentre la stessa maggioranza di Governo si sta dilaniando sulle aperture o meno del mercato del lavoro (le polemiche sull’art.18 dello Statuto dei lavoratori sono proprio su quest’aspetto), non si pone un minimo di attenzione a cosa significhi lavorare online, non solo in considerazione dei diritti di chi presta la propria opera, ma essenzialmente negli incentivi (leggi defiscalizzazione e semplicita’ dei rapporti di lavoro) per favorire la prestazione d’opera.
Sara’ forse un caso che in Italia l’E-commerce non decolla, o forse perche’ non e’ adeguatamente incentivato e trattato alla stregua di qualunque altra attivita’ commerciale? Non ci sembra che nei programmi del Governo ci sia una specifica intenzione, o forse, se c’e’, e’ talmente proiettata in la’ nel tempo che se ne perde la percezione.
Una situazione in cui, diminuendo la fiducia dei consumatori, diminuendo le vendite al dettaglio, restando grosso modo stabile l’inflazione, divenendo incontrollata la reazione all’insu’ di tutte le tariffe dei servizi erogati a livello di pubblica amministrazione locale, non ci si puo’ esimere dal pigiare l’acceleratore li’ dove la strada e’ piu’ semplice, in espansione spontanea e in linea con cio’ che accade con tutti i nostri partner europei e mondiali: il commercio e i consumi online.
Per questo rivolgiamo un pubblico invito, soprattutto ai dicasteri economici del Governo, perche’ a Natale, con la prossima Finanziaria, oltre a farci trovare sotto l’albero il calcolatore per il cambio lira/euro, sulla scia delle decisioni Usa, lancino una scommessa con la sospensione dell’Iva sugli acquisti online. Un danno per l’Erario? Puo’ essere cosi’ per chi crede in un’economia statica e da "piani quinquennali di programmazione", ma sicuramente non lo e’ per chi crede che, ad una simile "offerta", non potra’ non corrispondere un aumento quantitativo dello scambio delle merci, con relativo incremento di attivita’ in tutti i settori connessi, nonche’ del gettito fiscale (basato non sul valore aggiunto –come l’Iva- ma su quello reale).
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