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IN COMMERCIO LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO
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Comunicato 
30 ottobre 2000 0:00
 


L'OBBLIGATORIETA' DELLA RICETTA SERVE SOLO A USARE LA SCIENZA MEDICA A FINI MORALISTICI E REPRESSIVI.

Firenze, 30 ottobre 2000. Da domani sera la pillola del giorno dopo -che impedisce l'attecchimento dell'ovulo nell'utero prima dell'inizio della gravidanza- sara' reperibile in tutte le farmacie, cosi' come fa sapere Federfarma. Per acquistarla ci vorra' una ricetta del medico, che sara' valida solo per un acquisto e 20.000 lire per una confezione che, ovviamente, sara' monodose.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Consumatori imbecilli, incapaci di badare a se stessi: sembra questa la considerazione che al ministero della Sanita' abbiano delle future consumatrici di questa pillola. Altrimenti, per quale motivo ci vorrebbe la ricetta? Abbiamo ben intuito che e' il prezzo che il dicastero di Umberto Veronesi si sente di pagare alle forti pressioni che volevano impedirgli la commercializzazione, ma resta questa misera considerazione dei propri amministrati..
La ricetta diventera' una sorta di burla e, nello stesso tempo, un dramma: tutto dipendera' da dove la consumatrice vive e dai medici che si presteranno o meno a fare questa ricetta. Da una parte funzionera' una sorta di "ricettificio", mentre dall'altra assisteremo alle migrazioni da una regione all'altra alla ricerca del fatidico pezzo di carta, cosi' come ancora succede per l'interruzione di gravidanza, con l'aggravante che, essendo una pillola che va presa entro 72 ore dal rapporto a rischio, e' probabile che spesso non si fara' a tempo a raggiungere il medico disposto a rilasciare la ricetta, con la conseguenza di incrementare aborti e gravidanze indesiderate.
Se l'introduzione di questa pillola voleva essere un metodo per evitare ancor di piu' l'aborto, ci dispiace, ma, grazie alla ricetta, cosi' non e'. Rispetto ad una potenzialita' enorme, si e' voluto ridurne gli effetti, con l'aggiunta dell'umiliazione per chi dovra' fare una richiesta. C'e' un solo motivo sanitario per cui una donna debba mettere alla finestra il suo rapporto a rischio? Non e' forse piu' importante la privacy di questa persona rispetto a motivi sanitari inesistenti? Per il ministero della Sanita' non e' cosi', e ancora una volta ci si fa scudo della scienza per nascondere i propri intendimenti moralistici e repressivi della liberta' dell'individuo.
Poteva essere una buona occasione per una crescita e maturazione dei cittadini e del sistema sanitario, invece la si' voluta strumentalizzare prostandola al bacchettonismo di maniera.
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