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Commissione massimo scoperto reintrodotta surrettiziamente. Contro le banche furbe occorrono interventi sostanziali e concorrenziali
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Comunicato di Domenico Murrone
19 giugno 2009 0:00
 
Avevamo chiesto l'intervento del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per evitare l'ennesima beffa delle banche alla clientela: la geniale trovata di sostituire la commissione di massimo scoperto con la commissioni di scoperto di conto o altre modi fantasiosi di rinominare il medesimo balzello [1]. Ieri il ministro, dopo anche un'alzata di voce da parte della Confartigianato [2], ha annunciato/minacciato una legge anti inganni.
Speriamo che il ministro non abbia in mente una norma del tipo: e' vietato nei rapporti bancari addebitare oneri diversi dagli interessi e dai costi di gestione. Sarebbe un errore. Regolare con legge aspetti contrattuali molto particolari, porterebbe le banche a bypassare il divieto normativo con un artefizio formale, eludendo nella sostanza le previsioni di legge. E' quello che e' appena successo con la commissione di massimo scoperto (modificata dalla legge n.2/2009 art. 2 bis) ed e' quello che con la legge Bersani e' successo per le disdette dei contratti telefonici: abolite le penali per legge, le stesse sono rientrate dalla finestra come costi di disattivazione.
L'intervento che ci attendiamo dal ministro dovrebbe avere queste caratteristiche:
- potenziamento dei poteri e della velocita' di intervento delle autorita' di controllo indipendenti;
- incremento delle sanzioni massime praticabili in caso di infrazione, fino ad arrivare al ritiro delle autorizzazioni/concessioni statali (necessarie all'esercizio dell'attivita');
- rafforzamento dell'autorevolezza delle stesse autorita', prevedendo il divieto di nominare membri di 'matrice' politica (oggi molte autorita' indipendenti sono infarcite da uomini legati ai partiti).
 
Solo cosi' crediamo si favorisca concorrenza tra imprese che intrattengono rapporti con milioni di utenti.
 
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