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Comune e Asl divulgano dati riservati dei cittadini a fini commerciali? Dopo il ricorso in Tribunale, il Garante della Privacy fa marcia indietro
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Comunicato di Claudia Moretti e Emmanuela Bertucci, legali Aduc
15 novembre 2008 0:00
 
Per avere giustizia dal Garante della Privacy e’ necessario pagarsi degli avvocati e rivolgersi alla magistratura ordinaria? Questo viene da pensare nella vicenda di Pietro Moretti che, un anno fa, ha ricevuto due lettere promozionali presso la propria residenza da parte dell'Istituto San Gregorio, un istituto religioso che lo stesso disconosceva, e al quale non aveva mai fornito i nomi e le date di nascita delle proprie figlie in eta' prescolare. Era pero’ del tutto evidente che solo il Comune di Firenze o la Asl poteva aver fornito al San Gregorio la residenza anagrafica (recentemente cambiata) e il numero di figli nella famiglia Moretti (due, di cui una nata poche settimane prima). Pur avendo chiesto a San Gregorio da chi fossero stati forniti i dati in questione, Moretti non aveva ottenuto alcuna risposta in violazione del Codice della Privacy. Per questo, si era rivolto al Garante per ottenere il rispetto dei suoi diritti e le indagini del caso ma purtroppo, pur essendosi visto riconoscere parte delle spese sostenute per il ricorso stesso, non aveva ottenuto granche', perche' il Garante aveva concluso il procedimento senza applicare sanzioni. E cosi’ il Sig. Moretti si e’ trovato senza le informazioni che la legge gli riconosce, e senza che la violazione fosse punita.
Con i legali dell’Aduc Claudia Moretti ed Emmanuela Bertucci, Moretti e’ stato quindi costretto a rivolgersi al Tribunale di Firenze, impugnando il provvedimento del Garante. Il giudice si pronuncera' il prossimo 24 novembre.
Ebbene, cosa fa oggi il Garante? Ci fa pervenire per conoscenza una raccomandata a/r destinata all'Istituto San Gregorio, nella quale avverte che intende aprire una autonomo procedimento di contestazione della violazione amministrativa (art. 161 del Codice della Privacy): “Si rappresenta invece che dalla documentazione in atti non risulta essere stata fornita alcuna prova dell'avvenuto adempimento dell'obbligo di rendere l'informativa al Sig. Pietro Moretti”. Insomma, il Garante, visto il ricorso alla giustizia ordinaria che quasi certamente gli dara’ torto, sembra aver fatto marcia indietro riaprendo il caso.
Era proprio necessario che il Sig. Moretti ricorresse a un giudice civile affiche' il Garante finalmente si "svegliasse" di fronte alla patente violazione del diritto alla riservatezza? E’ necessario che per far fare al Garante il proprio lavoro, ci si debba avvalere di un avvocato quando invece questo istituto ha come funzione proprio quella di evitare al cittadino il ricorso alla giustizia ordinaria? Se questo e' il Garante della Privacy, se questo fa e soprattutto se questo non fa, non ci resta che sperare nella giustizia civile, che dia un senso e riempia la normativa sulla Privacy, ad oggi e nel caso di specie, lettera morta.
Quello che chiediamo e’ che siano applicate le sanzioni previste dalla legge non solo per la violazione commessa dal San Gregorio, ma anche, e soprattutto, per sapere chi nella Pubblica Amministrazione divulga illegalmente i dati riservati dei cittadini a fini commerciali. Non ci sembra di pretendere troppo.
 
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