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EROINA CESSEREBBE DI ESSERE 'KILLER' SE LEGALIZZATA E CONTROLLATA
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Comunicato 
3 gennaio 2008 0:00
 

Firenze, 3 gennaio 2008. Nei giorni scorsi, tre persone hanno perso la vita a Roma dopo essersi iniettati eroina troppo pura o "killer" (1). Le autorita' nel frattempo hanno fatto alcuni arresti, senza dubbio di piccoli spacciatori che poco o nulla hanno a che fare con chi questa sostanza l'ha prodotta, importata, tagliata, distribuita, venduta, ovvero le grandi organizzazioni criminali nazionali ed internazionali.
Non vi e' dubbio che chiamarla "eroina killer" a qualcuno toglie un gran peso dalla coscienza. Il mostro, l'omicida, diventa infatti la sostanza chimica, e non quella scelta scellerata di lasciare che sia la criminalita' organizzata a gestirne il commercio. Chi proibisce la tossicodipendenza e' la vera causa del problema: invece di chimici, medici e operatori sanitari, la distribuzione di eroina e' in mano ad irresponsabili alchimisti, boss mafiosi e spacciatori. Ed e' proprio cosi' che l'eroina diventa "killer", perche' incontrollata ed incontrollabile fino a quando non giunge su un letto della rianimazione o un tavolo del medico-legale.
L'unica risposta alle emergenze quotidiane, alle overdosi, alle droghe "killer" e' strappare il commercio di queste sostanze dalle mani della criminalita'. Sia lo Stato, con il suoi sistema sanitario, a farsi carico dei tossicodipendenti, che cosi' avrebbero di fronte un interlocutore fidato ed interessato ad aiutarli. Nessun guadagno per le mafie, niente piu' overdosi accidentali o sostanze "killer", niente piu' piccola delinquenza per procurarsi la dose, niente piu' miliardi di euro in armi e personale di polizia impegnati in una guerra che non puo' essere vinta.

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Pietro Yates Moretti
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