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ETICHETTE DELL'OLIO: LA SOLITA FREGATURA
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Comunicato 
1 febbraio 2002 0:00
 



Firenze, 1 Febbraio 2002. "Me ne frego!". Era la frase che ricorreva nel noto ventennio. Noi aggiungiamo- "del consumatore" -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc. Le norme sulla etichettatura dell'olio di oliva sono l'ennesima beffa al consumatore e un regalo ai produttori che continueranno a fare i loro interessi. Che senso ha prescrivere norme che "possono" e non "devono"? In un Paese civile le leggi dettano regole e prevedono sanzioni per i trasgressori: non si fanno cadere dall'alto regali e concessioni a meno che non si considerino sudditi i cittadini. Che valore ha una norma che lascia facolta' al produttore di indicare la provenienza delle olive? Che senso ha indicare un prodotto "made in Italy" quando un quarto dello stesso puo' essere spagnolo, greco, marocchino, tunisino, algerino e turco? Quali controlli sui pesticidi vengono effettuati nei Paesi nord africani? Ma il Ministro alle Politiche Agricole non ha ripetutamente dichiarato che occorre valorizzare i prodotti italiani?
Noi consigliamo ai consumatori di acquistare olio di oliva doc (denominazione di origine controllata) perche' si ha la garanzia (a meno di truffe) che il ciclo produttiva dell'olio si svolge in una determinata area geografica e quindi e' sicuramente italiano.
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