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LE FALSE CRITICHE CINEMATOGRAFICHE SI PAGANO CARE. UN PRECEDENTE? IMPOSSIBILE! SOLO UN MONITO CHE DA QUALCHE PARTE NON E' ANCORA TUTTO PERDUTO
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Comunicato 
4 settembre 2004 0:00
 

Firenze, 4 Settembre 2004. L'azienda cinematografica Usa Sony Pictures Entertainment ha accettato di transare per evitare una causa collettiva che nel 2001 era stata promossa da alcuni spettatori di un suo film che, rispetto alle aspettative, lo avevano trovato brutto. Il film "A Knight's Tale" (*) aveva ricevuto gli elogi di un critico su un giornale del Connecticut, e questi elogi erano diventati parte della sua campagna promozionale. Ora la Sony ha messo a disposizione 1,5 milioni Usd per un rimborso di 5 Usd a spettatore (i soldi eventualmente avanzati finiranno in beneficenza), ed ha messo sotto inchiesta e sospeso due dei suoi dirigenti del settore.
Al di la' dell'episodio che sembra -ironia delle coincidenze- la trama di un film sul cinema stesso o sulle class action (cause collettive), il primo pensiero che ci e' venuto e' che se, per esempio, lo scrupolo della Sony fosse tale per non poche aziende cinematografiche italiane, specialmente quelle le cui produzioni esistono grazie ai soldi ricevuti dallo Stato, non sarebbero pochi quelli che resterebbero senza lavoro e con meno soldi nelle casse.
Ma stiano tranquille queste aziende, primo perche' la filosofia giuridica di questo tipo di rimborso non sfiora e non sfiorera' ancora per molto tempo il nostro sistema giudiziario (la class action approvata in prima battuta dal Parlamento e' una barzelletta rispetto a quella Usa, e rappresenta solo la distribuzione di alcune briciole a chi si prona al potere); secondo perche', in termini economici, l'interlocutore privilegiato della cinematografia italiana non e' il consumatore, ma lo Stato che paga, e quindi quest'ultimo non si dara' mai la zappa sui piedi.
Per noi, che anche in questo ambito restiamo della convinzione che dovrebbe essere il gioco della domanda e dell'offerta a prevalere, non ci resta che constatare che li' dove questo gioco funziona, si e' anche in grado di punire chi ne abusa e, soprattutto, di assumersi le responsabilita' dei propri errori, come ha fatto la Sony.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc

* la versione in lingua italiana di questo film -"Il destino di un cavaliere"- e' stata trasmessa lo scorso 3 maggio su Canale5.
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