Il ministro dell'Ambiente ha fatto sapere che il prossimo 9 maggio sara', per la prima volta, la Festa nazionale della bicicletta, che sara' poi istituzionalizzata da uno specifico disegno di legge. E' curiosa questa concomitanza con l'approvazione, nei giorni scorsi, dell'obbligo del casco per chi condurra', da quando la legge sara' tale, il proprio velocipede. Infatti, piu' che “festa DELLA bicicletta”, potrebbe essere chiamata “festa ALLA bicicletta” e, soprattutto festa ai ciclisti. A parte chi usa la bici per motivi agonistici, o coloro che hanno bisogno di sentirsi piu' sicuri, ma chi se la sentira' di prendere la bici dovendo obbligatoriamente mettersi un casco “a norma”? Qualcuno dira': son le stesse lamentele che si facevano quando fu istituito l'obbligo del casco per i motociclisti... ma questo qualcuno -diciamo noi- non sa di cosa sta parlando: in bici si va a 10/15 all'ora e non a 50 e piu' (fuori citta') come le moto. Sempre questo qualcuno continuera' a dire: ma sono gli altri che ti vengono addosso quando sei in bici... sono gli stessi -diciamo noi- che ti vengono addosso quando attraversi le strisce e, che fai, obblighi i pedoni a mettersi il casco?
Noi abbiamo l'impressione che la questione non sia tanto la sicurezza dei ciclisti, ma gli introiti economici dei produttori di caschi. E non crediamo di essere tanto maligni: tutte le politiche dei cosiddetti incentivi che sono state varate, piu' che aiutare gli utenti e i consumatori finali sono servite ai produttori. Altrettanto succede per le biciclette. Il senso del ridicolo? L'arroganza del potere non ha percezione di questi sensi.
La nostra battaglia contro questa decisione sara' dura, tenace e instancabile. Proprio perche' amiamo le citta' pulite e ci piacerebbe credere che il ministro dell'Ambiente non faccia le feste per far guadagnare i produttori (di bici e di caschi) ma per informare i cittadini sui benefici (individuali e per la collettivita') dell'uso di questo mezzo.