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G8, ORDINE PUBBLICO E GIORNALISTI NON-ACCREDITATI
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Comunicato 
14 luglio 2001 0:00
 


COMINCIAMO AD AVERE DUBBI CHE SI TRATTI DI UN APPARATO EFFICIENTE

Firenze, 14 Luglio 2001. Abbiamo gia' rilevato i nostri dubbi per gli inutili disagi che dovremo subire tutti in occasione del vertice dei G8 a Genova, in particolare il blocco del trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone con i relativi disagi per il traffico aeroportuale di tutta Italia, e il fatto che sia stato comunicato lo stesso giorno in cui e' entrato in vigore. Cosi' come abbiamo rilevato, canzonandoli in una rubrica che si chiama "ConshumorNews" sul portale dell'Aduc, gli assurdi provvedimenti del Sindaco di Genova rispetto alla circolazione a targhe alterne nei giorni del vertice: un metodo per complicare la vita di residenti e abitanti gia' stressati dalla presenza del mega-vertice.
Ma oggi siamo stati toccati direttamente, e il dubbio sull'efficienza dell'apparato di sicurezza cresce ancora. Vediamo cos'e' successo.
La nostra associazione svolge anche attivita' di servizi giornalistici radiofonici e di video in Internet, e seguiamo, ovviamente, anche tutto quello che succedera' a Genova prima e durante il vertice dei G8. Per farlo abbiamo inoltrato in tempo richiesta di accredito al ministero degli Affari Esteri per sei dei nostri tecnici e giornalisti. Ieri ci e' stato comunicato che erano stati accreditati tutti, tranne una, Donatella Poretti, che e' anche la responsabile dell'ufficio stampa dell'Aduc.
E' evidente -e lo comprendiamo, perche' siamo rispettosi dell'ufficio dei ministeri- che non ci e' stato comunicato perche' la nostra giornalista sia considerata persona non-sicura per accedere ai servizi messi a disposizione della stampa per seguire gli eventi del vertice. Ma, oltre allo stupore e all'amaro in bocca -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- ci si alimenta il dubbio sull'efficienza dell'apparato in difesa dell'ordine pubblico che e' stato edificato nel capoluogo ligure. Piu' che altro sulla sua approssimazione, perche' la nostra responsabile dell'ufficio stampa la conosciamo bene e, sapendo che non ha una doppia vita da sobillatrice dell'ordine pubblico, ricordiamo solo che potrebbe essere stata inserita in una sorta di lista nera perche', al di la' della sua attivita' professionale nell'Aduc (di cui sappiamo tutto, in particolare i suoi articoli di denuncia della stupidita' delle leggi, che pubblica periodicamente nella rubrica "Stupidario parlamentare" sul portale dell'Aduc), fisicamente ha partecipato a qualche manifestazione contro la pena di morte e per la liberazione del Tibet, ed ha scritto sull'opportunita' della legalizzazione delle droghe e della prostituzione ….. cioe' una perfetta sobillatrice dell'ordine pubblico … almeno e' cio' che ci viene detto nel regime dell'attuale ministro degli Interni Claudio Scajola.
Apprendiamo da altre fonti che anche un giornalista del quotidiano "Liberazione" avrebbe subito lo stesso diniego. Non sappiamo nulla della storia di questo giornalista, ma lo accomuniamo alla nostra Donatella Poretti come segnali sintomatici di un meccanismo che mostra notevoli incrinature: quando si ha paura dei giornalisti, delle loro penne e delle loro videocamere, forse si ha solo paura di se' stessi.
Ci era gia' capitato, alcune settimane fa, di essere cacciati mentre cercavamo di riprendere un comizio pubblico (PUBBLICO) del ministro Umberto Bossi in Veneto, ma dalla bizzarria del personaggio e la rudezza (anche culturale) del suo servizio d'ordine, ne eravamo stati vittima solo noi (in senso stretto), e avevamo lasciato cadere li' la cosa. Ma l'organizzazione dell'ordine pubblico del ministro Scajola, se organizzata in questo modo, va ben oltre la nostra specifica preoccupazione, perche' coinvolge tutta una citta', una regione e, pur se indirettamente, tutto il Paese.
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