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INCHIESTA ANTITRUST SULLE POSTE. UN PUNTO DI PARTENZA O ROUTINE?
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Comunicato 
7 agosto 2007 0:00
 

Firenze, 7 agosto 2007. L'Antitrust ha annunciato un'istruttoria per abuso di posizione dominante delle Poste. E' una cosa buona, salvo il tempo lungo dell'"indagine" che dovra' concludersi entro il 30 maggio 2008: quasi 10 mesi sono un'eternita'. Se l'ipotesi accusatoria dell'Authority e' fondata, "starebbe limitando l'attivita' degli operatori postali concorrenti", Poste Italiane in questo lasso temporale avra' tempo di terminare lo "sterminio" delle imprese alternative.
E' comunque incredibile che un Governo che sbandiera liberalizzazioni a gogo' permetta queste strategie ad un'azienda di sua proprieta'. Come si puo' chiedere a banche, assicurazioni e gestori telefonici di evitare cartelli e abusi ai danni dei consumatori, se la tua creatura si comporta come un angelo sterminatore? L'attivita' di Poste Italiane e' rivolta, piu' che a prepararsi ad agire in un mercato concorrenziale, a cooptare (vincolandoli con contratti capestro) i concorrenti. E' evidente che una simile politica gestionale condurra' le imprese alternative ad operare solo in alcune nicchie di mercato o ad attaccarsi alla mammella delle Poste monopoliste o a puntare unicamente sugli appalti poco remunerativi, offrendo prestazioni di pari livello (come avviene con le cooperative di pulizie sui treni).
A questo quadro fosco si deve aggiungere:
- nel periodo estivo sono continue le segnalazioni che ci giungono da cittadini che lamentano la mancata consegna della corrispondenza. Anche un servizio pubblico essenziale va in ferie?
- l'aumento a 5 euro del costo per inviare un vaglia postale
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- le ricevute di ritorno delle raccomandata ar che giungono (se giungono) dopo mesi. Eppure il cittadino paga!
In questa materia il Governo deve agire con la massima tempestivita', preparando la privatizzazione delle Poste, favorendo prima di tutto la creazione di un mercato realmente concorrenziale. Questo Governo e quelli futuri facciano tesoro dell'esperienza Telecom Italia. Senza una preventiva opera di reale liberalizzazione ci si trovera' ad avere un operatore monopolista debole (come lo e' Telecom Italia) da "difendere" dall'assalto degli stranieri.
Speriamo che il pungolo dell'Antitrust faccia accendere la lampadina al ministro Gentiloni.

Domenico Murrone, consigliere Aduc
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