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INDAGATE LE IENE PER I TEST ANTIDROGA SUI PARLAMENTARI. CHE SI ARRIVI AL PROCESSO E SIA OCCASIONE DI UN CONFRONTO COSTRUTTIVO CHE PORTI ALLE MODIFICHE DELL'ATTUALE LEGGE
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Comunicato 
19 ottobre 2006 0:00
 

Firenze, 19 Ottobre 2006. La Procura della Repubblica di Roma ha indagato la troupe e il responsabile della trasmissione tv "Le Iene" per il test antidroga eseguito su 50 parlamentari che tanto ha fatto parlare nei giorni scorsi. L'accusa e' di aver violato la privacy, per il modo in cui e' stato acquisito il sudore da cui poi sono risultati positivi 16 deputati.
E' interessante rilevare come, cosi' come hanno sempre fatto sapere "Le Iene", questi ultimi non erano al corrente di quali parlamentari, tra quelli testati, erano risultati positivi, perche' dopo la raccolta persona per persona i tamponi venivano messi in forma anonima dentro una scatola, tutti insieme. Domanda: quale privacy sarebbe stata violata? Buona lavoro ai magistrati! Inoltre, nella trasmissione tv in cui doveva andare in onda il filmato di questo test (bloccata dal Garante e i cui "nastri" sono stati posti sotto sequestro), si e' vista una simile iniziativa in discoteca, nei cui bagni venivano raccolte le urine, sempre in forma anonima, e le percentuali di quanti erano risultati positivi al test venivano trasmesse senza che nessuna autorita', nessun parlamentare, nessun editorialista esternasse il proprio disappunto o il proprio intento censorio.
Crediamo di non commettere malvagita' a pensare che esistano due pesi e due misure e che "il problema" sia nel fatto che una cosa e' il Parlamento, altro la discoteca... e noi che eravamo convinti la legge fosse uguale per tutti... poveri fessi che siamo...
A questo punto, comunque, siccome la Procura ha mostrato i suoi denti da mastino di quella istituzione specifica (e si e' ben guardata dal mostrarli per tutti i sudditi della nostra Repubblica), e' bene che tutto vada avanti, e anche velocemente. Anche qui -purtroppo?- siamo ingenui: come se non sapessimo quali sono le velocita' della giustizia del nostro Paese... ma vogliamo auspicarlo e ci impegniamo perche' cosi' accada. Il processo deve arrivare presto, perche' sia momento di verita', di confronto costruttivo per cio' che auspichiamo fortemente: la riforma in senso legalizzatorio e di riduzione del danno dell'attuale legge sugli stupefacenti. Soprattutto perche' vengano allo scoperto tutti i finti legalizzatori (e quelli "in sonno") di entrambi gli schieramenti del nostro sistema politico. L'argomento e' di quelli che taglia trasversalmente la partitica tradizionale. Visti i soggetti coinvolti -"le Iene"- e vista l'attenzione mediatica sviluppata e quella che intrinsecamente comunque c'e', un processo del genere non potrebbe che far bene alla causa legalizzatoria.
Auspichiamo che -"Iene" in testa- sposino questa impostazione, anche se siamo consapevoli che il loro intento e' "da spettacolo", per far meglio quadrare i loro numeri e il loro audience, ma noi apparteniamo a quella categoria di cittadini che reputa che anche una canzone possa cambiare il mondo, e quindi ne facciamo uso alla bisogna.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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