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INTERCETTAZIONI FAZIO-FIORANI: IL PAESE NON PUO' TOLLERARE UN GOVERNATORE DELLA BANCA D'ITALIA COSI'
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Comunicato 
26 luglio 2005 0:00
 

Firenze 26 luglio 2005. Diciamocelo francamente. Che Fiorani e Fazio fossero "cari amici" (come scrivevano pudicamente molti giornali) era cosa nota nel mondo della finanza. Che Fiorani utilizzasse questa sua amicizia era altrettanto risaputo, ma mai, tale illazione, ha avuto oggettivo riscontro pubblico.
Dopo la pubblicazione avvenuta oggi sul quotidiano "il Giornale" delle intercettazioni telefoniche fra Antonio Fazio e e Gianpiero Fioriani (amministratore delegato della Banca Popolare Italiana) l'Italia ed il mondo finanziario hanno la prova che il principale arbitro dei mercati finanziari nel nostro Paese non e' imparziale, ma gioca con uno delle parti in campo.
Secondo i documenti della Guardia di Finanza riportati da "il Giornale", il Governatore della Banca d'Italia si e' preso la briga di telefonare a Gianpaolo Fiorani per comunicare la firma sull'approvazione dell'OPA. Il Fiorani (soggetto, in teoria, vigilato dalla Banca d'Italia) risponde ringraziando sentitamente e dicendo "ti bacerei in fronte". Poi parlano delle rispettive difficolta' che avrebbero avuto con le proprie strutture.
In altre intercettazioni telefoniche, il Governatore della Banca d'Italia chiede a Gianpaolo Fiorani (ricordiamolo ancora, soggetto in teoria vigilato dalla stessa Banca d'Italia) incontri riservati e chiede di passare da ingressi secondari per non essere visto, come farebbero tutt'altro genere di personaggi (o no?).
Ci domandiamo se il nostro Paese possa permettere che vi sia una lesione cosi' grave dell'autorevolezza della sua Banca Centrale senza che nessuno si alzi in piedi per chiedere le dimissioni del suo Governatore (a vita, lo ricordiamo).
Francamente riteniamo che a tutto debba esserci un limite.
Le cose sono due: o si dimostra che le notizie pubblicate oggi da "il Giornale" sono tutte false o il governatore (con la "g" minuscola) della Banca d'Italia deve dimettersi.
Se Fazio non dovesse dimostrare neppure quel minimo di senso dello Stato che spingerebbe chiunque, in questa situazione, a presentare le proprie dimissioni, il Presidente del Consiglio dei Ministri deve assumersi la responsabilita' di compiere azioni di Governo, anche straordinarie, rimuovendo una volta per tutte l'incarico a vita del Governatore della Banca d'Italia.
Alessandro Pedone, responsabile Aduc per la tutela del risparmio
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