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LEGGE SULLA CLASS ACTION. ATTENZIONE ALLE FREGATURE ALL'ITALIANA
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Comunicato 
17 settembre 2007 0:00
 
Firenze, 17 settembre 2007. L'approvazione di una buona legge sulla class action, l'azione legale collettiva, e' la madre di tutte le battaglie per i consumatori e gli utenti. Come gia' negli Stati Uniti, i consumatori potranno unirsi per fare un'unica causa contro quelle societa' che hanno violato i loro diritti e, se il giudice da' loro ragione, questi saranno automaticamente risarciti ed insieme a loro tutti coloro che hanno subito lo stesso torto (anche se non hanno preso parte alla class action).
In Italia, come e' noto, ogni singolo consumatore deve oggi fare una causa individuale, accollandosene i costi e ingaggiando un proprio legale. Una limitazione che produce quelle centinaia di migliaia di soprusi da parte di gestori telefonici, produttori, banche o rivenditori, oggetto delle lettere che riceviamo da altrettanti consumatori ed utenti da tutto il Paese.
Appare ora chiaro a tutti che e' necessario introdurre una legge per rendere possibile l'azione collettiva. Per questo il Parlamento sta discutendo diverse proposte di legge, tra cui una nostra basata sul modello Usa (1) .
Ma la fregatura per il consumatore-utente e' sempre in agguato: la class action all'italiana o, come e' stata poi ribattezzata per ovvie ragioni di marketing, all'europea. Se passasse la proposta del ministro Luigi Bersani, fatta propria da numerose forze politiche attente piu' ai timori delle industrie che ai diritti dei cittadini, avremmo una class action tutta nostrana. Ecco alcuni degli aspetti piu' perversi: 1. se con la nostra proposta chiunque potrebbe promuovere una causa collettiva, sempre e comunque dopo il vaglio di un giudice, nel modello "italiano" solo le associazioni di categoria, le associazioni di consumatori finanziate dallo Stato e gli ordini professionali, potranno farlo. Un qualsiasi gruppo di cittadini dovra' rivolgersi ad una di queste organizzazioni, magari pagandole profumatamente, prima di poter procedere. Noi riteniamo che qualsiasi cittadino abbia il diritto di promuovere una class action. Senza questa possibilita', vi sarebbe un filtro enorme esercitato da chi spesso ha legami con le societa' oggetto delle controversie.
2. se alla fine del procedimento, come paventato nella nostra proposta, i consumatori vincono la causa, riceveranno automaticamente un risarcimento, anche i consumatori che non sono stati in giudizio ma che che sono comunque parte in causa,. Il modello "italiano" invece prevede che dopo la vittoria della causa collettiva, ogni singolo consumatore debba poi proporre una causa individuale per ottenere il risarcimento. Un altro enorme filtro che impedirebbe ovviamente a molti di ottenere cio' che un giudice gli ha gia' riconosciuto.
Un esempio? A marzo sono state ufficialmente certificate come Class Action dal tribunale di New York le due azioni legali promosse da aderenti all'Aduc nei confronti della repubblica Argentina per la vicenda dei bond. In Italia, se dovesse essere approvata la proposta del Governo sulla Class Action, questo non sarebbe possibile, perche' il diritto ad agire non spetterebbe a chiunque, ne' tantomeno all'Aduc che -scegliendo di non partecipare al Consiglio nazionale delle associazioni di consumatori (Cncu) presso il ministero di Bersani- non risulterebbe come associazione idonea (2).
E' importante che i consumatori e gli utenti facciano sentire la propria voce, firmando la nostra petizione indirizzata alle istituzioni coinvolte: clicca qui

Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc

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