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MERCATO E LIBERTA'. CARREFOUR E NESTLE' BOICOTTANO I PRODOTTI DANESI... IN EGITTO E ARABIA SAUDITA... MA C'E' MERCATO E CIVILTA' SENZA LIBERTA' DI SCELTA E DI IMPRESA?
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Comunicato 
10 febbraio 2006 0:00
 

Firenze, 10 Febbraio 2005. Si sta molto parlando delle "concessioni" che Google (il piu' usato motore di ricerca in Internet) ha fatto al Governo cinese in tema di liberta' di comunicazioni, assecondando le richieste censorie di questa autorita' per non inibirsi il mercato di quel Paese: se ne occupera' anche il Parlamento Usa. Su questa scia non ha fatto notizia piu' di tanto che altrettanto operatore, Yahoo!, ha fornito alle autorita', sempre cinesi, informazioni che hanno permesso di arrestare lo scrittore Li Zhi, i cui testi, non ritenuti ortodossi a quel regime, erano diffusi online.
In questo contesto si e' inserita la vicenda delle manifestazioni contro le vignette danesi ritenute offensive della religione islamica: ampiamente sviscerata a vari livelli e con varie considerazioni. Che pero', al di la' del dato religioso, ha subito sviluppato altri aspetti economici, a nostro avviso determinanti per meglio capire il fenomeno e come ci coinvolge.
Vediamoli.
Lo scorso 7 febbraio, a Il Cairo, una filiale del distributore francese Carrefour (molto presente anche in Italia), informava i "cari clienti" che per "solidarieta' verso la societa' egiziana ed islamica" non si sarebbe piu' venduto nessun prodotto danese.
In Arabia Saudita, la Nestle' ha messo annunci sui giornali per dire che il suo latte in polvere non proviene da mucche danesi.
Esistono quindi confini alla liberta' di opinione? E sono economici i mattoni che compongono questo muro? Al consumatore gli si puo' proporre tutto, anche la cosa piu' vomitevole, l'importante e' che lo stesso acquisti e consumi? Perche', cosa c'e' di piu' vomitevole di qualcosa che sia in dispregio dei principi fondanti del proprio essere, di quell'essere che consente di svilupparsi e di avere energie e risorse tali da valicare qualunque confine geografico? Il mercato, con le sue opportunita' e le sue ricchezze, esiste in assoluto o perche' ci sono dei sistemi che, impostanti sulla liberta' dello stesso, ne favoriscono lo sviluppo? E i consumatori sono tali solo perche' consumano cio' che i produttori e le autorita' consentono loro o essenzialmente perche' hanno liberta' di scelta?
Noi non abbiamo niente da ridire che una qualunque azienda offra i propri prodotti scevri dal latte o dalle produzioni non ritenute idonee (qualunque sia il motivo), ma siamo preoccupati perche' non vorremmo che gli estimatori del burro o del latte danese siano costretti a non scegliere e i produttori della Danimarca siano penalizzati rispetto ad altri.
Non sembrerebbe assurdo, per esempio, che, siccome in Olanda e Belgio l'eutanasia e' legale e in Italia e' aborrita dalle leggi, la Carrefour e la Nestle' facessero propaganda in Italia ai loro prodotti dicendo che non hanno nulla a che fare con i Paesi Bassi? Il Governo olandese come minimo risponderebbe boicottando i nostri vini e i nostri capi d'abbigliamento alla moda. Esempi come questi ne potremmo fare a iosa, ma crediamo di aver spiegato il concetto: se sono proprio le aziende dei Paesi che hanno al primo posto la liberta' di espressione e di mercato a venir meno alla stessa nel loro business, dove si va a finire?
Per ora registriamo il fatto che la Nestle' ha imparato dai suoi vari boicottatori che ovunque invitano a non consumare i prodotti di questa multinazionale. Solo che mentre i contestatori si rivolgono ai singoli consumatori, la Nestle' usa la sua potenza contro gli Stati... come la Danimarca.....

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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