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5 E 8 PER MILLE IN FINANZIARIA. DUE PESI E DUE MISURE ANCHE VIOLANDO LE LEGGI. PERCHE' NON ABOLIRE L'IPOCRISIA?
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Comunicato 
3 ottobre 2006 0:00
 

Firenze, 3 Ottobre 2006. Il 5 per mille e' quel contributo volontario che abbiamo dato in via sperimentale nella denuncia dei redditi ad alcune associazioni o enti pubblici per aiutarli nelle loro politiche di presunto interesse pubblico. La Finanziara approvata dal Governo non ha rinnovato questo esperimento e c'e' gia' chi si lamenta. Noi ne siamo contenti perche' abbiamo sempre creduto che si trattasse: 1) di una regalia alle pubbliche amministrazioni locali che gia' ci riempiono di tasse; 2) di un finanziamento pubblico ad associazioni private come anticamera di una corruzione e un malaffare tipo il finanziamento pubblico ai partiti; 3) di un motivo, visto che molte associazioni e universita' chiedevano questa elargizione per la ricerca scientifica, per non dare sostanziosi e necessari contributi ad un settore che langue.
L'8 per mille invece e' quel contributo obbligatorio che dobbiamo dare alle confessioni religiose, scegliendo fra una rosa di sei chiese (la parte del leone ovviamente e' di quella cattolica romana) o, in alternativa, allo Stato che, per legge, e' obbligato ad utilizzarlo per 1) la conservazione dei beni culturali, 2) la fame nel mondo, 3) le calamita' naturali, 4) l'assistenza ai rifugiati.
La presenza dello Stato nel contesto e' anomala (che c'entra con le religioni?), ma il legislatore aveva ritenuto di non far molto arrabbiare i non-credenti e si invento' questa possibile scelta. Lo Stato, che e' pur sempre quello dei Patti Lateranensi, pero' mediamente ha sempre stornato alla Chiesa cattolica tra il 30 e il 40% dei contributi ricevuti. Non solo, ma tra il 1998 e il 2001 ha usato quei fondi per motivi che non erano previsti (le missioni di pace in Albania e Kosovo, per esempio).
Nel 2004, infine, la Finanziaria ha scippato 80 milioni di euro per rimetterli nel calderone delle spese generali dello Stato. Iniziativa fortemente criticata da chi e' oggi al Governo e all'epoca era all'opposizione (l'attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio, Enrico Letta, per esempio). La commissione Bilancio della Camera (presidente Livio Duilio dell'Ulivo), in sede di discussione per la ripartizione di 4 milioni disponibili per quest'anno, ha chiesto che fosse rispettato l'uso originario di quei fondi.
Ma l'art.186 della Finanziaria approvata dall'attuale Governo stabilisce che "l'autorizzazione di spesa relativamente alla quota destinata allo Stato dell'8 per mille Irpef, e' ridotta di euro 35 milioni nel 2007 e di 80 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009".
Inversione di rotta, quindi, violando la legge e prendendo in giro i contribuenti, obbligati a questa indicazione/prelievo dalle loro tasse (anche se non si indica il destinatario dell'8 per mille, l'importo viene stornato ugualmente e diviso fra le sei chiese e lo Stato, secondo le percentuali ottenute grazie ai contribuenti che hanno scelto).
A cosa serve tutto questo marchingegno, oltre a far crollare la gia' flebile credibilita' delle istituzioni? Perche' non si abolisce la "concorrenza" dello Stato con le chiese? Perche' non si fa un salto di qualita' e, come era per il 5 per mille, non si leva l'obbligo di contribuire alle religioni/Stato?
Le nostre sono "domandone" che, per il momento, crediamo resteranno senza risposta. Ma tutto il fior fiore di partiti dichiarati non confessionali che sono in Parlamento, cosa fanno in merito? E' in corso un massacro civico, economico ed istituzionale, perche' non cercare di farsi meno male?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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