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MONOPOLIO TELECOM ULTIMO MIGLIO. MONOPOLIO POLITICO ED ECONOMICO. E IL GOVERNO E I LEGISLATORI?
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Comunicato 
10 giugno 2006 0:00
 

Firenze, 10 Giugno 2006. Dopo che nei giorni scorsi il presidente dell'Autorita' delle Comunicazioni, Corrado Calabro', aveva rilasciato un'intervista al quotidiano "IlSole24Ore" in cui ipotizzava il distacco della gestione dell'ultimo miglio telefonico dall'attuale assetto societario di TelecomItalia, sembrava che uno spiraglio si fosse aperto.
L'ultimo miglio e' quello che la societa' di Tronchetti Provera amministra in aperto conflitto di interessi, affittandolo ai suoi diretti concorrenti per la telefonia fissa e, quindi, per i servizi a tecnologia Adsl, i piu' diffusi e utilizzati per il collegamento ad Internet.
Ma, per l'appunto... sembrava, perche' tutti gli esponenti delle forze politiche hanno gridato allo scandalo per la privazione di questo potere a TelecomItalia, insieme ad alcune associazioni di consumatori che sono abituate a gestire i conflitti degli utenti con questo gestore solo attraverso accordi in cui comunque ne traggono un profitto. Lo stesso Calabro' ha cercato di mettere alcuni puntini sulle "i" per ammorbidire quanto affermato.
Insomma, dopo l'Italia della Fiat intoccabile, ora viviamo nell'Italia di TelecomItalia intoccabile. Intoccabilita' valevole per chiunque abbia un qualche interesse o attivita' politica ed economica: dove andrebbero altrimenti i miliardi investiti da questa societa' in pubblicita' e promozione a vari livelli? Si provi ad prendere una qualunque rivista del loro variegato pianeta, o un qualunque media che ha pubblicita' e ci si rendera' conto che nessuno ne e' esente.
Eppure, alla base di questo potere dell'ultimo miglio c'e' un assioma semplice semplice che anche la famosa casalinga di Voghera lo intuirebbe: il mercato e la concorrenza non decolleranno mai se la chiave del "motorino di avviamento" della telefonia e' nelle mani di uno degli attori principali. Attore che, tra l'altro, ha una quota azionaria di alcuni punti percentuali di capitale ancora in mano ad uno Stato che, col potere di golden share, puo' interferire in modo determinante (pur non avendo la maggioranza delle azioni) su alcune decisioni strategiche commerciali.
Che fare? Visto che il risultato di questa situazione per i consumatori sono prezzi alti per servizi che in altri Paesi costano meno della meta', o che i servizi degli altri gestori sono costantemente boicottati da TelecomItalia si' da far desistere i loro clienti e farli tornare al punto di partenza, cioe' ai servizi del gestore monopolista?
Per il momento, niente! Noi solleviamo il problema e lo rilanciamo ai nostri legislatori e ai nostri governanti, ministero delle Comunicazioni in testa, sperando che ci diano un segnale. Nel contempo continuiamo la nostra attivita' di denuncia e consulenza verso tutti coloro che sono vittime di TelecomItalia e della genuflessione di tutti al suo potere.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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