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MUCCA PAZZA: LE CERTEZZE DELL'INCERTEZZA
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Comunicato 
8 febbraio 2002 0:00
 


ALLEVATORI E AUTORITA' MENTONO SAPENDO DI MENTIRE: AFFERMANO CERTEZZE CHE LA RICERCA SCIENTIFICA E LE POLITICHE COMUNITARIE CI DICONO CHE NON ESISTONO.
INFORMARE E' SEMPRE MEGLIO DI IMPORRE INUTILI DIVIETI E INUTILI CERTEZZE.

Firenze, 8 febbraio 2002. Noi non abbiamo certezze -dice il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- cosi' come i nostri amministratori e governanti, nonche' gli allevatori di bestiame. E soprattutto abbiamo il dubbio, che tende a trasformarsi in diffidenza, ma si frena davanti al fatto che, tutto sommato, stiamo solo vivendo cio' che altri Paesi, nostri partner della Comunita', hanno gia' vissuto e che lentamente stanno imparando a gestire. Il problema sta nel capire quanto, questo "lentamente", possa temporalmente significare nel Belpaese.
L'Assocarni continua a prenderci in giro (con il beneplacito della legge, per carita'), sciorinando delle presunte guide per il consumatore, con l'elenco di tutte le accortezze che sono previste nelle etichette, cosi' come stabilito dalle ultime modifiche partite lo scorso gennaio 2002. Come si dice in gergo: "sfonda una porta aperta", ma vista la situazione e' bene farlo, comunque. E allora, dove ci prende in giro? Partendo dal presupposto che le norme in vigore siano sufficienti ad informare il consumatore, e che siano norme all'altezza della situazione. E notorio che il problema centrale della contaminazione e' il tipo di alimentazione, e siccome siamo nel Paese dove nei primi mesi del 2001 sono stati scoperti 346 mangimi contaminati da farine di carne (ed e' vietato usarle da diversi anni), e che sulle etichette non e' indicata l'alimentazione che hanno avuto i bovini, va da se' che la paventata sicurezza ha valore solo rispetto a leggi che, di per se', sono gia' superate dai fatti. Quindi l'Assocarni ci prende in giro, con la compiacenza del ministero delle Politiche Agricole e della Salute che, anche loro, mandano segnali rassicuranti, e sanno che non e' vero.
Lo stesso vale per l'istituto Superiore della Sanita' che ha liquidato con un lapidario "per ora non ci sono altri casi" l'ipotesi che in un ospedale di Palermo ci sia un'altra persona colpita dalla variante umana della mucca pazza. A questa certezza contrapponiamo la risposta che il commissario europeo alla Salute, David Byrne, attraverso il direttore delle Sanita' Pubblica del suo ufficio, Fernand Sauer, ci ha inviato lo scorso dicembre dopo una richiesta di chiarimento sulle politiche di prevenzione: "al momento non c’e’ consenso scientifico sul numero totale di casi di vCJD (ndr: la variante umana del morbo della mucca pazza) che potrebbero derivare dall’epidemia in corso nel Regno Unito. Le stime variano con il modello scientifico utilizzato, e non ci sono semplicemente ancora sufficienti dati disponibili per decidere sulla questione". "L’approccio della Commissione alla gestione di rischio ha un obiettivo fondamentale: la creazione, a livello comunitario, di una struttura sicura ed efficace di misure per assicurarsi che i consumatori non siano a rischio. Questa struttura e’ basata su pareri scientifici indipendenti".
Non e' tanto questione di allarmismo, a cui nessuno vuole ricorrere, ma di dire le cose come sono, partendo dal presupposto, per esempio, che anche il divieto della bistecca con l'osso (la mitica fiorentina) e' una cosa inutile, perche' il consumatore informato e' in grado di decidere da se' se rischiare o meno. Ed e' quello che allevatori e governanti non stanno facendo.
Quello che sta avvenendo in Sicilia con mattatoi pubblici messi sotto sequestro e un presidente della Regione che rilascia dichiarazioni rassicuranti scivolando sugli specchi, e' solo la piccola punta di un iceberg, che si estende per tutta la Penisola e in tutti gli ambiti (qualcuno ha dimenticato la mucca biologica affetta da Bse individuata in provincia di Taranto?).
Una situazione in cui, anche il ministro delle Politiche Agricole, pur essendo un politico accorto e prudente, si sbilancia con garanzie che a suo avviso sarebbero sufficienti per il rispetto della qualita' e sicurezza alimentare dei consumatori. Signor ministro, ma cosa dice? Non siamo piu' nel Paese dei Balocchi, e soprattutto i consumatori guardano e ascoltano anche la Bbc e la Cnn oltre la Rai. Ci dica che si naviga a vista! Ce lo dicono i britannici e alla Comunita', che di mucche pazze se ne intendono … cosa avremmo scoperto di cosa rassicurante noi italiani, dopo i 346 mangimi contaminati?
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