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MUCCA PAZZA NEL PANE?
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Comunicato 
22 novembre 2001 0:00
 


IN SVIZZERA C’E’ IL FONDATO TIMORE, E SICCOME I DELINQUENTI ALIMENTARI NON SONO ESTRANEI AL NOSTRO PAESE, E PREVENIRE E’ SEMPRE MEGLIO CHE COMBATTERE (MUCCA PAZZA "TRADIZIONALE" INSEGNA) L’ADUC CHIEDE AL MINISTERO DI INTERVENIRE SUBITO

Firenze, 22 Novembre 2001.L’ufficio Federale svizzero di veterinaria, lo scorso 14 novembre ha reso noto che, nella Stazione di ricerca di Posieux nel cantone Friburgo, dopo una serie di controlli, sono stati individuate nella farina per uso alimentare tracce di componente ossee provenienti da farine animali, notoriamente proibite in Svizzera, e non solo, perche’ considerate fonte primaria di infezione delle vacche con il morbo della mucca pazza. Il mulino che produce questa farina, dove vengono fatte anche crusche destinate agli animali, si e’ visto bloccare la produzione, e i suoi prodotti sono stati ritirati dal mercato. E’ stata aperta un’inchiesta, anche se sono stati minimizzati, da parte del responsabile della comunicazione dell’Ufficio federale di veterinaria, i pericoli per il contagio umano.
Interviene il presidente dell’Aduc, Vincenzo Donvito.
Ci dispiace, ma non ci fidiamo. Gia’ nel 1993, soli in patria e con qualche ascoltatore e preoccupazione nel resto dell’Ue, avevamo lanciato l’allarme mucca pazza, facendo riferimento non solo a quello che stava succedendo in Gran Bretagna, ma anche in Svizzera, e la cosa rimase li’ nonostante il nostro continuo non-mollare sull’argomento, fino all’inverno scorso con i ritardati provvedimenti che sono stati presi a livello nazionale e comunitario, e fino ai nostri giorni, quando, inconsciamente, ci stiamo solo infilando nel tunnel dei ritardi (solo dal prossimo 1 gennaio sara’ obbligatorio per le etichette alimentari l’indicazione del Paese di provenienza della mucca macellata, senza indicazione sul tipo di alimentazione che quella stessa bestia ha avuto, che e’ la cosa piu’ importante visto che e’ appurato che il problema sono le farine animali).
Anche questa volta e’ la Svizzera che ci da’ i primi segnali premonitori. E’ evidente che il problema e’ di delinquenti che, avendo chissa’ quanto quintali di farine animali immagazzinate senza aver ottemperato agli ordini di distruggerle, le hanno immesse in un circuito alimentare meno sospettabile, com’e’ quello delle crusche di grano per uso animale, ma "fortuna" ha voluto che -ci auguriamo casualmente- siano finite anche nelle farine per l’uso umano, e quindi siano state scoperte. Un pericolo potenziale per le vacche e per l’essere umano, quindi. Da non esagerare ma da non sottovalutare, e da affrontare con i rigori della ricerca e della scienza, informando su cio’ che viene fatto e sui suoi risultati. Prevenire e’ sempre meglio che combattere.
Per queste ragioni abbiamo inviato una nota al ministero della Salute, perche’ ci faccia sapere quali provvedimenti intende prendere al fine di dare certezza e sicurezza ai consumatori, non solo di carne bovina, ma anche di pane … e scusateci se e’ poco!
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